Fra tutte le forme di investimento che hanno per oggetto startup e imprese, il Venture Capital è certamente una delle più rischiose, anche se i possibili ritorni economici in caso di successo sono davvero cospicui. Ecco il motivo per il quale, questa forma di investimento, attrae molti investitori, soprattutto quelli più esperti. Gli amministratori dei fondi VC riescono a rastrellare anche grandi quantità di denaro grazie al supporto di banche, assicurazioni, enti previdenziali ed enti pubblici territoriali.
Approfondimenti
Quando viene raggiunta la quantità necessaria di denaro prevista dal business plan, gli investitori acquisiscono quote della società e forniscono anche un supporto concreto offrendo competenze manageriali, tecniche , relazionali. Per fare ciò, il Venture Capital deve entrare a far parte del direttivo della società.
Generalmente gli investitori decidono di investire il capitale in una società quando il suo mercato di riferimento, la competitività di ciò che viene prodotto e la presenza di uno staff competente e affidabile, vengono ritenuti all’altezza delle aspettative e meritevoli di finanziamenti per svilupparne il business.
Chi sono i venture capital?
In genere i venture capital sono investitori istituzionali fra i quali i fondi sovrani, le holding o finanzieri molto facoltosi che decidono di investire in un’azienda o in una startup. Ma i venture capital possono anche essere gli stessi soggetti che gestiscono il fondo. Per operare legalmente, il fondo di venture capital dovrà assumere la forma giuridica della SGR (società di gestione risparmio).
E’ di fondamentale importanza che la società si costituisca sotto forma di società per azioni a regime speciale secondo quanto previsto dal Testo Unico Finanziario artt. 34 e 35. L’ammontare del capitale sociale del fondo viene stabilito dalla stessa Banca d’Italia, il massimo organo di vigilanza sull’attività bancaria. Anche i partecipanti devono adempiere a determinati requisiti. Ad esempio devono possedere requisiti di onorabilità e professionalità soprattutto coloro che svolgono mansioni attinenti all’amministrazione, al controllo e alla direzione del fondo stesso.
Struttura societaria di venture capital
Secondo quanto disposto dalla normativa vigente, la struttura del gruppo che gestisce il fondo non deve pregiudicarne l’effettivo esercizio delle funzioni di vigilanza. Nell’atto costitutivo va sempre accluso un documento in cui viene chiarito in maniera precisa e puntuale il programma e l’elenco di attività della società che viene finanziata, fornendo inoltre una adeguata relazione sul suo assetto organizzativo.
In presenza di questi requisiti, la Banca d’Italia autorizzerà l’esercizio delle attività. In assenza di condizioni che potrebbero garantire una sana e trasparente gestione delle risorse finanziarie, la Banca d’Italia potrebbe invece negare l’autorizzazione. Sarà lo stesso ente di vigilanza a garantire la stabilità patrimoniale e il contenimento del rischio, ecco perchè ogni fondo viene passato al setaccio, valutandone a fondo l’adeguatezza strutturale e patrimoniale della società.
I venture capital di successo
A livello internazionale, sono tanti i fondi di Venture Capital che hanno riscosso un grande successo, fra i quali Battery Venture, Bessemer, Andreessen Horowitz, Greylock Ventures, Accel, Sequoia, Kleiner Perkins. Si tratta di fondi che hanno investito in startup che hanno prodotto risultati eccellenti. Fra tutte spiccano Nauto, una telecamera per automobili dotata di intelligenza artificiale in grado di prevedere i pericoli per gli occupanti del mezzo e Zume Pizza, una startup capace di portare la robotica in cucina.
Come creare un fondo di Capital Venture
Lanciare un fondo di venture in Italia non è facile come possa sembrare. Occorre trovare gli investitori che siano interessati al progetto da finanziare. Generalmente gli interlocutori dei venture capital sono banche, fondazioni bancarie, assicurazioni ed enti previdenziali. In molti casi anche gli enti pubblici come le regioni si sono rivelati degli interlocutori preziosi per lanciare una startup o una azienda innovativa.
Molti investitori lungimiranti amano investire il proprio capitale in startup dalle grandi potenzialità anche per diversificare il proprio portafoglio di investimenti. Il venture rientra in quella categoria di investimenti che possono bilanciare il portafoglio di investimenti, anche se in Italia permane ancora dello scetticismo sulla comprensione e la valutazione delle potenzialità di una startup. Si tratta di una classe di investimenti ancora poco conosciuta. In Italia il mercato del venture capital è ancora all’inizio, anche perchè manca un corposo mercato degli investitori. Ecco perchè può rappresentare una valida alternativa dalle enormi potenzialità e dai margini di crescita esponenziali.
Il futuro delle startup in Italia
Ufficialmente le startup iscritte nel registro delle imprese in Italia sono circa 6mila, alcune ben strutturate, con delle discrete potenzialità. In assenza di un adeguato mercato del venture che possa far fare un balzo di qualità all’ecosistema dell’innovazione, l’universo delle startup italiane è destinato ancora a rimanere un passo indietro rispetto a quello dei paesi più industrializzati.
Solo da pochi anni gli investitori hanno cominciato a studiare e a sviluppare nuove competenze su questo settore. Da quanto è stato regolamentato il settore del venture (con il recepimento della direttiva AIFMD) molti investitori hanno inserito nel proprio portafoglio di investimenti anche questo asset class. Per quanto promettente possa apparire il futuro delle startup italiane, il processo di crescita rimane comunque lento e appesantito da un certo scetticismo di fondo.