La corsa per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette di carbonio entro il 2050 è ormai stata lanciata da tempo, anche se molte aziende stanno mettendo a repentaglio il raggiungimento di questo ambizioso progetto, ritardando quegli interventi che sarebbero necessari per ridurre l’emissione di gas inquinanti.
Approfondimenti
La strategia ESG, secondo la definizione ufficiale elaborata dal Forum per la Finanza Sostenibile, implica un nuovo approccio che prevede l’inclusione di fattori ambientali, sociali e di governance nell’analisi finanziaria tradizionale. E’ un approccio nato negli anni 2000 per richiamare l’attenzione sul tema cruciale degli investimenti socialmente responsabili e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Affinchè la decarbonizzazione della nostra economia globale abbia successo in un breve lasso di tempo, sarà fondamentale sensibilizzare a dovere tutti gli attori del sistema, rendendo possibile una “transizione giusta” come quella prevista dagli accordi di Parigi. Un progetto che include iniziative come la formazione di “competenze verdi” per coloro che attualmente lavorano nelle industrie dei combustibili fossili o la creazione di nuove fonti di occupazione per le comunità basate su impianti di petrolio e gas.
Una transizione di massa verso l’energia rinnovabile che sia equa per i dipendenti e le comunità non è solo la cosa giusta da fare, ma anche la via più breve per centrare l’obiettivo delle zero emissioni. Per gli investitori responsabili, è come garantire la redditività a lungo termine dei loro investimenti e proteggersi da una più ampia instabilità del mercato finanziario.
Un campanello d’allarme per gli investitori
Con questo obiettivo in testa, 54 grandi investitori chiedono ora passi significativi da compiere per pianificare una giusta transizione nel settore del petrolio e del gas. Sono i firmatari della recente Investor Statement on Just Transition della World Benchmarking Alliance (WBA), che è stata pubblicata a seguito della Just Transition Assessment della WBA, che esamina le prestazioni delle società ad alte emissioni più influenti al mondo.
In realtà, negli ultimi anni, è emersa una azione troppo flebile da parte di queste potenti aziende quando si tratta di identificare, preparare e mitigare gli impatti sociali delle loro strategie a basse emissioni di carbonio. Di conseguenza, non solo si stanno mettendo a rischio i posti di lavoro di milioni di lavoratori impiegati in questi settori, ma viene ostacolata anche la loro stessa capacità di raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni entro i tempi prestabiliti.
Tutto ciò dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme sia per gli investitori che per le imprese. Se i diritti dei lavoratori nelle industrie del petrolio e del gas – o in tutti gli altri settori dipendenti dai combustibili fossili – non vengono rispettati, allora anche quell’ambiziosa transizione verso le energie rinnovabili, necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici globali, rischia di fallire miseramente, mettendo a rischio la salute del pianeta.
Affinché la transizione sia giusta, le aziende devono prevedere in che modo la decarbonizzazione influirà sulla situazione economica dei propri dipendenti e sulle comunità in cui operano e agire di conseguenza. Servirà un lavoro in sinergia tra aziende, autorità locali, sindacati e lavoratori, affinchè tutte le parti in causa vengano coinvolte. Occorre anche che le istituzioni esercitino pressioni sulle imprese affinché inseriscano i diritti dei lavoratori e della comunità nei loro piani di transizione verde.
I provvedimenti da adottare e le abitudini da cambiare
Da quando il riscaldamento globale è diventata una emergenza mondiale, decarbonizzare è diventato l’imperativo categorico per salvare il pianeta dal disastro incombente.
Con politiche e sussidi accurati si possono sviluppare tecnologie e idee innovative e pulite in grado di rivoluzionare la nostra società capitalista. Le politiche governative sono importanti anche in termini di penalizzazione delle industrie che non si adeguano ai nuovi dettami. La tassa sul carbonio, ad esempio, svolge un ruolo cruciale nell’indurre le industrie ad adottare tecnologie più pulite e le nuove leggi ambientali assicurano che i sottoprodotti delle industrie non danneggino l’ambiente.
In termini di abitudini di vita, sovvenzionando alimenti biologici, locali e vegetariani, i governi possono spingere per ridurre il consumo di carne, riducendo a loro volta l’impronta di carbonio di tutti i suoi abitanti. Si può intervenire anche sul turismo e sui viaggi. Il turismo è un’importante industria economica per diversi paesi, ma espandendo la rete stradale e ferroviaria, non sarà più necessario usare l’aereo per raggiungere il luogo di destinazione.
Cosa dovrebbero fare le grandi aziende
Le grandi aziende possono vantare le risorse necessarie per investire in tecnologie pulite a un ritmo più veloce. Dovrebbero anche impegnarsi a essere il più pulite ed ecologiche possibile, senza essere costrette da alcuna legge. La responsabilità sociale d’impresa è un concetto che dovrebbe essere adottato in ogni latitudine del pianeta e non solo nei paesi più sviluppati.
Diverse aziende si sono impegnate a fornire energia rinnovabile al 100% entro il 2030, il che è di per sé incredibile. Può spingere ulteriormente altre aziende a implementare obiettivi simili per una transizione più rapida verso l’elettricità pulita. Le aziende possono svolgere un ruolo importante nel sostenere le organizzazioni senza scopo di lucro, perseguendo il miglioramento della società e dell’ambiente, realizzando un progetto alla volta.