Molti investitori alle prime armi faticano a capire quale sia il momento giusto per vendere le proprie azioni. A Wall Street gira un detto secondo il quale nessuno è mai andato in bancarotta prendendo profitti. In realtà, questo assunto non è corretto al 100%. La verità è che finchè i profitti saranno sempre maggiori delle perdite, il rischio di bancarotta è scongiurato.
Approfondimenti
Occorre sempre monitorare con attenzione l’andamento del mercato azionario e limitare il rischio di ribasso al 7% all’8% o poco meno. Quando un titolo procede nella giusta direzione, l’investitore si trova davanti ad una enigma da risolvere: quanto tempo bisogna aspettare prima di liquidare la propria posizione? La regola principale per gli investimenti azionari a lungo termine è quella di liquidare i profitti quando raggiungono il 20-25%. Se ci si trova soprattutto in condizioni di mercato instabili e un’elevata volatilità, uscire interamente dalla posizione rimane la cosa più saggia da fare.
Ma se i venti del mercato soffiano dalla parte giusta e il titolo sembra veleggiare con il vento in poppa, allora si può magari decidere di vendere almeno una parte della posizione (un terzo o la metà circa) per bloccare i guadagni, in modo tale da osservare il comportamento del titolo per decidere come gestire la parte rimanente. La tendenza di una azione che nel lungo periodo ha guadagnato circa il 20% al 25%, è quella di correggere bruscamente il prezzo, riducendo i profitti in pochissimo tempo.
Quando non vendere le azioni
Quando un titolo sale del 20% o più in una, due o tre settimane dopo essere uscito da una solida base e il mercato è in una buona tendenza al rialzo, il consiglio è sempre quello di mantenere la propria posizione almeno per uno o due mesi ancora, per valutare se i profitti proseguono o rallentano di botto. Le azioni che realizzano profitti velocemente, in pochissimo tempo, spesso sono quelle che consentono di ottenere profitti importanti anche nel medio periodo.
Le strategie per chi ha investito in un fondo azionario
In un fondo azionario è quasi impossibile che tutti i titoli siano profittevoli. Probabilmente la maggior parte delle azioni che si acquistano in un mercato in fase rialzista, saranno redditizie ma non faranno certamente le migliori performance del decennio. Lungo il suo percorso temporale, un fondo azionario dovrà affrontare anche inevitabili perdite che dovrebbero essere ridotte a non più dell’8%. Se per ogni azione che riesce a realizzare una performance del 25%, due azioni realizzano una perdita dell’8% ciascuna, si otterrà comunque un profitto. Non bisogna dimenticare che liquidare una posizione in profitto rinfranca lo spirito e il morale dell’investitore. Aumenta la fiducia quando investe del denaro e rimpingua il novero delle plusvalenze realizzate nel proprio conto di intermediazione.
Il denaro investito in un titolo che sta attraversando una fase di correzione almeno da un mese, è denaro morto. Quella somma potrebbe essere validamente investita in un altro titolo in fase di crescita. Ecco perché non vale la pena perdere del tempo con un titolo azionario che non riesce a performare da lungo tempo. Non dimentichiamo sempre che possiamo riacquistare la stessa azione se dovesse nuovamente tornare in fase rialzista o se le condizioni di mercato dovessero cambiare.
Le varie tipologie di fondi azionari
Esistono numerose tipologie di fondi azionari, come i fondi a grande, media e piccola capitalizzazione, ognuno dei quali offre i propri vantaggi e svantaggi. I fondi a bassa capitalizzazione tendono ad avere il massimo rialzo a causa del potenziale di crescita delle azioni all’interno del loro portafoglio, tuttavia, anche questi fondi comportano un rischio importante.
Un fondo azionario small cap prende essenzialmente il nome dalla categoria a cui appartengono le azioni presenti nel paniere di fondi in termini di capitalizzazione di mercato. In generale, una società azionaria a piccola capitalizzazione è considerata una società con una capitalizzazione di modeste dimensioni. Un fondo small cap è proprio quello che investe in queste società.
Le strategie per massimizzare i rendimenti
Come per tutte le categorie di fondi e gli investimenti in generale, non è facile capire se i fondi a bassa capitalizzazione siano da considerare migliori rispetto agli altri fondi. Anche i fondi small cap hanno i loro pro e contro. Tuttavia, comprendendo questi pro e contro, è possibile individuare una strategia vincente per massimizzare i rendimenti dai fondi a bassa capitalizzazione.
Gli aspetti negativi dei fondi small cap
Uno degli aspetti negativi più evidenti di un fondo azionario small cap è il rischio che l’investitore deve assumersi. Le azioni appartengono ad aziende che devono ancora dimostrare di essere credibili e spesso si rendono protagoniste di mosse rischiose allo scopo di affermarsi o progredire rapidamente: tutto ciò potrebbe rappresentare un rischio per l’investitore. I fondi a bassa capitalizzazione, inoltre, hanno un rischio più elevato, il gestore del fondo deve effettuare più operazioni per cambiare azioni e uscire per massimizzare i rendimenti, il che potrebbe comportare commissioni più elevate per le transazioni.
I vantaggi e i profitti
Sebbene un fondo a small cap sia rischioso, l’alto rischio offre anche l’opportunità di ottenere rendimenti elevati. Coloro che gestiscono i fondi a bassa capitalizzazione avranno generalmente una strategia di investimento più aggressiva, poiché si affidano alla rapida crescita della società. Di conseguenza, se il gestore del fondo è esperto, sarà in grado di scegliere le azioni giuste ed estrarre dal fondo i massimi rendimenti. Ecco perché rappresentano una buona alternativa per coloro che stanno cercando investimenti aggressivi e che hanno un’elevata propensione al rischio.
L’approccio migliore, come sempre, è quello di diversificare il proprio portafoglio, investendo in fondi a piccola, media e grande capitalizzazione, oltre che in altri strumenti finanziari. A differenza dei fondi small cap, i grandi fondi azionari possono garantire una maggiore stabilità perché sono legati ad aziende che vantano importanti capitalizzazioni. Si adattano a chi ha una minore propensione al rischio e vuole salvaguardare il proprio capitale affidandolo ai profitti di aziende più “mature” e con un’attività più stabile il cui andamento è sicuramente meno volatile. Quando i mercati finanziari attraversano fasi di incertezza e di instabilità, i fondi big cap sono quelli che riescono a difendersi meglio dalle oscillazioni del mercato, mentre i fondi small cap rischiano di andare incontro a rovinose perdite.