Il superbonus è una grande opportunità offerta dal Governo per privati, aziende e industrie. Tuttavia, però, sono diversi i fatti di cronaca in cui sono venute alla luce le truffe del superbonus svelate dalla Guardia di finanza. In alcuni casi si sono registrati ignari prestanomi o case inesistenti in cui iniziare i lavori. Un danno incalcolabile per le casse dello Stato e sequestri di diverse centinaia di migliaia di euro a danno dei trasgressori. Ecco, dunque, quanto sia necessario proteggere i propri investimenti.
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Truffe superbonus: le frodi più frequenti
Sono centinaia di milioni di euro di crediti inesistenti caricati sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate. Infatti, se da un lato questo incentivo sta aiutando diversi cittadini a riqualificare i loro immobili, dall’altro però può diventare terreno fertile per le aziende disoneste. A questo rischio frodi il Governo italiano ha pubblicato il decreto legge 157 dell’11 novembre 2021 “Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche” grazie al quale lo Stato si sta difendendo. L’obiettivo è quello di contrastare comportamenti fraudolenti.
I cittadini devono prestare attenzione a chi ci si affida perché sono i clienti i primi, eventualmente, a rispondere della frode. In alcuni casi i computi sono stati aumentati in maniera disonesta con prezzi che non seguivano nessuna logica di mercato.
Tra i settori in cui si sono maggiormente consumate le truffe c’è il bonus facciate. Capita, infatti, che soprattutto nel caso di grandi condomini si aumenta l’importo dei lavori. Ma le frodi si verificano anche con il bonus casa e super bonus con i quali vengono aumentati i prezzi in fattura.
Nella maggior parte dei casi le truffe vengono attuate con una vera organizzazione che coinvolge imprese, professionisti e commercialisti. Le aziende, ad esempio, possono essere intestate a prestanomi e nullatenenti. Tra le frodi più frequenti ma anche più semplici da identificare sono quelle che riguardano le operazioni truffaldine da parte di piccole o modeste imprese, senza struttura o dipendenti, che, invece, si intestano lavori per milioni di euro.
Come il Governo ha risposto alle truffe del superbonus
Il Superbonus è stato pensato dal Governo come un incentivo dopo gli anni della pandemia per cittadini e imprese, ma anche come un modo per realizzare il tanto agognato efficientamento energetico. Al febbraio 2023, sono oltre 380 mila i cantieri autorizzati, con un costo statale che si aggira intorno ai 70 miliardi di euro.
Come detto, lo Stato italiano ha risposto alle frodi con il decreto legge 157 in cui ha inserito, tra gli altri aspetti:
- Obbligo del visto di conformità per uso diretto delle detrazioni tranne in due casi ovvero se si utilizza la dichiarazione precompilata dell’agenzia delle entrate o se si rivolge ai Caf;
- Nuovi valori massimi di prezzi;
- Obbligo del visto di conformità anche per bonus casa 50% e bonus facciata 90%;
- Maggiori controlli preventivi nel caso della cessione del credito: entro 5 giorni dalla comunicazione, se l’agenzia delle entrate nota incongruenze può sospendere fino a 30 giorni la cessione in modo da poter controllare. In caso di irregolarità, la cessione viene bloccata.
Truffe su bonus edilizi: alcuni casi di cronaca
Sono diversi i casi di cronaca che si sono susseguiti in questi anni in Italia sulle truffe dei superbonus. Una delle più grandi truffe si è registrata in tutta Italia un anno fa quando la guardia di finanza sequestrò 440 milioni di euro. In quel caso le indagini iniziarono dalla città di Rimini ma riguardarono 78 persone di 11 regioni diverse, 56 delle quali hanno risposto, tra le altre accuse, di auto-riciclaggio. Anche in questo caso i prezzi dei lavori venivano gonfiati, i soldi dal credito di imposta messi nuovamente in circolo in altre società (116 quelle coinvolte). In alcuni casi, il denaro veniva anche investito nell’acquisto di immobili, lingotti d’oro, criptovalute o depositato in conti esteri come a Cipro e Malta.
In molti casi, dunque, si richiedono interventi di ristrutturazione in case che non esistono, si fatturano lavori mai compiuti. Ad esempio, una maxi truffa è stata perpetrata tra diverse province fra cui Napoli, Salerno, Milano e Ferrara in cui sono stati sequestrati 1.7 miliardi di euro di crediti di imposta falsi.
Oppure, la Guardia di Finanza di Asti ha scoperto una truffa sequestrando 1,5 miliardi di euro. Anche una società romana è stata mischiata ultimamente con le truffe del superbonus poiché fatturava lavori con questi incentivi che non sono mai stati eseguiti: il sequestro ha riguardato 100 mila euro complessivi. Arresti anche su una truffa di 17 milioni di euro dopo un’indagine della procura di Verona con provvedimenti anche in Veneto e in Sicilia. Si è registrata, inoltre, la confisca dei beni per 5 milioni di euro e sequestri su immobili e attività commerciali. Indagati per truffa anche dopo un’operazione della guardia di finanza di Treviso: responsabile, in questo caso, un consorzio.
Le truffe del superbonus, purtroppo, continuano a registrarsi e a riempire le cronache italiane, con un grande danno erariale per lo Stato, dei contribuenti e delle aziende serie e rispettose della legge.