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Chi è Elly Schlein: il profilo di una figura influente nel panorama politico ed economico

Immagine di Elly Schlein

Grazie anche all’endorsment di tanti vip di sinistra, Elly Schlein è riuscita a coronare il suo sogno diventando il nuovo segretario del Partito Democratico alle primarie del 26 febbraio. La sua fama di essere una donna “realmente di sinistra” le è valsa l’appoggio di personaggi illustri come Paola Turci, Gabriele Muccino, Claudio Amendola e Levante, riscuotendo moltissimi attestati di stima dai tanti elettori del Pd per essersi dimostrata, nel corso della sua carriera politica, una vera paladina dei diritti dei più deboli. 

E così, Elena Ethel Schlein (per tutti solo ‘Elly’), è riuscita a fare breccia nel cuore del popolo piddino, diventando segretaria dopo aver sconfitto il più quotato Stefano Bonaccini, che alla vigilia  sembrava favorito d’obbligo per il suo inserimento nell’establishment del maggior partito di sinistra. 

La biografia di Elly Schlein

Classe 1985, nativa di Lugano ma con triplice cittadinanza (svizzera, italiana e statunitense), Elly Schlein ha vissuto fin da giovanissima di pane e politica, con un’attenzione più esplicita ai diritti civili e al tema dei migranti. Nonostante le consultazioni nei circoli Pd l’avessero bocciata con il 34,85 delle preferenze (contro il 52,85% di Bonaccini) la nuova segretaria piddina è stata artefice di una insperata rimonta, riuscendo a catturare in extremis il consenso dei tanti indecisi. 

Figlia di Melvin Schlein, professore emerito di Scienze della politica e di Storia alla Franklin University di Lugano e di Maria Paola Viviani, professoressa ordinaria di Diritto pubblico comparato presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria, Elly vanta anche una discendenza illustrissima, essendo nipote dell’avvocato antifascista, Agostino Viviani, senatore del Partito socialista e già presidente della Commissione giustizia in Senato. 

Nel 2011 si laurea in Giurisprudenza a Bologna con il massimo dei voti. Giovanissima, prese parte in maniera attiva alle mobilitazioni negli Usa per sostenere la candidatura a presidente di Barack Obama. Nel 2013 fu tra coloro che promossero la campagna di mobilitazione ‘Occupy PD’, una dura presa di posizione della base giovanile piddina contro la nascita del governo Letta, che si concretizzò in azioni dimostrative molto forti come l’occupazione di alcune sedi piddine. 

La carriera politica

Fiera sostenitrice di Pippo Civati alle Primarie del 2013, venne poi eletta come membro della direzione nazionale del partito. Nel 2014 ottenne un successo elettorale inaspettato alle elezioni del Parlamento Europeo nelle file dei dem, con oltre 53mila preferenze

La sua carriera politica è stata costellata da numerosi incarichi di prestigio come la vicepresidenza della delegazione alla Commissione parlamentare di stabilizzazione Ue-Albania e il ruolo di membro della Commissione per lo sviluppo. Nel 2015 decise di uscire dal Pd per aderire al partito fondato da Pippo Civati, ‘Possibile’. Non prese parte alle Europee del 2019, ma nel 2020 ricevette l’incarico di vicepresidente della Regione Emilia-Romagna dopo aver preso parte alle elezioni Regionali nel 2020 con la lista ‘Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista’, con la quale fu autrice di un incredibile exploit elettorale ottenendo quasi 23mila voti, un vero record che ha fatto di lei la candidata di lista più votata nella storia dell’Emilia-Romagna. 

Elly Schlein ha preso parte anche alle recenti elezioni Politiche, candidandosi con successo alla Camera dei Deputati come indipendente tra l liste del Pd. Scegliendo di sedere in Parlamento, è stata costretta a dover lasciare la carica di vicepresidente della Regione. Memorabile, per gli elettori del Pd, è stata la diretta social su Instagram, con la quale ha preannunciato la propria intenzione di candidarsi come nuova segretaria del Pd, dopo le dimissioni di Enrico Letta

“Parte da noi”: i punti nodali del programma di Elly Schlein

Il programma di “Elly” è intriso di proposte che mettono al centro del dibattito politico la giustizia sociale, la lotta contro i cambiamenti climatici e la sostenibilità. Proprio la grande attenzione rivolta ai diritti sociali e civili è stata la scintilla che ha fatto saltare il banco, consentendole di rimontare il gap di consensi nei confronti di Bonaccini. Un vero programma di sinistra che parla di rilancio dell’edilizia residenziale, di sanità pubblica, di tasse sui grandi patrimoni, ma anche del superamento della legge 194 sulle modalità di accesso all’aborto. 

Il programma “Parte da noi” strizza anche l’occhio all’emergenza climatica che colpisce in particolar modo i soggetti più fragili e impoveriti dalle crisi, nel nostro Paese così come in ogni latitudine del globo terrestre. Il mantra di Elly è l’incompatibilità tra “incarichi di partito e funzioni pubbliche e amministrative”. La sua visione politica scinde i ruoli all’interno del Pd dalla possibilità di svolgere altri incarichi. Il sogno di Elly è quello di creare un partito in grado di tornare al fianco dell’Italia e degli italiani, soprattutto di coloro che sono rimasti indietro anche a causa di politiche che hanno allargato il divario tra ricchi e poveri. Politiche superficiali e poco attente ai drammi degli ultimi e per nulla sensibili ai problemi del pianeta.

Prima delle primarie, la Schlein ha lanciato un appello ai militanti per  ritrovarsi “intorno a un’identità chiara” e per cambiare l’Italia. Un appello accorato che è stato raccolto da tutti quei militanti che le hanno tributato la giusta quantità di consensi per ribaltare un esito che appariva già scritto, sposando appieno la sua idea di un’Italia più giusta e più solidale. 

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