x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Contributo CIGS: tutto quello che devi sapere su questo sostegno al reddito!

Il contributo CIGS è un fondamentale sostegno al reddito dei dipendenti delle aziende in fase di riorganizzazione: scopri qui i dettagli.

Con il termine contributo CIGS si fa riferimento a quella che la maggior parte delle persone conoscono con il nome di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, uno dei più importanti strumenti di sostegno al reddito disponibili nel nostro Paese, ma non solo. Si tratta infatti di un fondamentale pilastro della sicurezza sociale non soltanto nel nostro Paese, ma anche in diverse altre nazioni estere che all’occorenza ne fanno uso. Il contributo CIGS è un’indennità che viene erogata dall’INPS per integrare la retribuzione di lavoratori di aziende in difficoltà economica, costrette ad affrontare situazioni di riorganizzazione aziendale, a volte anche per poter completare processi di transizione (individuati con decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) e realizzare contratti di solidarietà. Vediamo dunque insieme le caratteristiche di questo strumento, chi ne può beneficiare e tutto quello che è necessario sapere a riguardo.

Cos’è il Contributo CIGS?

Il Contributo CIGS è un sostegno economico offerto ai lavoratori che si trovano ad over operare in situazioni di gravi crisi aziendali e che sono di conseguenza costrette a ridurre l’orario di lavoro o a sospendere temporaneamente l’attività produttiva. Si tratta, in sostanza, di una valida alternativa al licenziamento quando l’azienda si ritrova a dover affrontare un momento molto delicato. Attraverso il Contributo CIGS si riesce dunque a mantenere l’occupazione e a preservare, di conseguenza, il prezioso capitale umano che fino a quel momento ha lavorato in azienda.

Ad oggi, i beneficiari di questo strumento sono tutti quei lavoratori che abbiano un contratto di lavoro subordinato, compresi gli apprendisti e i lavoratori a domicilio (sono esclusi però i dirigenti) che abbiano maturato un’anzianità lavorativa effettiva di 30 giorni alla data di presentazione della domanda.

Come funziona il Contributo CIGS?

Il Contributo CIGS (i cui dettagli sono indicati nel decreto legislativo sugli ammortizzatori sociali del 14 settembre 2015, n. 148), funziona in modo piuttosto semplice. Se un’azienda si dovesse trovare in difficoltà economica ritrovandosi costretta così ridurre l’orario di lavoro dei suoi dipendenti o ad interrompere temporaneamente l’attività potrà richiedere questo tipo di aiuto all’INPS: l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale valuterà così la richiesta e, se lo riterrà opportuno, concederà a chi ne abbia fatto richiesta un sostegno finanziario per coprire parte della retribuzione dei dipendenti interessati. Questi ultimi riceveranno così una parte del loro normale stipendio direttamente dall’azienda, mentre l’altra sarà fornita del contributo CIGS. In questo modo, anche nei momenti aziendali più difficili, i dipendenti riusciranno a portarsi a casa uno stipendio sufficiente per soddisfare le loro necessità.

Il Contributo CIGS, ad ogni modo, non dovrebbe in ogni caso essere visto come una misura a lungo termine, quanto piuttosto come una soluzione assolutamente temporanea. Non si può dunque prefigurare in alcun modo come un’alternativa permanente al licenziamento della forza lavoro che un’azienda non è più in grado di pagare, per qualunque motivo. Le stesse normative, d’altra parte, consentono l’uso limitato di questo tipo di strumento. La legge da quest’ultimo punto di vista parla chiaro. La disciplina prevede infatti che:

  • Per la causale di riorganizzazione aziendale è prevista una durata massima di 24 mesi, anche continuativi
  • Per la causale di crisi aziendale, è prevista una durata massima di 12 mesi, anche continuativi
  • Per la causale dei contratti di solidarietà, è prevista una durata massima di 24 mesi

Per quanto riguarda invece l’importo, l’integrazione salariale viene corrisposta nella misura dell’80% della retribuzione globale alla quale avrebbero avuto diritto i dipendenti interessati per le ore di lavoro non prestate comprese tra le 0 ore e il limite orario contrattuale (come riporta l’art. 3 del d.l.). Nella maggior parte dei casi, è il datore di lavoro ad anticipare al lavoratore l’integrazione salariale; ad ogni modo, l’INPS provvederà a versare l’integrazione direttamente ai lavoratori beneficiari (secondo quanto è stato precisato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) se l’impresa dovesse versare in difficoltà di ordine finanziario accertate dal servizio ispettivo dell‘Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Ecco cos'è il sostegno al reddito chiamato Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, anche conosciuto come contributo CIGS.
Una fabbrica

Cosa dice l’attuale normativa sui soggetti che possono far richiesta del contributo CIGS

In una comunicazione presente sul sito ufficiale del Ministero del Lavoro vengono riportare le ultime disposizioni della legge italiana in riferimento al contributo CIGS.

Sappiamo dunque che a partire dal 1° gennaio 2022 la disciplina in materia di intervento straordinario di integrazione salariale e i relativi obblighi contributivi trovano applicazione in relazione ai datori di lavoro non coperti dai Fondi di solidarietà bilaterali, dai Fondi di solidarietà bilaterali alternativi e dai Fondi di solidarietà territoriali e che, nei sei mesi precedenti alla data di presentazione della domanda, abbiano dato lavoro mediamente a più di 15 dipendenti. A prescindere dal numero dei dipendenti, inoltre, le stesse condizioni e gli obblighi contributivi si applicano anche nel caso di imprese operanti nell’ambito del trasporto aereo e della gestione aeroportuale e società da queste derivate, oltre ai partiti e ai movimenti politici e loro rispettive articolazioni e sezioni territoriali.

Argomenti