Anzianità di residenza, come funziona nel 2024 e di cosa parliamo? Il diritto all’abitazione consente a chi non ha la possibilità di ottenere una casa in affitto di procedere con le graduatorie per avere una casa popolare. Se hai un buon posto in graduatoria, puoi ottenere un appartamento e pagare un affitto al Comune di residenza. Il problema è che per accedere a queste graduatorie si dovrebbe già risiedere per un certo periodo di tempo nella Regione dove si intende partecipare per ottenere la casa. Come funziona e perché ci sono delle discussioni in merito?
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Che cosa è l’anzianità di residenza
L’anzianità di residenza è un requisito che si può trovare nei bandi di accesso alle case popolari e che è inserito da alcune Regioni. In particolare, la Regione chiede a chi vuole partecipare ai bandi di essere stato residente nel territorio per X anni (numero variabile da Regione a Regione). Un caso simile era avvenuto in Friuli Venezia Giulia nel 2010, quando il Tribunale di Udine sollevò la questione.
Infatti, secondo l’ordinanza n.615/2010, seguita dalla successiva ordinanza di Trieste, questo tipo di requisito causerebbe una discriminazione nei confronti dei cittadini extracomunitari che vorrebbero partecipare alle graduatorie, ma non possono farlo solo per questo requisito.
A intervenire di recente è anche la Consulta, che è intervenuta sul caso della Regione Veneto. In quel caso l’anzianità di residenza prevista dal bando regionale era di 5 anni. Il requisito di residenza impedirebbe di fatto l’accesso a chi ha bisogno della prima casa, violando il diritto, come spiegato anche in articolo dedicato de IlSole24Ore.
Quando decade la residenza
Se il requisito di anzianità di residenza crolla, vale la pena chiedersi quando va a decadere la residenza per chi ha già ottenuto la casa, oppure dopo aver acquistato un immobile da un’altra parte. Quando cambi casa hai tempo fino a 20 giorni per informare il Comune dove ti stai trasferendo per cambiare la residenza.
La Polizia Municipale effettua i controlli entro 45 giorni lavorativi dalla comunicazione del cambiamento. In più, devi inviare la comunicazione all’anagrafe, che provvederà in tempi rapidi a informare del cambiamento e a procedere con il cambiamento dei documenti. Questa operazione è necessaria anche per il calcolo delle tasse sulla spazzatura.
Se decidi di non dichiarare il cambio di residenza, lo fai a tuo rischio e pericolo. Infatti, tutti gli atti e gli accertamenti arriveranno al vecchio indirizzo. In più, potresti trovarti in un Comune dove il servizio sanitario è diverso rispetto alla tua vecchia residenza: non dichiarare potrebbe comportare un mancato accesso alle cure.
Chi ti può togliere la residenza
La residenza può essere tolta solo dagli impiegati del Comune addetti a questa questione. La procedura non è automatica. Infatti, l’ente provvederà a effettuare dei controlli e a inviarti delle notifiche in caso di mancato cambio di residenza.
Il problema è che le notifiche arriveranno al vecchio indirizzo e potresti non sapere del loro arrivo! Per questo diventa importante procedere con il cambio di residenza nei tempi previsti. Infatti, il Comune non è tenuto ad avvisarti tramite PEC di cosa sta succedendo.
Così rischi di non sapere nulla finché non hai bisogno di andare in ospedale, oppure di rivolgerti al Comune per cambiare le pratiche. Questa piccola procedura causa danni se non viene effettuata, anche se devi partecipare a un concorso pubblico: l’identità e la residenza sono i primi aspetti che si valutano al momento della presentazione delle domande.
Quanto tempo posso stare senza cambiare residenza
Purtroppo i tempi per il cambio di residenza sono stretti. Infatti, tu hai tempo 20 giorni da quando ti trasferisci, ma l’ente che deve procedere con le verifiche si prende 45 giorni lavorativi per poter completare la pratica. In ogni caso è importante tenere conto anche della distanza tra un Comune e l’altro.
Infatti, chi si sposta da una zona all’altra dello stesso Comune ha gli stessi tempi per comunicare il cambio della residenza, ma potrà contare su documenti validi, perché il Comune è sempre quello. Invece, se i due Comuni sono di province diverse, allora non effettuare il cambio può comportare anche la cancellazione nel registro della popolazione residente.
Infine è importante avere i documenti in ordine perché non si sa mai cosa può succedere nella vita. Se ti trovi ad aver bisogno di chiedere una casa popolare, come vedi in alcune Regioni l’anzianità di residenza conta ancora, anche se questo requisito sta per perdere validità.
Se dovessi essere cancellato, devi procedere con il ripristino della residenza anagrafica. Questo si effettua registrandosi di nuovo al Comune di residenza, oppure con il ricorso al Prefetto se questa prima opzione non andasse a buon fine.
Il Prefetto può accettare il ricorso e annullare la cancellazione, oppure rifiutarlo e indicarti cosa fare per iscriverti nuovamente nel registro dei residenti. Purtroppo, però, i tempi sono abbastanza lunghi, così ti conviene evitare e procedere con le pratiche nei tempi previsti per stare tranquillo.