In economia, con il termine composite leading indicator (o CLI) si fa riferimento a un particolare strumento in grado di fornire segnali precoci dei punti di svolta nei cicli economici, mettendo così in evidenza le fluttuazioni dell’attività economica attorno al suo livello potenziale di lungo termine. È inoltre importante ricordare che i CLI mostrano movimenti economici a breve termine in termini qualitativi piuttosto che quantitativi. Cercheremo qui di seguito di spiegare più nel dettaglio di cosa si tratta e quali possano essere i suoi utilizzi.
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Il funzionamento del CLI
Si tratta di un approccio che si concentra sui punti di svolta economici (a volte chiamati picchi o depressioni). Il CLI si può presentare in molte forme differenti, anche se ne esiste una preferita da parte dell’OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ed è quella con l‘ampiezza aggiustata. Questa forma è utilizzata per ottimizzare il tempo di anticipo e, di conseguenza, è quella presentata più spesso nelle pubblicazioni CLI dell’OCSE.
Il CLI è inoltre regolarmente oggetto di revisione, si tratta di un processo naturale. Per isolare i modelli ciclici, le serie devono essere sottoposte a diversi filtri (destagionalizzazione, rilevamento di valori anomali, smoothing, normalizzazione). Tutti questi filtri operano sull’intera serie temporale e generano costanti revisioni dei CLI. I filtri che causano le maggiori revisioni sono quelli di destagionalizzazione (cioè la depurazione dalle variabili stagionali) e smoothing (che permette di diluire l’impatto di un onere finanziario nel tempo).
Ricordiamo inoltre che l’indice è composto da un totale di 10 componenti economiche le cui variazioni tendono a precedere i cambiamenti nell’economia generale. I business e gli investitori possono utilizzare tale strumento per pianificare le loro attività in base alle aspettative di performance dell’economia e proteggersi dai rallentamenti economici.
Le 10 componenti
SI vedano qui di seguito, tutte e 10 le componenti del composite leading indicator più in dettaglio.
- Le ore settimanali medie lavorate dai lavoratori del settore manifatturiero indicano il reddito dei consumatori e la domanda di lavoro delle imprese;
- Il volume dei nuovi ordini dei produttori di beni di consumo e materiali indica le spese operative a breve termine delle imprese;
- Il numero medio delle domande iniziali di assicurazione contro la disoccupazione indica possibili cambiamenti a livello della disoccupazione, riflettono il livello di attività economica e influenzano il reddito dei consumatori;
- La misura dei nuovi ordini in arrivo indica se il settore manifatturiero è in crescita o in perdita;
- Il volume dei nuovi ordini dei produttori di beni di consumo e materiali indica le spese operative a breve termine delle imprese.
- Il numero di nuovi permessi di costruzione per edifici residenziali è un indicatore per le future spese per progetti di costruzione;
- Gli indici azionari sono indicatori del valore totale del settore commerciale e della ricchezza nominale dei detentori di azioni;
- Il differenziale tra i tassi di interesse a lungo e breve termine indica le aspettative dei partecipanti al mercato obbligazionario riguardo alle future performance dell’economia
- La fornitura monetaria aggiustata per l’inflazione indica il potere d’acquisto degli asset altamente liquidi disponibili nel sistema finanziario per l’indebitamento e la spesa delle imprese e dei consumatori;
- Le aspettative medie dei consumatori sulle condizioni aziendali indicano il sentiment dei consumatori orientato al futuro per i 6-12 mesi successivi;
L’importanza del CLI
Trattandosi di un mezzo per prevedere determinate fluttuazioni economice, il CLI è importante perché permette ai business di prepararsi adeguatamente nel caso i segnali puntassero ad un’eventuale fase di recessione.
Alla luce di quanto emerso finora si potrebbe pensare che un declino dei valori che compongono l’indice sia di per sé un indicatore di recessione imminente o in corso, ma non è esattamente così. Fare previsioni accurate sulle recessioni è, in effetti, molto più difficile di quello che si potrebbe pensare. A proposito, un documento di lavoro del Fondo Monetario Internazionale pubblicato nel 2018 ha dimostrato che sovente anche gli economisti più esperti non sono in grado di prevedere l’inizio né l’entità delle contrazioni economiche.
Stando ai dati della piattaforma The Conference Board, l’LEI ha la tendenza a raggiungere il suo picco circa 11 o 12 mesi prima di una recessione. L’indice ha attirato l’attenzione dei media nel gennaio 2023 perché il suo ultimo picco era avvenuto nel febbraio 2022, con declini mensili consecutivi per il resto dell’anno, lanciando segnali inquietanti riguardo ad un’imminente recessione. A dicembre 2022, che ha segnato il decimo mese di tendenza al ribasso dell’LEI, sette dei 10 componenti dell’indice erano diminuiti.
Per riuscire a non affogare nel mare in tempesta, ad ogni modo, i business dovrebbero impegnarsi in maniera preventiva e giocare d’anticipo, rafforzando i loro fondi di emergenza che riusciranno a sostenerli anche nei momenti più critici con liquidità emergenziale.