Di norma quando si parla di azioni sul mercato finanziario si è portati a pensare a strumenti che fanno parte di un mondo completamente a parte rispetto a determinate dinamiche social a cui assistiamo quotidianamente, su Facebook, Instagram, X o TikTok. Eppure negli ultimi anni si è anche iniziato a parlare delle cosiddette meme stocks, un particolare tipo di titoli azionari legati strettamente alla viralità e al mondo (spesso assurdo e fuori le righe) del web. Qui di seguito proveremo a spiegare più nel dettaglio le loro caratteristiche, evideziandone al contempo i vantaggi e i rischi per gli investitori.
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Cosa sono le meme stocks?
Partiamo innanzitutto dalla risposta ad una semplice domanda: che cosa sono i meme? Si tratta di un neologismo nato nel corso degli ultimi anni, sulla scia dell’esplosione della piattaforme social: in sostanza, i meme sono delle immagini ironiche (ne esistono a migliaia) che vengono utilizzate dagli utenti online, per esempio, per commentare un particolare evento. I meme spesso sono dei fotomontaggi di altre immagini, contengono citazioni di film, possono essere anche brevi clip: insomma, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Uno dei più celebri (ma gli esempi sono infiniti) è Hide the pain Harold, un ingegnere ungherese diventato star della rete per puro caso.
Fatte le dovute premesse, le meme stocks sono nello specifico dei titoli azionari che subiscono un’impennata improvvisa del loro valore a causa dell’interesse generato sui social media. Questi movimenti di prezzo non sono solitamente basati su fondamentali economici solidi o notizie aziendali significative, ma piuttosto sull’entusiasmo e il sentiment di una vasta comunità online. I membri di queste comunità, spesso piccoli investitori retail, acquistano e vendono azioni proprio basandosi sui meme sopra citati.
Non è raro, dunque, che i meme stocks diventino l’oggetto di accese discussioni e analisi approfondite nei thread su siti web come Reddit e nei post rivolti ai follower su piattaforme come X e Facebook.
Chi punta sui meme stock?
Risulta evidente, alla luce di quanto detto fino a questo punto, che gli investitori in questo tipo di titoli non sono esattamente tra i massimi esperti del mercato azionario.
Per quanto alcuni commentatori ritengano che le comunità di meme stock coordino i loro sforzi per influenzare i prezzi di queste azioni, gli azionisti di meme stock sono in realtà spesso un insieme disorganizzato di individui indipendenti, ciascuno con le proprie opinioni e preferenze di investimento. Le azioni indipendenti di tali individui, prese nel loro complesso, hanno dimostrato di poter innescare short squeeze in titoli fortemente venduti allo scoperto. Di conseguenza, i meme stock possono diventare sopravvalutati rispetto all’analisi tecnica fondamentale.
Caratteristiche dei meme stock
Chi è intenzionato a investire in questi particolari tipi di titoli azionari dovrebbe essere consapevole di una serie di caratteristiche che non andrebbero sottovalutate. Nello specifico:
- Presentano una volatilità estrema: i prezzi delle meme stocks possono fluttuare notevolmente in brevi periodi, rendendole estremamente rischiose per gli investitori;
- Dipendono dall’attività delle comunità online: il movimento dei prezzi è spesso guidato da discussioni e post su forum come Reddit, Twitter e altre piattaforme social;
- Coinvolgono degli investitori retail: le meme stocks attirano principalmente piccoli investitori piuttosto che grandi investitori istituzionali;
- Sono disconnesse dai fondamentali: le valutazioni delle meme stocks non riflettono necessariamente la salute finanziaria o le reali prospettive di crescita delle aziende.
ll primo caso di meme stock: Gamestop
Nell’agosto 2020, il celebre YouTuber Keith Gill aka Roaring Kitty (che oggi sul suo canale vanta 977.000 follower) aveva pubblicato un video virale esponendo le ragioni per cui, secondo lui, le azioni del rivenditore di videogiochi GameStop Corp. (GME) sarebbero potute salire da 5 a 50 dollari per azione.
All’interno della clip, la webstar spiegava che il titolo aveva uno dei più alti interessi di vendita allo scoperto sul mercato, con posizioni corte detenute in gran parte da hedge fund, e che questi fondi avrebbero dovuto coprire le loro posizioni in caso di un massiccio short squeeze, facendo salire notevolmente il prezzo delle azioni. Proprio pochissimi giorni dopo, l’ex CEO di Chewy.com e investitore Ryan Cohen acquistò una quantità sconosciuta di azioni GME, che Gill riconobbe su Twitter (ora X). Nel novembre 2020, venne confermato che Cohen possedeva una quota del 10% nella società. Successivamente, il 12 gennaio del 2021, Cohen entrò a far parte del consiglio di amministrazione dell’azienda e il titolo aumentò rapidamente; due giorni dopo, il valore delle azioni raddoppiò segnando un incremento di 8 volte rispetto al prezzo previsto nei precedenti post di Cohen e Gill.
Sempre a gennaio del 2021 lo short squeeze che Roaring Kitty aveva suggerito in precedenza avvenne per davvero, proprio come previsto, con il prezzo delle azioni GME che esplose a quasi 500 dollari in mezzo a un frenesia di copertura di posizioni corte e acquisti legati al “panico” del momento. Lo squeeze lasciò dietro di sé importanti strascichi, che andarono a colpire soprattutto alcuni hedge fund, alcuni dei quali furono costretti a chiudere a causa delle pesanti perdite registrate.
Il caso Gamestop non è stato l’unico dove si è assistito ad una vera e propria corsa a questi meme stock: qualcosa di simile è infatti accaduto anche ai titoli di aziende come la catena di sale cinematografiche AMC Entertainment Holding e Blackberry Limited (BB), un produttore di smartphone obsoleti.