
Avete mai sentito parlare del movimento FIRE? Questa “moda” degli ultimi anni è diventata a suo modo virale soprattutto tra i millennial e si basa sul principio del massimo risparmio possibile nel corso della vita per potere andare in pensione molto presto. Ma siamo sicuri che sia davvero possibile attuare una soluzione del genere? Su Affari e Finanza oggi trovate un approfondimento sul tema.
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Numeri chiave

Il FIRE si basa su un percorso di estrema parsimonia e investimenti aggressivi per raggiungere l’indipendenza finanziaria in età avanzata. L’obiettivo può essere ritirarsi prima dell’età standard (65-70 anni) o conquistare maggiore libertà finanziaria. Chi punta alla pensione anticipata può vivere con prelievi minimi dal proprio portafoglio o integrare con un lavoro a tempo parziale.
I sostenitori di questo stile di vita risparmiano fino al 75% del reddito annuo durante gli anni lavorativi. Quando il loro capitale raggiunge il numero FIRE, pari a 25 volte le spese annuali, possono abbandonare il lavoro a tempo pieno o smettere di lavorare del tutto.
Per sostenere le spese dopo il ritiro precoce, i seguaci del FIRE prelevano una piccola percentuale dei risparmi, solitamente tra il 3% e il 4% annuo, adeguata all’inflazione. Questo richiede una gestione attenta delle spese e un impegno costante nel monitorare e ribilanciare gli investimenti.
Secondo dati ISTAT, in Italia, il tasso di risparmio medio delle famiglie è intorno al 10-12%, ma per il FIRE è necessario risparmiare tra il 50% e il 70% del reddito netto. Ad esempio, una persona con uno stipendio netto di 2.000 euro al mese che spende 1.000 euro (tasso di risparmio del 50%) dovrebbe accumulare un capitale di 300.000 euro (25 x 12.000 euro annui) per vivere con 1.000 euro al mese in pensione. Proviamo a questo punto a immaginarci, schematicamente, diversi scenari.
Spese annuali | Capitale necessario (25x) |
12.000 € | 300.000 € |
24.000 € | 600.000 € |
36.000 € | 900.000 € |
Questi numeri prendono in considerazione un SWR (cioè un tasso di prelievo sicuro) del 4% ma in contesti con inflazione elevata o mercati volatili, alcuni preferiscono un SWR ancor più conservativo (3-3,5%), il che aumenta il capitale necessario.
Portafogli tipo
Non raggiungerai il FIRE semplicemente depositando i tuoi soldi in banca, anche in un conto ad alto rendimento. Tuttavia, ciò non significa che devi essere imprudente con gli investimenti.
Di norma, per costruire il capitale necessario, gli aderenti al FIRE italiani adottano portafogli diversificati, bilanciando crescita e stabilità. Ecco tre componenti chiave:
- ETF core: gli Exchange Traded Funds (ETF) sono il pilastro di molti portafogli FIRE per la loro semplicità, bassi costi e le opportunità di diversificazione. Un ETF azionario globale (es. MSCI World o Vanguard FTSE All-World) è spesso la scelta preferita di questi investitori, con un’allocazione del 60-80% per chi ha un orizzonte temporale lungo. Ad esempio, un ETF azionario globale può rendere in media il 7-8% annuo (al netto dell’inflazione);
- Obbligazionario: per ridurre la volatilità, il 20-40% del portafoglio può essere allocato in obbligazioni, come ETF su bond governativi europei o globali a bassa duration. Questi offrono stabilità, ma i rendimenti sono inferiori (1-3% annuo);
- Cash buffer: un fondo di emergenza in contanti (3-12 mesi di spese) è essenziale per affrontare imprevisti o cali di mercato, evitando di vendere asset in perdita. In Italia, conti deposito con rendimenti del 2-4% possono essere una scelta valida.
Un esempio di portafoglio sul quale vale la pena di puntare potrebbe essere: 70% ETF azionario globale, 20% ETF obbligazionario, 10% cash o equivalenti.
Rischi
In linea teorica, questa strategia ci dovrebbe portare a risparmi capaci di garantirci un futuro sereno e un ritiro precoce dal mondo del lavoro. Ma non mancano ovviamente i lati oscuri.
Un tasso di risparmio aggressivo può non essere realistico per chi ha figli o genitori anziani a carico. Inoltre, l’inflazione o un mercato ribassista prima del ritiro potrebbero rendere difficile il raggiungimento dell’obiettivo, costringendoci a modificare i piani.
Pensiamo poi anche ad un altro aspetto: nel nostro Paese molti italiani possiedono la casa in cui vivono, il che evita loro il pagamento di un affitto, ma le spese di manutenzione, tasse (es. IMU) e imprevisti (es. riparazioni) possono comunque pesare molto sulle loro finanze complessive. Chi affitta deve prevedere un aumento dei costi nel tempo: basti a pensare ai cambiamenti nel mercato immobiliare in città come Milano negli ultimi 20 anni.
Piani B
Non tutti possono o vogliono raggiungere il FIRE puro (pensione totale). Esistono varianti più flessibili:
- Barista FIRE: si smette di lavorare a tempo pieno, ma si mantiene un lavoro part-time a bassa pressione (es. barista, freelance) per coprire parte delle spese, riducendo la necessità di un grande capitale;
- Coast FIRE: si accumula un capitale sufficiente che, con il tempo e senza ulteriori contributi, crescerà fino a coprire le spese pensionistiche grazie agli interessi composti;
- Part-time: ridurre le ore lavorative o passare a un lavoro meno stressante, mantenendo un reddito parziale e continuando a risparmiare.
Queste strategie permettono di bilanciare libertà e sicurezza finanziaria, adattandosi al contesto italiano dove stipendi e risparmi sono spesso limitati.
Tre ipotetici casi italiani

Ecco tre possibili profili di contribuenti italiani che perseguono il FIRE, con budget e strategie:
- Luca, 30 anni, single, di Milano
- Reddito netto: 2.500 €/mese;
- Spese: 1.200 €/mese (tasso di risparmio: 52%);
- Obiettivo: 360.000 € (per 1.200 €/mese in pensione);
- Strategia: Investe 1.300 €/mese in un portafoglio 80% ETF azionario globale, 15% obbligazioni, 5% cash. Vive in affitto (600 €/mese) e prevede di raggiungere il FIRE a 45 anni, lavorando part-time dopo i 40 (Coast FIRE).
- Giulia, 35 anni, in una coppia, di Firenze
- Reddito netto famiglia: 4.000 €/mese;
- Spese: 2.000 €/mese (tasso di risparmio: 50%);
- Obiettivo: 600.000 € (per 2.000 €/mese in pensione);
- Strategia: investe 2.000 €/mese in un portafoglio 70% ETF azionario, 20% obbligazioni, 10% cash. Possiede casa, eliminando l’affitto, ma prevede spese mediche private. Punta al FIRE a 50 anni, con possibilità di Barista FIRE.
- Marco, 40 anni, ha una famiglia con un figlio, vive a Roma
- Reddito netto famiglia: 5.000 €/mese;
- Spese: 3.000 €/mese (tasso di risparmio: 40%);
- Obiettivo: 900.000 € (per 3.000 €/mese in pensione);
- Strategia: Investe 2.000 €/mese in un portafoglio 60% ETF azionario, 30% obbligazioni, 10% cash. Ha un mutuo (800 €/mese) e prevede di estinguerlo prima del FIRE. Mira al FIRE a 55 anni, con un piano part-time per coprire spese extra.