Bilanciare il proprio portafoglio di fondi significa costruire un portafoglio perfettamente modellato in base alla tolleranza al rischio individuale e ai propri obiettivi di investimento. L’investitore deve avere sempre un ruolo attivo nella gestione del proprio portafoglio e non solo “impostarlo e poi dimenticarlo”. Bisogna assicurarsi che il portafoglio rimanga bilanciato nel tempo magari effettuando successive operazioni di ribilanciamento all’occorrenza.
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Bilanciare il proprio portafoglio assicura all’investitore di gestire un mix di asset di investimento – solitamente azioni e obbligazioni – appropriato per la propria tolleranza al rischio e per gli obiettivi prefissati in termini di rendimento. Il ribilanciamento del portafoglio consente di mantenere nel tempo il livello di rischio desiderato.
Come effettuare un corretto ribilanciamento
Col trascorrere del tempo, i portafogli naturalmente si sbilanciano poiché i prezzi dei singoli investimenti fluttuano e quindi si modificano. La condotta ideale sarebbe sempre quella di ribilanciare il proprio portafoglio a intervalli di tempo prestabiliti o quando la collocazione del capitale ha registrato una importante deviazione, creando uno squilibrio nel portafoglio.
Per ribilanciare in maniera efficace occorre vendere un investimento e acquistarne un altro o allocare fondi aggiuntivi ad azioni o obbligazioni.
Perché bilanciare e ribilanciare un portafoglio è così importante?
Il portafoglio va sempre bilanciato al fine di raggiungere le proporzioni desiderate di rischio e di potenziale di rendimento. Quando si investono fondi per la prima volta in una strategia di investimento, spesso si sceglie una strada più moderata magari impostando il proprio portafoglio con il 70% di azioni e il 30% in obbligazioni.
Col trascorrere dei mesi (o degli anni), queste allocazioni nel portafoglio modificano le loro proporzioni rispetto al mix originario. In genere, in condizioni normali, il valore del mercato azionario raddoppia in cinque anni mentre il valore del mercato obbligazionario può crescere ma con rendimenti inferiori. Il valore delle azioni nel portafoglio rischia di diventare preponderante rispetto al valore delle obbligazioni, il che sbilancia notevolmente il portafoglio di investimenti.
In questo caso occorre intervenire ribilanciando il proprio conto di investimento per mantenere un portafoglio ancora perfettamente bilanciato nel tempo. Se la propria tolleranza al rischio originale ha indotto l’investitore ad investire il 70% del proprio denaro in azioni, allora il proprio portafoglio ribilanciato dovrebbe emulare la scelta originale, optando ancora per il 70% di azioni.
Come riequilibrare il portafoglio
Come funziona il ribilanciamento del portafoglio? In poche parole, riequilibrare significa vendere uno o più asset e utilizzare i proventi per acquistarne altri al fine di ottenere l’asset allocation desiderata. Continuando con l’esempio sopra, bisognerebbe vendere alcuni dei propri investimenti azionari e investire i soldi in obbligazioni o acquistare più obbligazioni per riallineare la propria allocazione patrimoniale con la tolleranza al rischio accettata.
Quale opzione scegliere?
Allocare il proprio capitale in modo strategico, facendo le opportune variazioni è sempre una scelta da preferire. Ad esempio, se un titolo è diventato sovradimensionato nel proprio portafoglio, la cosa migliore da fare è investire i nuovi depositi in altri titoli più stimolanti fino a quando il portafoglio non sarà nuovamente bilanciato. Si può ribilanciare il portafoglio nel modo “tradizionale” – senza investire denaro aggiuntivo – ma in questo caso sarà necessario vendere gli asset più performanti.
Oppure si può scegliere di ribilanciare il portafoglio apportando nuovi fondi senza toccare le azioni che stanno sovraperformando, sperando che continuino a farlo. Va detto che non esiste un metodo perfetto per diversificare e bilanciare il portafoglio. A volte bisogna fidarsi del proprio istinto o farsi aiutare da un consulente esperto, ma non esistono dei sistemi che garantiscono rendimenti alti.
La regola del 110
Un metodo per determinare la migliore asset allocation è la cosiddetta Regola del 110. Per applicare questo metodo occorre sottrarre la propria età al numero 110 per determinare quale percentuale del portafoglio dovrebbe essere allocata in azioni, mentre il resto dovrebbe essere investito in obbligazioni. Ad esempio, se l’investitore ha 40 anni, significa che circa il 70% del portafoglio dovrebbe essere in azioni, mentre il restante 30% in obbligazioni.
Si tratta di uno dei tanti metodi che possono essere seguiti, ma è anche importante considerare la propria situazione individuale. Gli investitori tolleranti al rischio e alle fluttuazioni di mercato nel breve termine, in genere hanno pochi timori. In questo caso il portafoglio bilanciato potrebbe spostarsi leggermente a favore delle azioni.
Se invece la volatilità del mercato azionario non fa dormire sonni tranquilli, allora si può peccare in eccesso di prudenza allocando più denaro in obbligazioni. Un portafoglio che può essere ben bilanciato per un investitore, potrebbe non esserlo per un altro. E’ come un abito che va realizzato su misura e che non può avere una “taglia” universale.