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Usa, inflazione di aprile in lieve calo: la Fed pronta a prendere una decisione sui tassi?

Grafici e statistiche inflazione

La Fed potrebbe decidere, una volta per tutte, di deporre l’arma dei tassi dopo le notizie incoraggianti arrivate sul fronte dei prezzi al consumo relativi al mese di aprile. Gli ultimi report, infatti, diffusi nell’Inflation Day, hanno consolidato le aspettative di coloro che anelano ad uno stop del rialzo dei tassi di interesse. Anche i trader stanno scommettendo sulla probabilità che la Fed decida di fare una “pausa” stando ai dati diffusi dal FedWatch del CME Group

Il rialzo su base annua, che è risultato pari al +4,9%, è un dato decisamente molto più accettabile rispetto ai dati dello scorso mese di giugno quando l’inflazione raggiunse livelli record che non si erano mai toccati negli ultimi 40 anni, quando i prezzi al consumo fecero registrare un balzo del +9,1%. E’ anche vero che i dati sull’inflazione stanno continuando a viaggiare a passo doppio rispetto ai dati “ideali” auspicati dalla Fed che non dovrebbero sforare il 2%. 

A crescere in modo costante sono i costi relativi agli alloggi che ad aprile sono saliti dello 0,4%, così come i prezzi delle auto e dei camion usati (+4,4%). Sono schizzati ancora in alto anche i costi del carburante per auto. 

Per quanto concerne la componente core il CPI core, che non include le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici, ad aprile è salito dello 0,4% e del 5,5% su base annua: un dato che sostanzialmente riflette le stime degli analisti. Complessivamente, secondo la tesi degli analisti, le spinte inflazionistiche stanno pian piano segnando il passo aprendo spiragli di ottimismo per il prossimo futuro. E’ molto probabile che la Fed possa mettere in “pausa” la leva dei tassi per attendere l’evoluzione del mercato, ma difficilmente si registrerà un dietrofront con un taglio del costo del denaro. 

L’unica certezza è che in questo momento i tassi sui fed funds Usa continuano a rimanere molto elevati, su valori record che non si vedevano da 16 anni a questa parte, oscillando tra il 5% e il 5,25%. Per dieci mesi consecutivi, la Fed ha rialzato i tassi di interesse, a partire da marzo del 2022, e tutt’ora l’ascesa dei prezzi non si è ancora conclusa. 

I dati premiano le scelte della Fed

Il “raffreddamento” dell’inflazione Usa conferma la bontà dell’operato della Fed che è riuscita a smorzare l’inflazione, anche se i progressi sono più lenti di quanto si potesse immaginare. 

Rimangono ancora le legittime preoccupazioni per il sottoindice del dato sull’inflazione che misura i costi degli alloggi (shelter) che hanno fatto registrare ad aprile un altro balzo del +0,4% nel mese di aprile, con un incremento complessivo dell’8,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Inatteso anche il balzo deciso dei prezzi delle auto e dei camion usati (+4,4%) anche perchè i dati precedenti avevano fatto registrare delle incoraggianti flessioni. Balzo in avanti anche per l’indice dei prezzi energetici, cresciuto dello 0,6%, sulla scorta dell’impennata dei prezzi della benzina che sono saliti del 3%. Dati incoraggianti sono stati registrati ad aprile per alcuni beni di prima necessità come il latte, il cui prezzo è calato del 2% su base mensile. Una flessione che non si registrava dal mese di febbraio 2015. In calo anche i prezzi delle uova che hanno fatto registrare una riduzione dell’1,5, anche se su base annua il costo rimane ancora molto sostenuto (+21,4%). 

Il sostanziale cambio della composizione dell’inflazione

Gli ultimi dati hanno confermato anche che la composizione dell’inflazione sta cambiando, soprattutto per via del calo netto del costo dei servizi, i cui progressi dei prezzi si stanno avvicinando sempre più a quel fatidico +2% atteso dalla Fed. La buona notizia per gli americani è che i prezzi dei generi alimentari e degli affitti hanno fatto registrare una decisa contrazione negli ultimi due mesi, un dato che farebbe presumere una pressione meno forte sui portafogli delle famiglie a reddito medio-basso. Secondo alcuni analisti finanziari, l’inflazione si starebbe riducendo ad un ritmo incoraggiante e comunque non tale da far temere una recessione dietro l’angolo. 

Si sta materializzando pian piano una sorta di atterraggio morbido che rappresenterebbe per la Fed l’evoluzione ideale per non creare contraccolpi sul mercato. Il calo dell’inflazione potrebbe adesso far concentrare l’attenzione della Fed sui dati relativi alla crescita e al mercato del lavoro. Quello che appare certo, secondo gli analisti, è che la Fed adesso godrebbe di un margine di manovra per reagire, qualora fosse necessario. I dati recenti indicano che lo spauracchio di un’inflazione persistentemente alta si sta decisamente dissolvendo, anche se bisognerà attendere i prossimi mesi per avere delle certezze più solide. 

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