L’industria automobilistica tedesca ha chiesto un regime di sovvenzioni Green in perfetto stile Americano per l’Europa, col fine di garantire lo sviluppo del settore automobilistico Europeo.
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Hildegard Müller, presidente della lobby automobilistica tedesca VDA, mercoledì della settimana scorsa ha invitato sia Bruxelles che Berlino a garantire che le politiche volte a proteggere l’ambiente salvaguardino anche la competitività dell’industria Europea.
“Gli Stati Uniti hanno riconosciuto ciò che devono fare per il loro Paese e sia la Germania che l’Europa devono fare lo stesso“, ha detto, in riferimento all’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, che include 369 miliardi di dollari di sussidi per le tecnologie Green e ha suscitato polemiche in Europa.
Ha inoltre descritto l’IRA come un “campanello d’allarme” per i regolatori Europei. Questo perché, secondo l’ex ministro, si trattava di un approccio normativo protezionista e discriminatorio che risulta in contrasto con l’ideale di commercio aperto.
I commenti della Müller sono arrivati il giorno dopo che il primo ministro belga ha accusato gli Stati Uniti di una campagna eccessivamente aggressiva per attirare le aziende Europee dall’altra parte dell’Atlantico con la sua nuova legge sui sussidi verdi.
Nella mente della Müller
La presidente della VDA ha confessato di temere un ipotetico esodo dei fornitori tedeschi di piccole e medie dimensioni. Una recente indagine condotta dall’organizzazione aveva mostrato che il 22% voleva investire all’estero, mentre il 53% delle Pmi fornitrici rinviava o addirittura annullava gli investimenti.
Secondo la Müller, solo una trasformazione oggettivamente di successo (per il clima e l’economia) sarà replicata in tutto il mondo in futuro. Ha poi aggiunto che la pandemia, la guerra in Ucraina e la successiva crisi energetica hanno dimostrato che il nostro precedente modello economico non è più un garanzia automatica di prosperità.
In conclusione ha evidenziato come ignorare i segnali di allarme del crescente peso dell’aumento dei prezzi dell’energia sia, oggi più che mai, un atto di estrema negligenza.
I dati della VDA
Nuove stime pubblicate dalla VDA hanno mostrato che si prevede che il mercato globale delle autovetture crescerà del 4%, toccando 72 milioni di unità nel 2023. Il che sarebbe ancora molto al di sotto degli 80,9 milioni di auto prodotte l’anno prima della pandemia.
Il mercato tedesco avrebbe dovuto raggiungere i 2,7 milioni di auto, un livello ancora un quarto inferiore rispetto al 2019.
La Cina, nel frattempo, ha superato i livelli pre-coronavirus lo scorso anno. E le previsioni future sono alquanto positive in quanto si presume che raggiungerà i 23,7 milioni nel 2023.
La super potenza asiatica sta diventando una problema per l’industria automobilistica tedesca. Questo perché sta facendo fortemente affidamento sulla classe media in rapida crescita del Paese per le vendite. Ciò si traduce nel rischio di dipendere fin troppo da uno Stato autocratico come la Cina.
Dati alla mano, un’auto su tre realizzata da un produttore tedesco viene venduta sul mercato cinese, secondo la VDA. Sostanzialmente, case automobilistiche come Volkswagen, BMW e Mercedes producono e vendono molte più automobili in Cina che in Germania.