Le decisioni che la Federale Reserve prenderà nei prossimi mesi stanno rendendo ansiosi molti investitori come mai accaduto in passato. L’economia americana sta pian piano venendo fuori da una burrasca “inflazionistica” che è stata tra le peggiori mai viste negli ultimi 40 anni, toccando il picco un anno fa. La Fed ha adottato la più aggressiva campagna di aumenti dei tassi di interesse dai tempi del defunto ex presidente Carter e della prima amministrazione Reagan, per riuscire ad arginare la salita dei prezzi.
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Se è vero che il Federal Open Market Committee (FOMC) della banca centrale americana ha fatto la mossa ampiamente attesa di lasciare invariati i tassi di interesse a giugno, la pausa “super aggressiva” della Fed potrebbe rappresentare solo un episodio. L’istituto bancario presieduto da Jerome Powell ha lasciato la porta spalancata alla ripresa dei rialzi dei tassi nelle riunioni future.
L’impatto del rialzo dei tassi sul sistema bancario
Ma proprio ulteriori aumenti dei tassi di interesse sono l’ultima cosa che gli investitori vorrebbero si verificasse. Non si può non sottovalutare l’impatto che l’aumento del costo del denaro ha avuto sul sistema bancario statunitense. La Silicon Valley Bank e la Signature Bank sono andate in default, mentre il Credit Suisse (CS) è stato costretto al salvataggio da parte di UBS (UBS) e la First Republic Bank è stata rilevata da JPMorgan Chase (JPM) per evitare la bancarotta.
E non si può non evidenziare come il ritmo rapidissimo con cui i tassi sono stati aumentati, ha avuto serie ripercussioni sui mercati azionari nel 2022. L’S&P 500 ha generato un rendimento totale (variazione di prezzo più dividendi) del -18% lo scorso anno. Nel frattempo, i dati economici non aiutano in modo definitivo a sostenere tassi di interesse più bassi, anche se gli aumenti dei tassi mettono sotto pressione il settore bancario e minacciano di spingere l’economia in recessione.
Il dato positivo è che l’inflazione si è raffreddata ancora una volta a maggio, anche se la discesa dei prezzi è più lenta di quella attesa dagli analisti. Con questi dati alla mano, la Federal Reserve potrebbe decidere di sospendere la lunga campagna di rialzi dei tassi di interesse, anche se il rapporto IPC e gli altri dati macroenomici degli ultimi giorni, non fanno dormire sonni tranquilli agli investitori e non sono per nulla rassicuranti.
Ecco perchè le prossime riunioni Fed saranno cruciali per capire quale sarà il nuovo corso e quali politiche monetarie saranno adottate per rilanciare l’economia. L’IPC core, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, rimane ostinatamente elevato, così come sta accadendo anche in Europa. Nelle sue ultime dichiarazioni, la Fed ha spiegato che non si potrà scrivere con certezza la parola “fine” alla corsa al rialzo dei tassi di interesse.
I pessimi dati sul PIL statunitense
Non va neanche dimenticato che il prodotto interno lordo ha subito una battuta d’arresto nel primo trimestre, penalizzato dall’elevata inflazione, dall’aumento dei tassi di interesse e dalle turbolenze nel settore bancario. L’economia americana sta crescendo ad un tasso annuo del 2,0% nei primi tre mesi del 2023, in calo rispetto alla crescita del 2,6% osservata nell’ultimo trimestre del 2022.
Non sono per nulla ottimistiche anche le prospettive del PIL per il 2023. Gli analisti addirittura stimano la probabilità di recessione al 60% o poco più. Un sondaggio condotto dalla Federal Reserve Bank di Filadelfia su analisti professionisti prevede una crescita del PIL reale di appena l’1,3% quest’anno: un dato davvero preoccupante.
Decisamente più incoraggiante il dato che riguarda invece il mercato del lavoro, che rimane più solido di quanto probabilmente avrebbe immaginato la Fed. Il rapporto sull’occupazione di maggio è andato ben oltre le aspettative degli economisti. In effetti, la crescita dei salari è stata superiore alle previsioni per 14 mesi consecutivi.
Il calendario dei prossimi impegni della Fed
I prossimi meeting della Fed si svolgeranno il 26-27 luglio, il 20-21 settembre, l’1-2 novembre e il 13-14 dicembre. Le prossime decisioni della Federal Reserve incideranno inevitabilmente in tutti i settori dei mercati, dagli Usa alla Cina fino all’Europa. Ogni volta che il FOMC emette le proprie sentenze sui tassi di interesse ed effettua delle previsioni economiche per il breve e il medio periodo, le ripercussioni sul dollaro sono notevoli, ma incidono anche sul prezzo dell’oro, sulle criptovalute e, più in generale, sugli indici azionari di tutto il globo terrestre.
Se il 2023 è iniziato nel segno di una inflazione che supera ampiamente la soglia fisiologica del 2% attesa dalle banche centrali, il prosieguo dell’anno è stato caratterizzato anche da pesanti fallimenti bancari. Il rialzo dei tassi di interesse ha avuto notevoli ripercussioni sul bilancio di alcuni istituti bancari. Ecco perchè le prossime riunioni potrebbero essere cruciali per il destino del mondo bancario statunitense. Soprattutto la riunione del prossimo mese di luglio sarà molto indicativa sulle politiche monetarie che la Fed intenderà intraprendere.