E’ opportuno o meno dare una paghetta periodica ai propri figli e a che età è giusto iniziare a darla? Si tratta di un tema sempre caldo che spesso diventa materia di dibattito all’interno delle famiglie. Tanti genitori si interrogano sull’opportunità e sui benefici che possono derivare da una maggiore responsabilizzazione “finanziaria” dei propri figli anche in tenera età. Quali sono i metodi più opportuni per insegnare ai nostri figli a gestire la paghetta periodica con intelligenza?
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In linea di massima la psicologia moderna ritiene costruttiva l’abitudine di elargire un piccolo compenso ai propri figli, perchè li aiuta a comprendere da subito il reale valore dei soldi, acquisendo anche una maggiore autonomia nella gestione delle loro piccole finanze. Inoltre, la paghetta li aiuterà in futuro ad avere maggiore fiuto per gli investimenti. La paghetta aiuta a comprendere anche il reale valore delle cose che acquistiamo e quali sacrifici bisogna fare per soddisfare il nostro desiderio di possesso.
La giusta età per avere la paghetta
L’ingresso nella scuola secondaria può essere ritenuto il momento più opportuno per iniziare a sviluppare una propria autonomia finanziaria, iniziando anche a capire il valore di ciò che desideriamo acquistare. Il compimento dell’undicesimo anno di età può essere il momento giusto per elargire i primi soldini, anche se l’età anagrafica del bambino rimane sempre un parametro indicativo, mentre l’età emotiva rappresenta probabilmente il parametro di riferimento ideale.
La quantità di denaro da elargire dipende da tanti fattori. Innanzitutto va sempre tenuta in considerazione la disponibilità economica della famiglia. Per i bambini che frequentano le scuole secondarie, una paga di 10 euro circa può già essere sufficiente, mentre per i ragazzi che iniziano a frequentare le scuole superiori la paghetta potrebbe aggirarsi attorno ai 25-30 euro con cadenza settimanale. Ovviamente tutto dipende dalle possibilità economiche del nucleo familiare.
Come va gestita la paghetta
Prima di insegnare ai bambini come gestire i soldi, è importante che i genitori diventino un esempio da seguire. E’ difficile pretendere che i nostri figli siano oculati e responsabili nella gestione del denaro, se non lo sono i genitori per primi. Occorre però lasciare anche uno spazio di autonomia ai propri figli nella gestione dei soldi, per consentire loro di sperimentare e anche di sbagliare. I genitori dovrebbero intervenire solo nei casi in cui la gestione del denaro è davvero smodata e totalmente fuori luogo.
In genere la paghetta dovrebbe servire ai bambini per poter effettuare l’acquisto di tutti quei “passatempi” o quei piaceri che non rientrano nella gestione economica della famiglia. Ad esempio, i soldi della paghetta possono essere impiegati per acquistare il biglietto per andare al cinema o per acquistare album e figurine. Ma se dovessimo renderci conto che i nostri figli sprecano il denaro o lo usano in modo improprio, spendendolo subito per acquistare cose futili, allora è opportuno intervenire per far capire loro come gestire bene i soldi.
Se una paghetta mensile, viene spesa in pochi giorni, allora sarebbe meglio frazionarla in quattro settimane. E’ da considerare, in ogni caso, un errore strumentalizzare la paghetta per punire i figli. Questo strumento deve invece rappresentare una opportunità o un’occasione per insegnare l’autonomia ai nostri figli e non deve mai diventare terreno fertile per creare dissapori nel rapporto tra genitori e figli.
E se i compagnetti hanno una paghetta più alta?
Bisogna insegnare ai bambini a non invidiare quello che hanno gli altri compagni. Quindi non è mai il caso di “allineare” la paghetta del proprio figlio a quella dei compagni. Ovviamente ci sarà sempre qualcuno con maggiori disponibilità. Non bisogna mai cadere nella “trappola” della competizione.
E’ importante non concedere mai ai propri figli somme superiori a quelle che abbiamo concordato né accettare di dare eventuali anticipi sul mese successivo. I figli devono gestire la paghetta e quindi devono imparare a programmare le proprie spese, altrimenti viene meno il valore educativo di questa concessione. Se il bambino ha qualche problema a scuola, togliere la paghetta per punirlo può essere controproducente.
La finalità della paghetta è quella di essere uno strumento educativo e non un mezzo di ricatto. Lo stesso vale anche nel caso in cui il bambino ottiene a scuola degli ottimi voti. La paghetta non deve essere né un premio né una punizione. Deve rappresentare solo un mezzo per imparare a comprendere, già in tenera età, il reale valore del denaro.
Quando la paghetta è diseducativa
Quando viene elargita ai propri figli una paghetta troppo elevata, il rischio che possa diventare diseducativa è molto elevato. A confermarlo è stato uno studio elaborato dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dall’università Cattolica di Milano.
La ricerca condotta su un campione di 989 quindicenni lombardi, ha dimostrato la stretta connessione tra la paghetta e alcuni comportamenti a rischio, tra i quali il fumo in età precoce, l’alcol, il consumo di cannabis e la ludopatia. Elargire più di 10 euro a settimana aumenta le probabilità che il proprio figlio assuma comportamenti a rischio. Ecco perchè occorre sempre elargire somme piccole, monitorando costantemente il modo con cui i soldi vengono impiegati.