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I Paesi Brics sfidano il dollaro

I Paesi BRICS puntano a usare la loro moneta sul dollaro

I Paesi BRICS sfidano il dollaro e si stanno muovendo in fretta. Mentre chi investe in criptovaluta deve fare i conti con i nuovi regolamenti, chi gioca con i tassi di cambio e guadagna sulle plusvalenze deve tenere ben presente quanto sta accadendo nei Paesi emergenti, in particolare i BRICS. Di cosa stiamo parlando e quali sono i Paesi emergenti che si stanno affacciando sul mercato e che tentano di farsi strada con il cambio sul dollaro?

Cos’è l’alleanza BRICS

Quali sono i Paesi dell'alleanza BRICS
Dollari con George Washington

BRICS è un acronimo, cioè una sigla che sta a indicare i Paesi emergenti dal punto di vista economico. Gli analisti di Goldman Sachs crearono questa definizione nel 2001, quando ancora non era presente il Sudafrica come economia emergente. La sigla iniziale fu quindi BRIC, intesa come indicazione di Brasile, Russia, India e Cina. Con il Paese africano si arrivò alla definizione di BRICS. Nel 2006 i ministri degli Esteri dei primi 4 Paesi si organizzarono per un coordinamento diplomatico informale che si concluse poi nel 2010.

I Paesi membri si impegnarono anche a organizzare riunioni annuali. Nel 2014 questa alleanza rappresentava il 42% della popolazione globale e il 22% della ricchezza totale. Uno degli obiettivi della BRICS è quello di ridurre il potere del dollaro per una serie di motivazioni: evitare il peso delle sanzioni e non ritrovarsi il dollaro come riferimento sui mercati, oppure per evitare le fughe di capitali.

Perché i Paesi BRICS sfidano il dollaro

Perché i Paesi brics sfidano il dollaro
Dollari

Lo scorso aprile alla BRICS si sono uniti anche Iran e Argentina. Da un lato l’Argentina vede aumentare l’inflazione al 102,5%, situazione che rende impossibile risolvere il debito pubblico. L’Iran, invece, non ha rapporti con gli Stati Uniti (considerati un nemico) e cerca una via d’uscita dopo che il Paese è stato espulso dal circuito SWIFT nel 2013. A questo si aggiunge il fenomeno della dedollarizzazione: quando si investe o si mette da parte una somma, non si usano più i dollari. L’utilizzo del dollaro come criterio di riferimento per le altre valute costringe di fatto chi investe – anche nelle materie prime – alle fluttuazioni e alle decisioni della Federal Reserve.

I Paesi aderenti alla BRICS hanno deciso così di usare lo yuan cinese come moneta di riferimento al posto del dollaro. Oltre al dato in sé, è importante dare un’occhiata al quadro generale. La Cina ha una moneta forte, investe anche in Africa e ha un ruolo di primo piano tra i cosiddetti Paesi emergenti. D’altra parte la Russia è reduce di sanzioni che deve pagare in dollari e ha tutto l’interesse affinché il dollaro perda forza. Il tentativo di indebolire la moneta americana non avrà successo secondo gli analisti (non solo americani).

Infatti, i Paesi BRICS sfidano il dollaro, ma non fanno i conti con i problemi esterni e non. La Russia deve gestire il conflitto con l’Ucraina, l’Iran è instabile, l’Argentina è in crisi da anni, la Cina deve fronteggiare le richieste di Hong Kong e Taiwan e l’India deve pensare all’aumento costante della popolazione, oltre alla questione pakistana.

Le azioni che la BRICS ha condotto nel tempo, come la creazione della New Development Bank a Shangai nel 2009, ora mostrano i primi risultati: 50 miliardi di dollari di capitale, Bangladesh ed Emirati Arabi (non BRICS, ma aderenti alla Banca), le domande di annessione alla Banca di Uruguay e Arabia Saudita.

Dove acquistare moneta BRICS

I Paesi Brics sfidano il dollaro sul digitale
Dollari

Secondo un articolo pubblicato su Il Messaggero ad aprile 2023 i Paesi della BRICS stanno pensando di creare una nuova moneta che rafforzi le economie dei Paesi membri svincolandole dalla tirannia del dollaro. La nuova valuta favorirebbe gli scambi commerciali tra questi Paesi (considerato che c’è la Cina…), ma servirebbero anche la fiducia degli investitori internazionali e una politica monetaria comune, un po’ come avviene oggi con l’Euro.

Al momento chi vuole investire in queste economie deve puntare sullo yuan cinese, che è la moneta più potente attualmente a disposizione per la BRICS. Alcuni lo hanno già fatto quando non si sapeva cosa avrebbero deciso gli Stati Uniti con il debito pubblico, oppure quando hanno scelto di investire nei mercati internazionali. La moneta BRICS – se e quando ci sarà – dovrà comunque fare i conti con le difficoltà delle economie dei singoli Paesi, quindi nel primo periodo potrebbe essere a buon mercato, perché in cerca di investitori.

I nuovi arrivi in questa alleanza sono assolutamente emergenti e gli investimenti in questi Paesi sono da considerare ad alta volatilità. Quindi, o si è esperti in queste dinamiche, oppure è bene puntare sulle economie orientali più forti. Il dollaro continua a essere un buon metro di valutazione, ma se si sta parlando di beni rifugio, forse potrebbe essere utile avere una scorta in un’altra valuta. Sta a chi investe decidere quale in base alle sue personali valutazioni di mercato.

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