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I mercati finanziari nel 2023: previsioni future

Il 2022 ha messo alle strette numerosi investitori e dopo il primo mese è necessario cercare di valutare lo scenario che si prospetta per i mercati finanziari nel nuovo anno. Una previsione sicuramente non semplice ma per avere idee più chiare possiamo focalizzare la nostra previsione su tre fattori: inflazione, politica monetaria e crescita economica.

Nel 2022 abbiamo registrato un deterioramento circa la situazione del mercato finanziario: l’economia e i dati su consumi, disoccupazione, investimenti immobiliari e mercato del lavoro, hanno fatto tremare l’Italia e l’Europa, con tassi decisamente preoccupanti. L’inflazione ha causato incertezza e panico tra le aziende e le imprese, con sentimenti contrastati tra gli investitori.

La buona notizia è che i prezzi e le valutazioni hanno subito un calo verso la fine del 2022, facendo tirare un sospiro di sollievo tra le aziende. Ed ecco che ancora una volta i dati sembrano mostrare discrepanza tra la realtà e la percezione: si attende con ansia la recessione con una percentuale stimata dell’80% in Europa e del 65% negli Stati Uniti. Una notizia attesa da grandi e piccoli investitori poiché anche un minimo rallentamento dell’attività economica, ridurrebbe il rialzo dei prezzi e allenterebbe la pressione sulle banche centrali. Quest’ultime infatti si sono trovate negli ultimi mesi a dover alzare i tassi in maniera repentina, aumentando il costo del debito e del denaro con una conseguente penalizzazione delle obbligazioni e delle azioni.

Ma provando a fare un’analisi più azzardata, cosa dovremmo aspettarci nel 2023?

  • La previsione è che i prezzi dovrebbero tendere verso una normalizzazione;
  • l’attività economica subirà un rallentamento che influenzerà il mercato del lavoro e i salari degli operatori;
  • infine possiamo ben dire che l’inflazione ha ormai raggiunto il suo picco negli Stati Uniti, preparandosi a raggiungere l’Europa. Troppo presto affermare che sia stata domanda, ma i prezzi diventano prevedibili e questo può farci ben sperare: la normalizzazione e la stabilità si mostrano in grado di evitare l’effetto sorpresa dell’inflazione, concedendo un panorama più che positivo per tutti gli investitori.

La loro situazione rimane sì complessa, ma lo scenario non dovrebbe più preoccupare: le banche sono in grado di coprire i costi e si rendono possibili nuove opportunità per rendite a lungo termine.

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