Con l’arrivo del nuovo anno si è resa sempre più concreta la possibilità di far fronte all’incessante aumento dei costi delle materie prime: quelli dell’edilizia e del petrolio sono i settori senz’altro più esposti. Infatti, come sottolineato recentemente dagli studi sul tema, costruire e ristrutturare immobili o fare rifornimento di carburante costerà circa il 20% in più rispetto al 2022. Si tratta di dati certamente allarmanti se consideriamo che prima dell’avvento del Covid-19 sia gli immobili che il carburante avevano un prezzo nettamente inferiore.
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Influenza del Covid-19 nell’aumento dei costi
I fattori scatenanti di questi fenomeni fanno sicuramente riferimento agli episodi di natura politica e sociale che si sono susseguiti durante lo scorso triennio. Come anticipato, il Covid-19 ha comportato un aumento spropositato della richiesta del prodotto che il globo non è riuscito a soddisfare sia per via dei tragici lockdown che per le numerose limitazioni ai trasporti. Inoltre, per via delle restrizioni applicate in tutte le frontiere, la spedizione di alcuni prodotti e il conseguente reperimento degli stessi, ha aumentato l’attesa da parte dell’utente finale generando uno squilibrio generale in tutto il mercato.
Quali altre materie prime sono aumentate?
Di recente, inoltre, il nostro Paese si è ritrovato a fare i conti anche con l’aumento dell’elettricità e del gas; perciò, i produttori di materie prime hanno dovuto aumentare il costo stesso di produzione e conseguente esportazione per cercare quantomeno di rientrare al netto delle spese sostenute. Sicuramente gli effetti politici sono preponderanti nell’aumento dei costi, ed è questo il motivo per il quale il malcontento del popolo cresce senza arrestarsi, con l’unico obiettivo di chiedere al Governo un’azione repentina.
Le mosse del Governo
Si dà il caso, dunque, che non vi sia più tempo per sperare che la situazione possa cambiare, ma soltanto migliorare e, con essa, stimolarci ad adottare uno spirito di adattamento verso la sopravvivenza. Intanto, il Governo ha iniziato a stanziare bonus una tantum per i cittadini lavoratori, con l’auspicio di fornire più assistenza al rincaro. Infatti, sono stati stanziati prima 200,00 euro e poi 150,00 euro per ogni richiedente: la procedura è stata prodotta dall’Istituto di Previdenza Inps ed erogata, nel rispetto dei requisiti preposti, direttamente dal datore di lavoro ai propri dipendenti, per poi essere recuperati attraverso un’esenzione fiscale.