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Cassa Integrazione Climatica: cosa cambia per i lavoratori

cassa integrazione climatica

La riforma del fisco sta avendo un impatto significativo sul mondo del lavoro, soprattutto in situazioni di particolare criticità come l’ondata di caldo estremo che ha colpito il nostro Paese. In quest’articolo, esploreremo le misure introdotte dal governo per proteggere i lavoratori durante le elevate temperature, analizzando le implicazioni della cassa integrazione climatica e le opportunità di sospensione delle attività lavorative. Vedremo anche come le nuove previsioni meteorologiche di “Worklimate 2.0” di Inail e Cnr aiutino a identificare le aree a maggior rischio.

Lavoratori a rischio: l’importanza del monitoraggio

Con l’avvento di “Worklimate 2.0”, un sistema di previsione dello stress da calore sviluppato da Inail e Cnr, le aziende hanno ora a disposizione uno strumento per monitorare in modo più preciso e tempestivo i rischi legati alle alte temperature per i propri dipendenti. Avviato a maggio 2023, il progetto punta ad approfondire le conoscenze acquisite relativamente agli impatti delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività aziendale, sviluppando nuove soluzioni tecnologiche, informative e formative per una migliore azione di prevenzione e gestione del rischio. Attraverso una scala di valutazione del pericolo che va dal verde al rosso, le imprese possono identificare le aree geografiche maggiormente esposte al caldo e prendere misure preventive adeguate.

Cassa integrazione climatica: nuove tutele per i lavoratori per proteggerli dall’ondata di caldo

Ondata di caldo: tutela dei lavoratori

A fronte delle previsioni allarmanti sulle ondate di caldo, il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha sottolineato l’importanza di agire con celerità per proteggere i lavoratori. Quest’ultimo ha posto l’accento sulla necessità di un decreto legge che ponga dei limiti alle attività lavorative in condizioni climatiche avverse, come temperature superiori ai 33 °C. Questa misura mira a salvaguardare la salute dei lavoratori e a prevenire rischi per la sicurezza sul luogo di lavoro.

Cassa integrazione: nuove regole per condizioni climatiche avverse

Grazie alle nuove linee guida dell’Inps, la Cassa Integrazione Climatica può essere richiesta in situazioni di caldo estremo o di ondata di caldo anomala, tenendo conto di maggiori variabili. Mentre in passato la cassa integrazione era concessa solo per temperature superiori a 35 gradi, ora si considera anche la temperatura percepita, tenendo conto del livello di umidità. Ciò significa che lavoratori che svolgono attività all’aperto o in ambienti non adeguatamente ventilati possono beneficiare della cassa integrazione anche a temperature inferiori ai 35 °C. Inps ha spiegato le nuove regole della Cigo: “in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa in conseguenza delle temperature elevate, il ricorso al trattamento di integrazione salariale con la causale “eventi meteo” è invocabile dal datore di lavoro laddove le suddette temperature risultino superiori a 35° centigradi. Va, tuttavia, ricordato che anche temperature inferiori a 35° centigradi possono determinare l’accoglimento della domanda di accesso al trattamento ordinario qualora entri in considerazione la valutazione anche della temperatura c.d. “percepita”, che è più elevata di quella reale“. Questo p quanto si legge nella circolare 2729 del 20 luglio.

Nuove disposizioni per il lavoro in interni e all’aperto

La riforma del fisco ha introdotto disposizioni specifiche per chi lavora sia in ambienti chiusi che all’aperto. Anche nel caso di malfunzionamenti dei sistemi di raffreddamento in ambienti interni la cassa integrazione può essere applicata. Per chi svolge attività agricole, è prevista una disciplina specifica di cassa integrazione speciale. Queste nuove norme sono volte a garantire una maggiore protezione e una tutela adeguata per i lavoratori esposti a condizioni climatiche avverse, soprattutto tenendo conto dei cambiamenti climatici in atto, a causa dei quali sono previsti sempre più eventi climatici avversi. Tenendo conto della stessa variabile, infatti, sono in arrivo anche nuove polizze assicurative ad hoc e incentivi governativi, che proteggano abitazioni e imprese da eventuali calamità.

La cassa integrazione climatica è prevista anche per posti di lavoro all’interno che non garantiscono ambienti adeguatamente rinfrescati

Impatto della riforma del fisco sulle aziende

La riforma del fisco ha reso essenziale per le aziende monitorare attentamente le condizioni climatiche e prendere misure preventive per proteggere i dipendenti. La gestione responsabile del rischio climatico e l’implementazione di protocolli adeguati non solo proteggono la salute dei lavoratori ma evitano anche potenziali perdite finanziarie per l’azienda legate a infortuni sul lavoro o riduzione della produttività.

Svantaggi della Cassa Integrazione Climatica

Nonostante le nuove disposizioni per la cassa integrazione durante le condizioni climatiche avverse siano state pensate per proteggere i lavoratori, ci sono anche alcuni svantaggi da considerare. In particolare, queste misure potrebbero comportare dei costi aggiuntivi per le aziende, specialmente per quelle che operano in settori con elevata esposizione al caldo o con difficoltà nel garantire adeguati sistemi di raffreddamento.

La possibilità di richiedere la cassa integrazione anche a temperature inferiori ai 35 gradi, basandosi sulla temperatura percepita, potrebbe portare a un aumento delle richieste da parte dei lavoratori e delle relative autorizzazioni da parte dell’Inps. Ciò potrebbe causare ritardi nelle procedure burocratiche e aumentare il carico di lavoro per gli uffici preposti, rallentando il processo di autorizzazione per chi effettivamente ne ha bisogno.

Inoltre, le aziende potrebbero essere soggette a un maggiore rischio di abusi del sistema da parte di alcuni lavoratori, che potrebbero essere tentati di sfruttare le condizioni climatiche avverse come scusa per ottenere benefici aggiuntivi senza una reale necessità. Ciò potrebbe mettere a rischio la sostenibilità del sistema di cassa integrazione e portare a una minore fiducia da parte delle aziende verso le richieste di sospensione delle attività lavorative.

Infine, la riforma del fisco potrebbe non essere sufficiente a risolvere completamente il problema delle ondate di caldo estremo e dei rischi correlati per i lavoratori. Sebbene la cassa integrazione climatica possa fornire un sostegno temporaneo, è importante considerare anche altre misure preventive, come ad esempio investimenti in infrastrutture e sistemi di raffreddamento adeguati nei luoghi di lavoro, così da ridurre il rischio di esposizione al caldo e prevenire potenziali situazioni di emergenza.

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