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Consumi voluttuari: come soddisfare i tuoi desideri senza compromettere il tuo bilancio

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In primis occorre vedere nel dettaglio cosa siano i consumi voluttuari.

I consumi secondari, chiamati anche “voluttuari” rappresentano quelli che le persone soddisfano per rendere migliore la qualità della propria esistenza. Ad esempio, a dirsi secondari sono i consumi legati al bisogno di vestirsi, di viaggiare o di divertirsi. Al fine di appagare i suddetti bisogni le persone si affidano ai beni economici o ai servizi.

Consumi voluttuari vs Consumi di prima necessità

I consumi voluttuari e i consumi di prima necessità rappresentano due comparti quanto mai essenziali nell’ottica del mercato azionario poiché fanno riferimento a prodotti e servizi sui quali incidono l’andamento economico complessivo e le prospettive di sviluppo.

Di recente l’elevato standard di inflazione e la crescita dei tassi di interesse hanno impattato sulle scelte di spesa di innumerevoli persone.

Consumi voluttuari, panoramica sul settore

Il comparto relativo ai consumi voluttuari riunisce quelle società che vendono prodotti e prestazioni che sono ritenute non essenziali: ciò sta a significare che vengono acquistati solamente nelle circostanze in cui i consumatori possono vantare del reddito disponibile da poter investire

Se i consumatori non dovessero comprare tali prodotti o servizi, del resto, non ci sarebbero effetti sintomatici sulla loro salute o sul loro benessere. Si tratta pertanto di una scelta puramente “discrezionale” e l’appellativo dato al comparto dipende appunto da tale peculiarità. 

Il margine di fiducia e il potere d’acquisto dei consumatori rappresentano due elementi decisivi per il fluire complessivo di questo settore.

Ecco alcuni rami che rientrano in questo settore:

  • Moda, indumenti, abbigliamento e tessuti
  • Servizi di ristorazione non essenziali 
  • Turismo 
  • Mobili ed elettrodomestici per la casa 
  • Tempo libero e intrattenimento 
  • Vendite al dettaglio in generale 
  • Componenti automobilistici e automobilistici 

Consumi di prima necessità

Nel comparto dei beni di prima necessità rientrano quelle società che commercializzano prodotti e prestazioni che sono ritenute imprescindibili per la vita quotidiana come gli alimenti, le bevande e i prodotti per la salute. 

Il mancato acquisto di questi prodotti potrebbero impattare in maniera negativa sulla salute o sul benessere dei consumatori poiché si tratta di articoli e prestazioni fondamentali per l’esistenza delle persone: basti considerare come per il loro acquisto si spenda circa il 70% del proprio reddito.

Ecco alcuni comparti e alcune società che appartengono a questo settore:

  • Cibo e bevande 
  • Prodotti per la cura personale 
  • Prodotti farmaceutici 

Benefici e controindicazioni dell’investimento in azioni di beni voluttuari

L’investimento in azioni del comparto dei beni di consumo voluttuari, essendo azioni periodiche, potrebbe rivelarsi una scelta funzionale per differenziare il proprio portafoglio. Nelle fasi di crescita o di rilancio economico questo garantisce di sfruttare i capitali che i consumatori posseggono e che sono intenzionati a utilizzare per beni non essenziali.

Si è di fronte a un settore piuttosto eterogeneo, il che vale a dire che ci sono diverse aziende e sottosettori su cui poter effettuare investimenti. I marchi più celebri, grazie al loro brand, beneficiano di un consistente vantaggio competitivo rispetto agli altri competitor. Queste realtà, per preservare il loro predominio sul mercato, innovano continuamente i loro articoli e le loro prestazioni in modo da poter attrarre nuovi fruitori. Le aziende di beni di consumo discrezionali sono in grado allora di afferrare in modo dinamico e immediato le variazioni nei trend e nelle predilezioni dei consumatori.

Le imprese di beni di consumo voluttuari sono alquanto sensibili al corso economico: ragion per cui potrebbero dover fronteggiare complicazioni nei periodi di contrazione o di recessione economica. Sono realtà che pagano anche la crescita del tasso di inflazione poiché i consumatori potrebbero prendere la decisione di posticipare i loro acquisti o di orientare le scelte su concorrenti che propongono delle alternative maggiormente economiche.

Le vendite delle aziende di beni di consumo voluttuari sono anche sensibili ai costi fissati: i consumatori sono predisposti infatti all’acquisto dei loro articoli e delle loro prestazioni basandosi sul prezzo più che su altri elementi. In questa prospettiva, prima di effettuare un investimento in una società di questo comparto, sarebbe essenziale una valutazione di quali siano le strategie di prezzo, come avvenga il monitoraggio dei costi e quale sia la quota di mercato.

Sulle aziende di beni di consumo voluttuari potrebbero incidere anche potenziali sospensioni nella filiera di approvvigionamento: ciò potrebbe impattare in modo negativo sulla loro fama, facendo crescere i costi relativi all’iter produttivo e diminuire i margini. Tale fattore è quanto mai principale per quelle società che sono obbligate all’importo di merci e materie prime.

Quando effettuare investimenti in azioni di beni voluttuari

Le azioni di beni di consumo discrezionali sono stimate come azioni periodiche in quanto particolarmente sensibili al fluire del ciclo economico. La domanda dei beni di consumo voluttuario orientativamente si accresce nelle congiunture di espansione economica, ossia nei momenti in cui i consumatori hanno a disposizione retribuzione più elevata e maggiore denaro da poter investire.

L’investitore dovrebbe osservare continuamente l’evolversi del ciclo economico in modo da prevedere se i consumatori amplieranno o ridurranno la loro spesa. Essenziale è monitorare un calendario economico e avere conoscenza di quando siano rese note le maggiori indicazioni economiche, si pensi ai report sulla fiducia e la spesa dei consumatori, l’inflazione, l’occupazione e il Pil.

Per effettuare investimenti nel comparto dei beni di consumo voluttuari o in quello dei beni di consumo essenziali esistono tre metodologie:

  1. Investimento in singoli titoli
  2. Investimento in indici settoriali come l’S&P500 Consumer Discretionary Index o l’S&P500 Consumer Staples Index
  3. Investimento in ETF (Exchange Traded Funds) connessi ai beni di prima necessità o ai beni di consumo voluttuari.

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