
I tassi di interesse possono sembrare complicati, ma alcune rappresentazioni grafiche aiutano a vedere più chiaramente come funzionano i loro andamenti e come le banche centrali li gestiscono. Tra queste spicca il dot plot, un grafico semplice nell’aspetto ma ricco di informazioni: raccoglie le opinioni dei membri della Fed su come immaginano i tassi futuri. Sapere in modo chiaro e accessibile cos’è un dot plot, come si usa e come interpretarlo insieme alle altre proiezioni tassi guida, è utile per anticipare un probabile ciclo dei tagli. L’ultimo, pubblicato il 17 settembre 2025, rivela con grande probabilità le ulteriori riduzioni dei tassi di interesse fino al 2027.
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Il “dot plot” della Fed: cos’è, come interpretarlo e quali sono i suoi limiti
Il dot plot è un grafico in cui ogni membro del FOMC, Federal Open Market Committee posiziona un punto per indicare le proiezioni del livello dei tassi che ritiene appropriato in determinati anni. Sull’asse orizzontale c’è il tempo; su quello verticale i tassi. Guardando la distribuzione dei punti si capisce se prevalgono opinioni che vedono i tassi più alti o più bassi nel futuro.
Ogni “punto” è l’opinione di un membro del board
Il FOMC riunisce i sette membri del Board della Federal Reserve insieme a cinque dei dodici presidenti delle banche regionali. Si incontra in media otto volte l’anno, con sessioni a porte chiuse che durano due giorni. Una volta ogni trimestre, però, tutti i membri – compresi gli altri presidenti delle banche regionali – vengono chiamati a esprimere in forma anonima le proprie previsioni sui tassi di interesse, sia nel breve che nel lungo periodo. Queste valutazioni vengono poi raccolte e rese pubbliche all’interno del Summary of Economic Projections (SEP) sotto forma del famoso grafico a punti, noto appunto come dot plot.
I punti non sono firmati, non è possibile risalire a chi abbia messo quale punto; secondo, non si tratta di ordini o impegni. Il dot plot è una fotografia delle opinioni in un dato momento, utile per orientare le aspettative ma non vincolante.
Il grafico è da intendersi come a una serie di previsioni individuali raccolte in un solo foglio: ogni punto è la sensazione di un membro del board su dove dovrebbero essere i tassi a fine anno. Mettere insieme questi punti aiuta a vedere il quadro generale, perché il punto mediano spesso sintetizza la direzione più probabile percepita dagli esperti.

Perché non è una promessa, ma un’indicazione di massima
Il dot plot non è una certezza, ma un’indicazione di massima, e la sua natura è cruciale per comprendere la politica della Federal Reserve. Questo grafico non rappresenta un impegno ufficiale, ma piuttosto una visione collettiva che orienta le aspettative di mercato.
La sua natura non vincolante deriva dalla filosofia “data-dependent” della Fed. Le decisioni sui tassi non si basano su previsioni rigide, ma sui dati economici reali che emergono nel tempo, come l’inflazione, l’occupazione e la crescita. Di conseguenza, il dot plot è una istantanea delle opinioni in un momento preciso e non una roadmap garantita. Se le condizioni economiche cambiano, le proiezioni dei membri si adatteranno di conseguenza.
Nonostante l’apparente semplicità, leggere il dot plot richiede di andare oltre il semplice conteggio dei punti. La sua vera importanza risiede nella mediana, che sintetizza l’opinione dominante, ma anche nella dispersione dei punti. Una stretta concentrazione di punti indica un forte consenso all’interno del comitato, suggerendo una maggiore probabilità che la previsione si avveri. Al contrario, una grande dispersione, con alcuni membri che prevedono tassi molto più alti o più bassi, rivela un’accesa divergenza di opinioni, segno di profonda incertezza sulle future condizioni economiche. Questo disaccordo può essere un segnale di allarme per i mercati, indicando che la politica monetaria potrebbe diventare meno prevedibile.

Non solo dot plot: gli altri strumenti (le proiezioni SEP e le fan chart della BCE)
La Federal Reserve non è l’unica banca centrale a fornire una “guida” per il futuro dei tassi. Insieme al dot plot, che offre una previsione basata sulle opinioni dei suoi membri, come abbiamo accennato, la Fed pubblica le Summary of Economic Projections (SEP), un documento che include anche stime su inflazione, crescita e disoccupazione, offrendo un quadro economico più completo. Dall’altra parte dell’Atlantico, la Banca Centrale Europea (BCE) utilizza un approccio diverso ma ugualmente fondamentale: le “fan chart”. Questi grafici a ventaglio non mostrano un singolo punto, ma una serie di scenari possibili, illustrando la potenziale evoluzione dei tassi e delle variabili economiche all’interno di un intervallo di probabilità. A differenza del dot plot che può sembrare apparentemente preciso, le fan chart comunicano apertamente che non esiste un solo futuro possibile e che le previsioni sono intrinsecamente incerte. Comprendere questa distinzione è essenziale per evitare di attribuire eccessiva certezza a ciò che, per sua natura, è imprevedibile.

Dal “terminal rate” al “ciclo dei tagli”: come leggere lo scenario futuro dei tassi
Un termine che spesso compare nelle analisi è terminal rate: indica il livello massimo che, secondo le previsioni, i tassi dovrebbero raggiungere prima che cominci la discesa. Conoscere il terminal rate aiuta a immaginare il punto di svolta del ciclo: dopo il picco, i mercati iniziano a prezzare il ciclo dei tagli.
Leggere questo passaggio richiede attenzione: se il dot plot mostra molti punti alti nel breve, significa che la Fed vede ancora spazio per rialzi. Se invece i punti si spostano verso il basso nei trimestri successivi, i mercati possono aspettarsi tagli. Qui entrano in gioco anche le proiezioni tassi guida pubblicate dalle banche centrali e la comunicazione verbale, la guidance forward, che può rafforzare o chiarire il messaggio del grafico.

L’impatto di queste proiezioni sui mercati azionari e obbligazionari
Le proiezioni contenute nel dot plot hanno un impatto immediato sui mercati finanziari. Quando i punti mostrano la prospettiva di tassi più alti e per più tempo, gli investitori tendono a vendere titoli azionari, perché tassi più elevati rendono meno convenienti i finanziamenti per le imprese e riducono i margini di profitto futuri. Allo stesso tempo, il mercato obbligazionario reagisce con un rialzo dei rendimenti, poiché i titoli già emessi diventano meno appetibili rispetto a quelli che verranno collocati a tassi più elevati.
L’ultimo dot plot, pubblicato a settembre 2025, ha mostrato che la maggioranza dei membri della Fed prevede un solo taglio dei tassi entro fine anno, invece dei due ipotizzati in precedenza. Per il 2026, inoltre, le proiezioni indicano tassi più alti di quanto stimato nei mesi scorsi. Questo cambiamento ha immediatamente spinto i mercati ad aggiustare le proprie aspettative: le Borse hanno reagito con cautela, mentre i rendimenti dei Treasury sono saliti, riflettendo la convinzione che la politica monetaria resterà restrittiva più a lungo del previsto.
Per gli investitori, interpretare correttamente questi segnali è cruciale. Un dot plot più “hawkish” (orientato a tassi alti) tende a penalizzare i mercati azionari e a rafforzare il dollaro, mentre uno più “dovish” (favorevole a tassi bassi) offre respiro a titoli e obbligazioni. In ogni caso, si tratta di uno strumento che guida aspettative e decisioni su scala globale.

FAQ sull’interpretazione dei dot plot
Il dot plot è una decisione vincolante?
No. È la somma delle opinioni individuali dei membri del comitato. Le decisioni della banca centrale restano autonome e dipendono dai dati.
Perché le proiezioni cambiano così spesso?
Perché le condizioni economiche cambiano: inflazione, disoccupazione e crescita possono muoversi rapidamente. Le proiezioni riflettono le migliori informazioni disponibili in quel momento.
Ha un impatto immediato sui miei investimenti?
Può averlo indirettamente. Il dot plot influenza le aspettative sui tassi futuri, e queste aspettative vengono prezzate nei mercati. Tuttavia non è una certezza; va usato insieme ad altri indicatori.