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Biocarburanti e carburanti sintetici: quali sono le differenze?

un signore che fa il pieno

La differenza tra biocarburanti e carburanti sintetici è fondamentale per il tuo portafoglio quando aumentano le accise sulla benzina o quando ti ritrovi costretto a cercare una tariffa conveniente con delle app per riuscire a far muovere l’auto evitando le speculazioni, oppure con trucchi dell’ultimo minuto per riuscire a sbarcare il lunario. Oltre a questo, scegliere sostenibile è un aiuto concreto per il futuro dei figli e dei nipoti, ma può nascondere delle incertezze, soprattutto quando devi scegliere l’auto nuova. Per fare chiarezza e darti una mano vediamo cosa sono i biocarburanti e carburanti sintetici e quali sono le soluzioni migliori per garantire la biodiversità in Italia e la salute del tuo portafoglio!

Cosa sono i biocarburanti

Cosa sono i biocarburanti
Pompa di benzina

Che cosa si intende per biocarburante? I biocarburanti sono dei combustibili naturali che provengono dall’agricoltura o dall’allevamento. Detto in parole povere, sono degli scarti di lavorazione. Invece di essere buttati e di finire in discarica, i biocarburanti vengono lavorati e si trasformano in una sostanza simile alla benzina, regolamentata dall’Unione Europea e soprattutto senza accise. Molte imprese agricole hanno deciso di installare degli impianti per ottenere indipendenza energetica che usano i biocarburanti. Così risparmiano due volte: riducono gli scarti da buttare, con meno costi per la tassa sulla spazzatura, e risparmiano sulle stangate sulle bollette dell’energia elettrica.

Non esiste un solo tipo di biocarburante. Quali tipi di biocarburanti esistono?

  • Bioetanolo. Il bioetanolo nasce dalla fermentazione degli scarti agricoli, con particolare riferimento al truciolato delle segherie, oppure agli scarti delle industrie della carta. Dopo una serie di trattamenti specifici, si ottiene un liquido simile all’etanolo, che viene usato come combustibile per gli impianti nati a questo scopo.
  • Biodiesel. Nemico della benzina tradizionale, si basa su olii e grassi esausti. Con una serie di reazioni chimiche che avvengono in ambienti protetti, si ottiene un liquido con caratteristiche del tutto simili al diesel per le auto.
  • Biometano. Nel caso del biometano si utilizzano i gas provenienti dagli scarti dell’allevamento. Il gas prodotto diventa un biocarburante valido anche per le auto o per i trattori. Il risparmio è immediato, ma si devono avere degli impianti che riescono a utilizzare questo gas. Anche per il biometano si può ottenere la versione liquida a bassissime temperature per consentirne il trasporto.
  • Bioidrogeno. Forse hai sentito parlare delle soluzioni a idrogeno, oppure di centrali all’idrogeno all’estero. Ecco, il bioidrogeno ha una formulazione abbastanza simile. Dato che l’idrogeno si trova nell’acqua, per generare il bioidrogeno si prendono le aghe e si modificano alcuni elemeenti esterni (come la temperatura e l’umidità) in ambienti protetti. Così, le piante producono idrogeno invece di produrre ossigeno come avviene normalmente nella fotosintesi. Questo idrogeno si può usare come fonte di energia.

Carburanti sintetici, : di cosa si tratta?

Carburanti sintetici, cosa vuol dire
Pieno

Cosa vuol dire carburante sintetico? I carburanti sintetici si producono con il processo di elettrolisi dell’acqua, cioè facendo entrare energia elettrica all’interno dell’acqua in condizioni di sicurezza. Questo processo consente di ottenere idrogeno. Questo idrogeno si collega poi alla Co2 presente nell’aria per ottenere un combustibile che si può usare anche nei motori a scoppio.

La soluzione da un certo punto di vista può sembrare sostenibile, perché si utilizza parte dell’anidride carbonica presente nell’aria, ma c’è un ma. Infatti, anche il processo di produzione comporta la fuoriuscita di anidride carbonica, così come l’utilizzo di questo combustibile. Il vantaggio è che la concentrazione di Co2 è inferiore rispetto a quella presente nelle grandi città, così è più facile da compensare. In più, i carburanti sintetici possono essere una soluzione tampone per risolvere il problema dell’inquinamento mentre si portano avanti le soluzioni rinnovabili.

Un altro problema dei carburanti sintetici è che per ogni litro di carburante sintetico servono 2 litri di acqua. Infine, stando a un articolo pubblicato da Ansa lo scorso marzo, gli esperti evidenzierebbero un aumento dei costi tale che il prezzo finale al litro sarebbe di circa 10 euro, così non sarebbe sostenibile almeno dal punto di vista economico.

Perché scegliere l’uno o l’altro: differenze e cosa conviene

Perché scegliere l'uno o l'altro: differenze e cosa conviene
Biocarburante

In generale i biocarburanti sono più validi dei carburanti sintetici per via di alcune differenze evidenti:

  • I biocarburanti usano materiale di scarto, che viene già prodotto da altre lavorazioni, mentre i carburanti sintetici utilizzano materiali di produzione nuovi;
  • I biocarburanti riducono i rifiuti, mentre i carburanti sintetici potrebbero crearne di più (considerata la CO2 e l’idrogeno);
  • I carburanti sintetici potrebbero avere un costo troppo alto sul mercato almeno per i primi tempi;
  • I biocarburanti sono già impiegati con successo in alcuni settori (il primario soprattutto), ma possono essere solo complementari ai sistemi tradizionali, perché c’è un limite allo scarto che si può recuperare;
  • I carburanti sintetici hanno bisogno di competenze scientifiche specifiche e di mezzi superiori.

È anche vero che se si vuole risparmiare davvero forse sarebbe utile usare entrambe le soluzioni produttive finché non si trova una soluzione sostenibile a livello sociale, economico e ambientale, ovvero realmente sostenibile anche secondo le ultime direttive europee.

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