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La luce per i circuiti del futuro: l’Italia guida il progetto dell’Unione Europea

Fisica quantistica, teoria della relatività

L’ambizioso progetto europeo, Persephone, ha sviluppato una nuova piattaforma tecnologica basata sull’utilizzo della luce fotonica. Un piano ambizioso che si incastra nel più ampio progetto Horizon 2020 che l’Ue vuole portare avanti per sviluppare e implementare le tecnologie moderne basate sulla luce e sui circuiti di nuova generazione

La struttura del progetto Persephone

Si è trattato di un progetto davvero stimolante che ha visto protagonista l’Italia, grazie al contributo prezioso fornito dall’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) insieme al Politecnico di Milano e all’Università Federico II di Napoli. Un progetto quadriennale che la Commissione Ue ha finanziato con 3,75 milioni di euro. 

I circuiti di nuova generazione avranno un impatto importante sulla scienza più avanzata, ma anche sulla diagnostica medica e sul monitoraggio ambientale, senza trascurare l’apporto che conferiranno allo sviluppo di nuove tecnologie di telecomunicazioni e alla robotica. 

Nel progetto Persephone (PERovskite SEmiconductors for PHOtoNics) sono stati coinvolti ben 14 giovani ricercatori che hanno lavorando alacremente allo sviluppo e alla creazione di nuova piattaforma tecnologica per la fotonica imperniata su una innovativa classe di semiconduttori dalle proprietà ottiche ed elettriche rivoluzionarie denominate perovskiti ibride.

Cosa sono le perovskiti ibride

Le perovskiti ibride rappresentano una nuova classe di materiali che ha attratto gran parte della comunità scientifica internazionale che opera nel settore del fotovoltaico. Si tratta di cristalli ionici formati da piccole molecole organiche e alogenuri metallici. Si è scoperto, nel 2016, che le celle fotovoltaiche fondate su questa nuova classe di materiali  hanno raggiunto nel 2016 una efficienza di conversione del 22.1%. 

In buona sostanza, riesce a convertire in corrente elettrica il 25% dell’energia solare assorbita. Un livello di efficienza che supera abbondantemente le tecnologie convenzionali utilizzate. Un materiale a  basso costo ma ad altissima resa, che ha attratto gli scienziati e che in futuro potrebbe essere impiegato in vari settori, fra i quali i laser ai sensori ottici e i sistemi fotocatalitici e termoelettrici.

Chi ha coordinato il progetto

La coordinatrice del progetto è stata la professoressa Annamaria Petrozza, Principal Investigator all’Istituto Italiano di Tecnologia, che svolge anche il ruolo di responsabile del gruppo di ricerca “Advanced Materials for Optoelectronics” presso l’IIT a Milano. Una figura nota per la sua grande esperienza e la conoscenza dell’universo dei semiconduttori e della spettroscopia ottica

Una stimata professionista che nel 2014 è stata insignita del premio “Innovators Under 35 Italy” dalla rivista Technology Review del Massachusetts Institute of Technology (Mit) che ne apprezzò il grande lavoro svolto nell’ambito delle perovskiti. La professoressa Petrozza ha vinto anche due importanti finanziamenti erogati dall’European Research Council (Erc), nel 2017 e nel 2020. 

Grazie a questo ambizioso progetto, i 14 giovani ricercatori sono stati immersi in un vasto e variegato ambito di competenze che spaziano dal design dei materiali, all’integrazione degli stessi in circuiti sempre più evoluti e complessi. L’obiettivo raggiunto è stato quello di acquisire nuove competenze da tradurre ed adattare agli attuali contesti accademici e aziendali. 

Il progetto Horizon 2020

Horizon 2020 o H2020 è il progetto quadro dell’Ue con cui è stata finanziata la ricerca scientifica e l’innovazione grazie anche ad un imponente budget pari a 80 miliardi di euro, tra i più alti al mondo. Si tratta di fondi a gestione diretta che hanno coperto un orizzonte temporale di sette anni, dal 2014 al 2020. Grazie a questo progetto, è stata finanziata una moltitudine di progetti di ricerca o azioni orientate all’innovazione scientifica o tecnologica generando un impatto importante per tutti i paesi dell’Ue, sia nel campo della medicina, che della robotica e delle telecomunicazioni. 

Si tratta di un programma che ha sovvenzionato dei progetti mediante inviti a presentare proposte aperte e competitive. Sono state tante le persone giuridiche dei 27 paesi dell’Ue e degli altri paesi associati ad Horizon che hanno presentato delle proposte di progetto che hanno ricevuto i finanziamenti. 

Come è stato strutturato il progetto Horizon 2020 

“Horizon 2020” si è fondato in particolar modo su tre pilastri fondamentali, legati all’incentivazione di una strategia di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Degli 80 miliardi stanziati, 25 sono stati concentrati sull’Eccellenza scientifica, promuovendo il sostegno alle tecnologie future ed emergenti. Una parte di questo budget è servito per la formazione e la mobilità dei ricercatori nonché per potenziare le infrastrutture di livello mondiale (banda larga, super-computer e nanotecnologie).

Il secondo pilastro è stato diretto al sostegno all’industria europea, alla quale sono stati destinati circa 17 miliardi di euro che sono stati concentrati soprattutto in progetti riguardanti le tecnologie chiave (biotecnologie, manifatturiero avanzato e Ict). Gli stanziamenti sono stati anche mirati a favorire l’accesso al credito, al fine di rendere l’Europa un luogo più attraente dove investire in ricerca. 

Altri trenta miliardi sono stati destinati al terzo pilastro del progetto che ha riguardato le Sfide della società, al fine di affrontare le problematiche e le opportunità che attendono i cittadini europei nel campo della sanità, dell’efficienza energetica, dell’innovazione e dell’inclusività e dello sviluppo di fonti energetiche pulite per contrastare i cambiamenti climatici e l’impatto delle emissioni inquinanti sulla salute del pianeta.