SP 500 cos’è? Il nome esatto dell’indicatore è Standard & Poor 500 e questo rende l’idea dell’origine dell’indice. Infatti, Standard & Poor’s lo ha creato nel lontano 1957 ed è valido ancora oggi. Come mai? L’indice segue le 500 maggiori aziende a maggiore capitalizzaazione negli Stati Uniti ed è quindi importante come segnale per gestire i portafogli azionari. Per poter entrare in questo indice, le aziende devono avere delle contrattazioni al New York Stock Exchange (NYSE), all’American Stock Exchange (AMEX) e al Nasdaq. Nell’S&P 500, la posizione dell’azienda è direttamente proporzionale al valore di mercato delle sue azioni. Quali sono le altre caratteristiche di questo indice e come usarlo per i tuoi investimenti?
Approfondimenti
S&P 500 o SP 500: di cosa si tratta
SP 500 cos’è nei dettagli e come si scrive nel modo giusto? La sigla esatta è S&P 500, ma alcune testate possono anche scrivere SP500 o SP 500 in base alle esigenze di titolazione. In ogni caso, è importante sapere – soprattutto se stai tornando a investire sui mercati americani dopo alcuni anni – che il sistema S&P 500 ha sostituito nel tempo il Dow Jones, che metteva a disposizione i dati delle prime 30 aziende quotate in Borsa.
Nell’S&P 500, invece, le aziende sono appunto 500. Nel 2021 l’indice ha raggiunto dei valori da record dopo la decisione della Fed di mantenere i tassi di interesse bassi e per l’espansione dell’economia statunitense. L’indice è rialzista dal 2009. Anche se l’indice prende in considerazione 500 aziende, in realtà solo 10 fondi azionari hanno maggiore influenza (Apple, Microsoft Corp, Amazon, Berkshire Hathaway, Johnson & Johnson, JP Morgan Chase, Facebook, Exxon Mobil, Alphabet C e Alphabet A nel 2019), mentre le altre aziende avrebbero un’influenza ben più bassa. Cosa dovrebbe fare un’azienda americana per poter entrare nell’indice?
- Essere americana,
- avere una capitalizzazione di mercato di 11,2 miliardi di dollari,
- il 50% delle azioni in libera circolazione,
- lo 0,3 di rapporto tra volume d’affari e capitalizzazione,
- un controvalore mensile superiore a 250 mila azioni nei sei mesi precedenti alla valutazione,
- bilanci trasparenti.
Ci sono aziende che vengono escluse dall’indice per la natura giuridica:
- società in accomandita semplice (LP),
- società in accomandita semplici principali e società d’investimenti (MLP, PTP),
- il Bollettino Over-The-Counter (OTCBB), fondi chiusi (CEF),
- fondi d’investimento quotati in borsa (ETF),
- note quotate in borsa (ETN),
- trust di royalty,
- stock di monitoraggio (Tracking Stock),
- azioni privilegiate,
- fondi aperti,
- mandati azionari,
- obbligazioni convertibili,
- fondi d’investimento,
- ADR e ADS.
I fondi immobiliari, invece, sono ammessi.
Una panoramica degli attori e del funzionamento dell’indice
Per spiegare l’importanza di questo indice, la Banca d’Italia ha creato un’intervista a tema, dove l’indice stesso rispondeva alle domande degli esperti della banca. “Nessuno è perfetto ma ogni tre mesi i miei creatori rivedono la composizione di cui sono fatto assegnando i nuovi pesi a seconda di come il valore delle società si è mosso nel periodo precedente; se il valore di una società è cresciuto rispetto a quello delle altre il suo peso nell’indice aumenterà e viceversa” rispondeva l’indice. In effetti, l’indice ha continui cambiamenti e può capitare che un’azienda esca dall’indice per fare il posto a un’altra, soprattutto nelle posizioni più basse.
L’indicazione non può fornire tutte le informazioni del caso per poter investire. Infatti, come spiega l’intervista di Bankitalia: “Non rappresento quindi il rendimento di un investimento in azioni, cioè la misura di quanto stanno crescendo i miei risparmi investiti in azioni, che non è dato solo dalla variazione dei prezzi ma anche dai dividendi che si ricevono in qualità di “azionisti. Esistono però numerosi miei parenti, i cosiddetti “indici di rendimento” che tengono conto anche dei dividendi per misurare esattamente la variazione del valore di un investimento in azioni”.
Il vantaggio principale di questo indice è la possibilità di investire anche piccole somme in grandissime aziende americane investendo sull’indice. Un esempio? Supponi di voler investire in più aziende americane che hanno azioni molto volatili. Hai fatto le tue analisi di mercato, ma non hai i fondi per poter investire un capitale troppo importante. A questo punto, interviene l’indice: investi nell’indice e ti ritrovi in automatico a investire nelle aziende più quotate senza avere materialmente le azioni delle singole aziende.
Oltre a questo, l’indicazione è valida, anche se manca di qualche dato. Se stai iniziando a operare nel mercato azionario americano e non hai davvero nessun riferimento, puoi cominciare con un indicatore abbastanza stabile sui mercati.
S&P 500 e gli investimenti online
Investire con un solo indicatore non è un’ottima scelta, ma chi inizia a investire e deve capire come funzionano determinate dinamiche può iniziare con un grafico di un indice e poi proseguire con il confronto tra grafici diversi. Così impari anche a ottenere informazioni complete sui mercati e a investire con cognizione di causa e con un’analisi di mercato con una base di partenza. Questo ti aiuterà nel passaggio da investire con basso rendimento certo e investire con alto rendimento volatile.