L’economia globale sta subendo un cambiamento radicale – in particolare nel settore finanziario – favorito dalle evoluzioni della rete internet e dalle nuove tecnologie.
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Tra le innovazioni più significative che la tecnologia ha apportato al settore finanziario, vi è la comparsa delle criptovalute, la più famosa delle quali è il bitcoin.
“Criptovaluta” è un termine che si compone di due parole: cripto e valuta: si tratta di una valuta “nascosta”, nel senso che è utilizzabile solo avendo a disposizione o conoscendo un determinato codice informatico (la cosiddetta “chiave d’accesso”). La criptovaluta, infatti, non esiste in forma fisica – ed è per questo definita “virtuale” – ma si genera e si scambia esclusivamente per via telematica. Tuttavia, alcuni concetti utilizzati solitamente per il denaro cartaceo, come ad esempio quello di “portafoglio”, sono stati traslati e utilizzati anche per le monete virtuali (si parla infatti di e-wallet).
Se c’è consenso tra i partecipanti alla transazione di criptovalute, per acquistare beni e servizi senza la necessità di intermediari, si può usare la modalità peer-to-peer.
Importante è ricordare che, seppur ci siano Stati che abbiano deciso di sperimentare l’utilizzo di monete virtuali nei propri paesi (per esempio l’Uruguay con l’e-peso), le criptovalute non hanno valore legale globalmente riconosciuto, dunque l’accettarle come metodo di pagamento è su base volontaria. Monete e criptovalute, quindi, non hanno le stesse funzioni.
È impensabile che le criptovalute possano assolvere le funzioni di unità di conto e di mezzo di pagamento, tradizionalmente riconosciute alle monete “ufficiali”. Questo perché l’elevata volatilità delle criptovalute – soggette a fluttuazioni molto ampie anche nell’arco di una sola giornata – rende improduttivo prezzare beni e servizi. Per quanto riguarda, invece, la funzione di riserva di valore, bisogna considerare che più saranno utilizzate per pagare beni e/o servizi, tanto più aumenteranno di valore: questo perché la creazione di nuova criptovaluta è limitato, e si riduce nel tempo. Le criptovalute non hanno una funzione d’uso, non sono una “moneta merce”. Ma, in un futuro prossimo, potrebbero essere usate con funzione di scambio.