Per le pensioni minime nel 2023, i cambiamenti sono davvero tanti. Innanzitutto l’aumento pari a 600 euro per tutti i pensionati al di sopra dei 75 anni. Altra novità è la rivalutazione del 120% per tutti gli altri. Ecco una panoramica chiara e dettagliata di tutte le novità 2023 in quanto a pensioni minime, precisando cosa siano nel concreto, il loro funzionamento e ammontare.
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Pensioni minime, cosa sono
Le pensioni minime, stando a quel che mette in conto il Decreto Legge 12 settembre 1983, n. 463, sono le pensioni di importo minimo assicurate dalla Normativa. Rappresentano delle “soglie” che lo Stato ha l’obbligo di garantire ai cittadini per assicurare loro una esistenza onorevole per mezzo dell’integrazione di quanto raccolto a seconda dei contributi dispensati nel corso della vita lavorativa.
In questa circostanza il riferimento è all’“integrazione al minimo”. I trattamenti pensionistici integrati (cioè con aumento) hanno luogo, pertanto, nel momento in cui dal computo dei contributi dispensati i pensionati riceverebbero un assegno di cifra al di sotto del minimo vitale.
La stima del minimo vitale viene stabilita ogni anno attenendosi con la rivalutazione ISTAT dei costi della vita, 7,3% nel 2023. Il minimo, basandosi sulla perequazione di quest’anno, è difatti uguale a 563,74 euro (7.328,62 euro annui), come decretato dalla Circolare INPS n° 135 del 22-12-2022. L’INPS ammette l’integrazione al minimo su ogni performance previdenziale diretta ed indiretta, in ossequio di determinati margini di reddito. Come spiegato nella Circolare INPS n. 35 del 03-04-2023, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, le pensioni minime riceveranno un aggiuntivo surplus rispetto alla convenzionale perequazione.
Pensioni minime, aumenti e rivalutazione in arrivo
Come detto, tra le ultime previste nella Legge di Bilancio 2023 figura anche l’aumento pari a 600 euro per i pensionati over 75, una somma da aggiungere agli aumenti annui che derivano dall’adeguamento degli importi al consumo. Non è tutto, la Manovra prevede una rivalutazione straordinaria nel 2023 uguale all’1,5 % per quanti percepiscono il trattamento minimo al di là di fattori anagrafici.
In buona sostanza, queste sono le novità vigenti per quest’anno:
- un incremento pari a 600 euro delle pensioni minime per i pensionati over 75;
- una rivalutazione straordinaria dei trattamenti minimi, al di là dell’età, che nel corso di quest’anno saranno rivalutati del 120% – ovvero del 7,3% + 1,5% (il 20% di 7,3%). In definitiva, il riferimento ruota attorno a una rivalutazione integrale, a cui si somma un 20% del complessivo in più.
Con la precisazione che dovranno confermarsi idonei i limiti di reddito, ossia per conseguire l’integrazione al minimo occorrerà trovarsi in determinati margini reddituali individuali, che mutano anche in base al fatto che il pensionato abbia o non abbia vincolo coniugale. Con la Circolare INPS n. 35 del 03-04-2023, l’Ente chiarisce ciascun elemento e le diverse circostanze.
Incremento delle pensioni minime, ecco a chi spetta
L’Inps ha notificato dettagli aggiuntivi (Circolare n. 35 del 03-04-2023 con le direttive ufficiali dell’Istituto) sull’incremento delle pensioni uguali o al di sotto del trattamento minimo, come predisposto dall’ultima Legge di Bilancio per il contrasto dell’inflazione.
Il benefit è approvato dal 1° gennaio 2023 fino a dicembre 2024, con riferimento alla cifra della pensione lorda totale dispensata mensilmente, inclusa la tredicesima. L’aumento sarà del dell’1,5% per l’anno in corso, maggiorato al 6,4% per gli quanti abbiano più di 75 anni, e di 2,7% per il prossimo anno.
Sono scartate dalla base di computo, per la definizione della maggiorazione:
- le performance dal punto di vista fiscale non imponibili (ad esempio, le cifre dispensate a titolo di incremento sociale, la quattordicesima, la somma aggiuntiva della pensione);
- le performance di natura assistenziale;
- le performance a carattere facoltativo;
- le performance di accompagnamento a pensione.
La maggiorazione sarà dispensata con la medesima ciclicità di versamento della pensione (mensile, semestrale o annuale) e sarà messa in evidenza sul cedolino. Coloro che ne hanno diritto dovrebbero percepire tale aumento già a partire dal cedolino di maggio, assieme alle mensilità in arretrato dell’anno in corso.
Maggiorazione cedolino pensioni maggio 2023
Con la circolare 35/2023, l’Inps ha messo a disposizione le prime informazioni circa l’aumento delle pensioni di cifra uguale o pari al trattamento minimo (563,74 euro nel 2023), atteso dall’ultima Legge di Bilancio per il contrasto degli esiti negativi dell’inflazione. Coloro che ne hanno diritto dovrebbero percepire il supplemento della somma a partire dal cedolino di maggio assieme alle rate in arretrato del 2023.
L’incremento, valevole per un biennio, sarà calcolato sulla cifra lorda del trattamento e si sommerà all’1,5% per l’anno corrente, alzato al 6,4% per quanti abbiano superato i 75 anni, e di 2,7% per il prossimo anno.
Pensioni minime: ecco gli importi degli aumenti
In sintesi, ecco una panoramica sugli importi stando alle nuove direttive:
- 572,20 euro mensili per ciascun percettore di pensione minima al di sotto dei 75 anni (considerando il rialzo straordinario dell’1,5%);
- 599,82 euro mensili per ciascun percettore di pensione minima over 75 (599,82 euro, circa 39 euro in più in confronto al trattamento certificato per tutti gli altri beneficiati).