x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Partite iva apri e chiudi: cosa dice la nuova normativa a contrasto del fenomeno?

fattura elettronica

L’Agenzia delle Entrate ha chiuso oltre 1200 partite iva. La cessazione partite iva è arrivata a causa di illeciti e per questo ha deciso di stringere la normativa sulle partite iva apri e chiudi.

Le partite Iva apri e chiudi sono partite iva collegate a tutte quelle attività che richiedono l’apertura di una partita Iva, ma che cessano la propria attività prima di trovarsi a dover versare le imposte dovute facendo perdere le proprie tracce e ripetendo l’operazione per continuare a non pagare le tasse. Non venendo trovati dal fisco non si è nemmeno soggetti a pagare le tasse, di conseguenza si evade. Quest’operazione viene fatta soprattutto da soggetti extra-Ue che sono più facilmente irrintracciabili.

Il meccanismo di aprire e chiudere una partita iva per brevi periodi per poi aprirne un’altra sotto un altro nome, evita di essere trovati dal fisco per dover pagare le tasse. Il soggetto fa perdere le tracce per poi ripetere l’operazione. In questo modo non paga mai le imposte del fisco. Spesso questo meccanismo fraudolento viene usato anche per beneficiare di bonus come accaduto per il Superbonus 110.

Le partite iva apri e chiusi si traducono in sostanza in evasione fiscale per questo il governo ha deciso di contrastarle con una normativa più stringente inserita nella legge di bilancio 2023.

Le nuove misure contro le partite iva apri e chiudi prevedono controlli a tappeto da parte di Inps, Agenzia delle Entrate, e Guardia di Finanza, sulle varie comunicazioni di apertura di nuove in caso di attività ritenute più a rischio. Inoltre, è prevista una potenziale chiusura d’ufficio, per quelle realtà non in grado di superare i controlli richiesti e una sanzione amministrativa pari a 3mila euro a carico del contribuente.

calcolatrice e fattura
calcolo della fatturazione con calcolatrice

Dai controlli fatti dall’Agenzia delle Entrate volti a contrastare questa pratica di partite iva apri e chiude per sfuggire al pagamento delle tasse, è emerso che le regioni maggiormente interessate sono Lombardia e Lazio con il 50% delle partite iva coinvolte. In altre regioni come Toscana, Campania e Veneto è stata indetta più di una cessazione partita iva dai controlli fatti dall’Ente.

I controlli che l’Agenzia sta svolgendo su oltre 500 partite iva apri e chiude considerate potenzialmente illecite aperte tra il gennaio 2021 e dicembre 2022 caratterizzate da movimenti anomali. Inoltre, sono state rilevate oltre 800mila partite iva inattive ovvero che non hanno svolto attività per oltre tre anni.

Partite Iva apri e chiudi: le nuove norme a contrasto

La legge di bilancio 2023 ha deciso di intervenire sull’apertura e cessazione partita iva per evitare che vengano commesse frodi al fisco. Innanzitutto, le nuove misure partono dai controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate valutando già in fase di registrazione elementi a rischio e potenziali fraudolenti.

In caso di sospetta pericolosità, l’attività deve fornire tutta la documentazione a sussidio esibendo tutte le scritture contabili obbligatorie per verificare l’attività economica svolta. Se il contribuente non si presenta o non fornisce tutta la documentazione utile o se vengono riscontrate ulteriori anomalie, l’Agenzia delle Entrate dispone la cessazione partita iva, ovvero la cessazione d’ufficio.

In seguito, il contribuente può aprire una partita iva ma a contrasto del ripetersi del meccanismo di partite iva apri e chiudi, dovrà rilasciare una garanzia in forma di fideiussione bancaria o assicurativa avente durata di 3 anni ed importo non inferiore a 50mila euro, o pari alle somme dovute per violazioni fiscali.

La stretta contro le partite Iva apri e chiudi introdotta con la legge di Bilancio 2023, che ha voluto dedicare un intero capitolo a questo problema, prevede anche una nuova sanzione pecuniaria di 3.000 euro per il destinatario del provvedimento di cessazione della partita iva. Questa sanzione non si applica a chi invece ha la partita iva inattiva.

I provvedimenti inseriti nella manovra 2023 sono utili ed efficaci perché permettono alle autorità competenti di intervenire tempestivamente contro azioni fraudolente attraverso la cessazione partita iva, la cessazione dell’attività. Si tratta di un meccanismo fraudolento molto utilizzato quello delle partite iva apri e chiudi e sono necessarie misure immediate e strutturali che evitano il ripetersi di queste operazioni.

Secondo alcuni esperti, le nuove norme sono utili soprattutto in determinati settori come quello dell’edilizia e della logistica dove si verificano più frodi sulla fatturazione. A contrasto delle partite iva apri e chiudi c’è anche l’obbligo per i liberi professionisti di inviare al Fisco le fatture in formato elettronico. Ciò ha permesso di scoprire le frodi all’Agenzia delle Entrate più facilmente grazie ai controlli telematici.

Le nuove norme hanno accelerato anche i processi di blocco e cessazione partita iva da parte delle autorità competenti, un processo finora lungo poiché gli enti dovevano prima verificare la presenza di fatture false e avviare un accertamento formale nei confronti del contribuente. Solo in un secondo momento si poteva bloccare l’attività di una partita iva fraudolenta e questo permetteva a chi evadeva di proseguire con le sue attività illecite. L’intervento ora con le norme introdotte dalla legge di bilancio 2023 è molto più immediato e tempestivo atto a bloccare il prima possibile l’attività illecita ed evitare che il truffatore compia altre attività fraudolente.

La normativa prevedeva che gli intermediari in prima battuta ovvero coloro che danno comunicazione dell’apertura della partita Iva da parte di terzi, corressero dei rischi diretti. In seguito poi si è pensato di eliminare questa norma e le sanzioni e i rischi sono previsti solo per i contribuenti e non per altri.

Argomenti