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Ricorso per TARI non dovuta: scopri come ottenere un rimborso per le tue tasse locali!

Immagine martelletto del giudice

La TARI è la nuova tassa sui rifiuti solidi urbani che ha preso il posto della TARES e serve a finanziare le spese sostenute dai Comuni per mantenere pulite le strade e per raccogliere e smaltire i rifiuti prodotti dai residenti. Questa imposta è dovuta da coloro che detengono un immobile a qualsiasi titolo, sia che si tratti di pura proprietà che in caso di comodato d’uso o usufrutto. Questa imposta va pagata anche dall’inquilino in affitto purchè il contratto d’affitto sia superiore ai 6 mesi. Ad ogni comune viene demandata la facoltà di determinare l’entità dell’imposta da addebitare ai residenti. 

Qualora il contribuente non dovesse onorare il pagamento della TARI entro la scadenza prestabilita, il Comune può inviare un avviso di accertamento che prevede anche l’erogazione di sanzioni e interessi. Se l’avviso di accertamento non viene inviato, al compimento del quinto anno dalla data di scadenza della TARI, il contribuente può opporre la prescrizione del tributo ed evitare così il pagamento. Ma cosa accade se il cittadino riceve un avviso di accertamento nonostante l’imposta sia stata già pagata o se sono scaduti i termini per l’invio della notifica da parte del Comune? In questo caso il cittadino può agire in autotutela, presentando una apposita istanza in cui farà valere le proprie ragioni. 

Come presentare l’istanza in autotutela

Per presentare l’istanza esistono appositi moduli che possono essere scaricati attraverso i siti ufficiali dei singoli comuni. Qualora il modulo non fosse disponibile, il contribuente può anche prendere in considerazione la possibilità di inviare una Raccomandata con ricevuta di ritorno. Se l’avviso di accertamento non viene inviato attraverso canali ufficiali come una PEC o una raccomandata con ricevuta di ritorno, il ricevente può anche decidere di non procedere al versamento del tributo. 

Gli avvisi di accertamento, infatti, non possono essere recapitati attraverso una semplice email o tramite posta ordinaria ma solo attraverso mezzi ufficiali. Il cittadino non è tenuto a versare l’imposta se già il tributo è stato pagato in precedenza. L’esenzione dal pagamento della TARI spetta anche a coloro che hanno inviato al proprio Comune (ricevendo risposta positiva) una richiesta di esenzione sociale per il mancato superamento della soglia ISEE prevista. 

Il contribuente è esonerato dal pagamento anche nel caso in cui l’atto inviato contenga palesi errori catastali sugli immobili o vi siano errori per una non corretta importazione della Dichiarazione IMU – TASI. Nel caso in cui l’avviso di accertamento venga inviato dopo il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento dovevano essere effettuati, il contribuente può decidere di non pagare opponendo la prescrizione del tributo. 

Nel caso di riscossione coattiva, il Comune è obbligato, prima di intraprendere azioni esecutive come il pignoramento dello stipendio o il recupero coercitivo, a notificare l’atto apposito al contribuente. Secondo quanto disposto dall’art. 1, comma 163, della Legge n. 296/2006, il provvedimento di riscossione coattiva deve obbligatoriamente essere notificato al contribuente, pena la decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento TARI è diventato definitivo. 

Se ricorre uno dei casi sopracitati, il contribuente può decidere di non pagare presentando ricorso in autotutela, indicando in maniera puntuale le ragioni per le quali non effettuerà l’adempimento richiesto. Possono presentare tale istanza sia il proprietario dell’immobile che il conduttore dell’abitazione. 

Istanza di autotutela, cosa indicare

Per presentare l’istanza di autotutela occorre inviare l’apposito Modulo via Raccomandata con ricevuta di ritorno. Occorre compilare correttamente il modulo in questione inserendo i propri dati anagrafici, specificando a quale titolo si detiene l’abitazione e indicando il numero del sollecito di pagamento e le date relative. Bisogna anche inserire le motivazioni per cui si richiede tale annullamento. In genere le motivazioni possono essere di quattro tipi: pagamento effettuato, esenzione, cessazione utenza o altro (ad esempio prescrizione o decadenza). 

In base alla motivazione addotta, occorre allegare il relativo modulo che comprova le ragioni del contribuente, ad esempio la ricevuta di versamento, il modulo di esenzione fiscale o le dichiarazioni presentate in precedenza.  Il documento deve essere opportunamente firmato, aggiungendo in maniera precisa l’indirizzo di recapito per documenti o comunicazioni. 
Chi abita nel Comune di Roma, potrà presentare l’apposita istanza di autotutela scaricando il modulo ufficiale da internet e inviandolo tramite Raccomandata Online su Ufficiopostale.com. Coloro che vivono in altri comuni, potranno in ogni caso stampare lo stesso modulo e riprodurlo, compilandolo in ogni parte per poi spedirlo via PEC o via Raccomandata.

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