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Tassazione delle plusvalenze sulle criptovalute: scopri come dichiararle e pagare le tasse

Bitcoin criptovaluta

Ormai da diversi anni le criptovalute hanno rivoluzionato il mondo finanziario diventando uno degli asset più gettonati e dalle prospettive future che si preannunciano rosee. Quando però si parla di tasse sulle criptovalute, sorgono molte perplessità, anche perchè per molto tempo non vi è stata una regolamentazione dal punto di vista fiscale, sia nel nostro paese che in ambito Ue. 

Con la nuova legge di Bilancio 2023, sono state introdotte delle nuove normative che prevedono la tassazione delle plusvalenze derivanti dalla commercializzazione di criptovalute. In questa guida vi forniremo una panoramica più chiara su come dichiarare il possesso e le eventuali plusvalenze sulle criptovalute nel modello 730 e nel modello redditi Persone Fisiche. 

Le imposte sulle plusvalenze delle criptovalute

L’introduzione, anche a livello fiscale, del concetto di cripto attività come «rappresentazioni virtuali di valore» ha comportato contestualmente anche l’applicazione di regole e criteri di tassazione, nonché una maggiore consapevolezza da parte dei contribuenti sui nuovi adempimenti di natura fiscale e dichiarativa. Ricorrendo determinate circostanze, coloro che realizzano plusvalenze derivanti dallo scambio o dalla commercializzazione di criptovalute, sono soggetti al pagamento di imposte. La medesima cosa vale anche per il processo di prelievo delle criptovalute

Va chiarito che il semplice possesso di criptovalute non comporta di per sé l’applicazione di imposte. Su coloro che detengono moneta virtuale incombe solo l’onere di dichiararne il possesso ai fini del monitoraggio fiscale. L’obbligo di dichiarazione si applica solo se sono state compiute operazioni fiscalmente rilevanti e superiori a 2.000 euro. In questo caso, l’aliquota che verrà applicata sarà del 26%.

In virtù della nuova legge, gli obblighi che incombono sul contribuente sono sostanzialmente due: la tassazione delle plusvalenze e il monitoraggio fiscale. Se avviene uno scambio di criptovalute per acquistare beni o servizi, queste operazioni avranno una implicazione anche a livello fiscale. Chi detiene criptovalute dovrà, anche se non ha effettuato operazioni commerciali, tenerne traccia e cura adempiendo a tutti gli obblighi informativi introdotti dalla legge di Bilancio 2023. 

Come si calcolano le plusvalenze

Ai fini del corretto calcolo delle plusvalenze sulle criptovalute, occorre tenere in considerazione alcuni passaggi fondamentali. La prima cosa da fare è determinare il valore di acquisto delle criptovalute. Bisogna tenere in considerazione in primis il prezzo pagato per l’acquisto e poi gli altri oneri pagati a titolo di commissione o spese di transazione. 

La Legge di Bilancio 2023  consente di rideterminare il valore delle cripto attività possedute al 1° gennaio 2023, sostituendo il costo di acquisto con il valore a quella data. Per effetto della nuova normativa, si applicherà un’imposta sostitutiva del 14% che dovrà essere versata entro il 30 settembre 2023. La tassa dovrà essere versata o in un unico pagamento oppure richiedendo una dilazione in 3 rate annuali con interessi del 3% annuo su ogni rata. 

Va specificato che il valore «affrancato» non potrà mai essere portato a compensazione per compensare precedenti minusvalenze. Un’altra cosa importante da fare è fissare il valore al momento della cessione. E’ importante appuntarsi il valore delle criptovalute al momento in cui vengono scambiate o cedute. Il valore si può desumere facendo una ricerca sugli attuali valori di mercato e sulle quotazioni stimate al momento della transazione. La plusvalenza sulla quale si dovranno pagare le imposte, scaturisce dalla differenza tra il valore di cessione e il costo che si è sostenuto per l’acquisto delle criptovalute. Se da questa differenza si ottiene un guadagno, quella sarà la plusvalenza sulla quale si dovranno pagare le imposte. 

Come dichiarare le plusvalenze

Le plusvalenze sulle criptovalute dovranno essere dichiarate all’interno del quadro RW della dichiarazione dei redditi. Bisognerà indicare con precisione il valore totale finale delle valute digitali che si sono possedute nel periodo di imposta sul quale si dovrà poi applicare l’imposta di bollo nella misura del 2 per mille da versare in base alle modalità e ai termini previsti per il pagamento delle imposte sui redditi

Chi effettua molte operazioni dovrà tenere traccia in maniera precisa e puntuale di tutte le transazioni effettuate, conservando la documentazione relativa. L’aliquota che verrà applicata sull’eventuale plusvalenza è del 26%. Chi ha detenuto criptovalute prima dell’entrata in vigore della legge 197/22 potrà “affrancarne” il valore, versando all’erario un’imposta pari al 14% del valore delle criptovalute alla data del 31 dicembre 2022. Le minusvalenze, invece, si potranno riportare negli esercizi successivi per portarle in compensazione con eventuali plusvalenze future, fino al quarto periodo di imposta. 

Il semplice possesso di criptovalute, ai fini del monitoraggio fiscale, va dichiarato nel modello Redditi PF. Anche quando la giacenza media è inferiore a 15 mila euro, il contribuente è tenuto a compilare il quadro RW, seguendo scrupolosamente le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. Le minusvalenze dovranno, invece, essere riportate all’interno del quadro RT del modello dichiarativo. 

Bisognerà compilare il rigo RT24, denominato «Eccedenza di minusvalenze», inserendo l’importo delle minusvalenze ancora non portate precedentemente in compensazione. Si potrà anche compilare la sezione V del quadro RT, dedicata alle minusvalenze riportabili. In questo quadro dovranno essere indicate le minusvalenze che si potranno riportare per i successivi quattro anni. 

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