Arriva il periodo dell’anno della dichiarazione dei redditi. Tra le vari voci da dichiarare spesso ci si chiede se va inserito il TFR. Comprendere questi aspetti è fondamentale per evitare errori. Vediamo come funziona la tassazione tfr 2024. Il trattamento di fine rapporto nella dichiarazione dei redditi è un argomento fondamentale per i dipendenti.
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Il TFR (trattamento di fine rapporto) in Italia non viene considerato come reddito da lavoro, di conseguenza non vi è alcuna tassazione tfr 2024, perché non va inserito nel 730. Il tfr va però comunque inserito nella dichiarazione dei redditi.
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Tassazione tfr 2024
Il TFR, infatti è soggetto a tassazione separata al momento dell’erogazione, con un’aliquota che varia a seconda della fascia di lavoro di riferimento del dipendente. La parte di rivalutazione del TFR viene tassata annualmente con un’imposta sostitutiva dell’11%.
L’ammontare del TFR maturato nell’anno precedente è riportato nella Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro, ma a solo scopo informativo e non ai fini della dichiarazione dei redditi. Per questo motivo, il tfr non concorre alla formazione di reddito imponibile e quindi non va sommato ad altri redditi percepiti durante l’anno, ai fini del pagamento dell’Irpef e tasse regionali.
La tassazione tfr 2024 non spetta al ricevente ma al datore di lavoro stesso. Le anticipazioni del tfr, le indennità e le altre prestazioni sono già indicate nel CUD, ovvero nella certificazione unica rilasciata dal datore di lavoro e non sono da inserire nel modello 730 secondo quanto specificato dall’articolo 17 del TUIR, il testo unico sulle imposte sui redditi.
Se l’importo del TFR è considerata indennità sostitutiva e per fini previdenziali o per l’acquisto della prima casa, è esente da tassazione. In questi casi, il TFR non deve essere dichiarato come reddito nella dichiarazione dei redditi e non sarà soggetto a tassazione.
Cosa fare con il TFR nel 730
- Indicare il TFR nel quadro C: Anche se non va dichiarato, è consigliabile comunque indicare il TFR nel quadro C del 730, nella sezione relativa ai “Redditi di lavoro dipendente non dichiarati”. Questo serve a fini di completezza informativa e per tenere traccia del proprio TFR maturato nel tempo.
- Conservare la Certificazione Unica: È importante conservare la Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro, dove è riportato l’ammontare del TFR maturato. Questo documento sarà utile in caso di future richieste da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Casi eccezionali:
Esistono alcune eccezioni in cui il TFR potrebbe essere assoggettato a tassazione ordinaria:
- Riscatto anticipato del TFR: Se il TFR viene riscattato anticipatamente, la somma percepita potrebbe essere considerata reddito imponibile e quindi soggetta a tassazione ordinaria. In questo caso, l’onere della tassazione è a carico del lavoratore.
- Accantonamento del TFR in fondi pensione: Se il TFR viene accantonato in fondi pensione, le somme erogate in seguito saranno soggette a tassazione separata con un’aliquota agevolata.
Anticipo TFR:
- L’anticipo TFR è tassato con le aliquote IRPEF ordinarie applicate nel periodo di erogazione dell’anticipo.
- L’importo dell’anticipo non è soggetto a rivalutazione.
Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) rappresenta il fondo pensione che il datore di lavoro versa al lavoratore alla fine del rapporto di lavoro ed è necessario sapere questo importo come viene tassato e come deve essere dichiarato nel 730 per evitare problemi con l’ Agenzia delle Entrate.
Nonostante il TFR sia erogato all’atto della cessazione del rapporto di lavoro, viene considerato un reddito a sé stante e soggetto all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). Inoltre, inserire in modo corretto il tfr all’interno della dichiarazione aiuta a poter beneficiare di eventuali agevolazioni fiscali previsti.