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Commissioni di ingresso sui fondi: quanto incidono sui tuoi investimenti?

Una banconota nel portafoglio

I fondi comuni di investimento sono attualmente uno dei prodotti sui quali più spesso gli investitori esperti decidono di rivolgersi quando vanno alla ricerca di guadagni extra. Si tratta di un’opzione particolarmente interessante per far fruttare i propri risparmi, perché permette di avere un’esposizione su un’ampia gamma di titoli senza dover, di conseguenza, gestire attivamente ogni singolo titolo. Tuttavia, come per qualunque altro strumento finanziario, per poterne usufruire è necessario versare alcune commissioni il cui impatto non andrebbe sottovalutato.

Cosa sono i fondi comuni di investimento

Scopriamo insieme quanto incidono davvero sui nostri investimenti le commissioni esistenti quando si decide di entrare in un fondo di investimento.
Molte banconote dentro ad una valigetta

Un fondo d’investimento è un insieme di capitali provenienti da vari investitori, impiegato per acquistare titoli in modo collettivo. In questo scenario ogni investitore, tuttavia, conserva la proprietà e il controllo delle proprie quote. I fondi d’investimento offrono una gamma più ampia di opportunità di investimento, una gestione professionale più qualificata e costi di gestione inferiori rispetto a quelli che un singolo investitore potrebbe ottenere autonomamente. Tra i vari tipi di fondi d’investimento si trovano i fondi comuni di investimento, gli ETF (Exchange-Traded Funds), i fondi del mercato monetario e i fondi hedge.

Puntando sui fondi, gli investitori individuali non prendono decisioni dirette su come vengono investiti gli asset del fondo. Al contrario, scelgono un fondo in base a obiettivi, rischi, spese e ad altri criteri. La gestione del fondo è affidata a un gestore, il quale decide quali titoli acquistare o vendere e in che proporzione. Un fondo d’investimento può avere una strategia diversificata, come un fondo indicizzato che replica l’andamento dell’S&P 500, oppure può concentrarsi su settori specifici, come un ETF che investe esclusivamente in piccole aziende tecnologiche. Di recente, per esempio, si è anche iniziato a parlare molto dei fondi di investimento in idrogeno, risorsa rinnovabile che potrebbe in un futuro non troppo lontano diventare il traino di una vera e propria rivoluzione green.

Le commissioni di ingresso

Anche investire presenta un costo, che nel caso dei fondi di investimento si concretizza nelle commissioni di ingresso, che possono sembrare piccole, ma che nel tempo possono avere conseguenze significative sul proprio portafoglio di investimenti.

Stiamo parlando nel caso specifico di una spesa che viene vengono addebitata ad un soggetto nel momento in cui quest’ultimo compra delle quote di un fondo comune. Questi costi vengono generalmente espressi come una percentuale dell’importo investito. Ad esempio, se un fondo applica una commissione del 2% e si sceglie di investire 10.000 euro, si dovranno pagare 200 euro di commissioni, e quindi solo 9.800 euro saranno effettivamente investiti nel fondo.

Come sapere se sono previste commissioni

La presenza di commissioni e il loro importo sono uno dei fattori che dovrebbero spingere gli investitori a valutare quale sia il fondo migliore sul quale vogliono puntare.

Per non rischiare sorprese, è necessario che prima della sottoscrizione ad un fondo comune di investimento si leggano in modo attento i documenti forniti dal proprio consulente finanziario di fiducia. Si consiglia soprattutto di controllare i documenti di apertura del conto, gli estratti conto e qualsiasi altro documento specifico del prodotto per vedere i tipi e l’importo delle commissioni che si andranno a pagare.

Ci sono in particolare alcune domande che ci si dovrebbe porre prima di completare l’operazione, tra le quali:

  • Quali sono tutte le spese associate a questo conto? Esiste un prospetto dettagliato che includa tutte le commissioni previste per gli investimenti e la gestione del conto?
  • In che modo posso ridurre o eliminare alcune delle spese che devo pagare? Per esempio, è possibile acquistare direttamente l’investimento senza l’intermediazione di un consulente finanziario? Se apro un altro tipo di conto, le commissioni saranno inferiori?
  • Sono previste altre commissioni per operazioni o servizi di consulenza? Esistono costi per il trasferimento del conto, per inattività, bonifici o altre spese simili?
  • Di quanto deve crescere il valore dell’investimento affinché riesca a recuperare i costi iniziali?
  • Quali costi dovrò sostenere per acquistare, mantenere e vendere questo investimento? Questi costi saranno indicati chiaramente nel mio estratto conto o nella conferma delle operazioni? Se non vengono riportati in questi documenti, in che modo verrò informato?

L’impatto sugli investimenti

In che modo le commissioni di ingresso impattano gli investimenti nei fondi? Ecco tutto quello che devi sapere a riguardo.
Alcune banconote arrotolate

Alla luce di quanto emerso fino ad ora, risulta evidente come le commissioni di ingresso siano una sorta di “tassa fantasma” che però può avere un peso importante sul rendimento finale dei nostri investimenti. Anche soltanto l’1% di commissioni all’anno può comportare perdite di non poco conto sul lungo termine.

Proviamo a fare un esempio pratico. Immaginiamo di investire 10.000 euro in un fondo che applica una commissione di ingresso del 2% e genera un rendimento medio annuo del 5% per un periodo di 20 anni. Nel caso in cui non ci fossero commissioni di ingresso, il nostro investimento crescerebbe fino a circa 26.533 euro dopo 20 anni. Tuttavia, con una commissione di ingresso del 2%, il capitale iniziale investito sarebbe di 9.800 euro, e dopo lo stesso periodo di 20 anni, il valore dell’investimento potrebbe toccare circa 25.937 euro. La differenza tra i due scenari ammonta a 596 euro, ed essa è dovuta esclusivamente alle commissioni iniziali. Anche se questa differenza potrebbe sembrare modesta, rappresenta comunque una diminuzione del guadagno potenziale, che diventa ancora più evidente con il passare del tempo o se si investono somme maggiori.

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