Tra gli strumenti finanziari attualmente in uso spiccano le obbligazioni subordinate. Vengono definite in questo modo perché il rimborso avviene in tempi successivi rispetto ai creditori ordinari. Tuttavia, rispetto alle obbligazioni, questi contengono una maggiore percentuale di rischio e, di conseguenza, possono essere più remunerativi. Ci sono, infatti, diversi rischi, ma altrettanti rendimenti. Ecco, dunque, che cosa sono le obbligazioni subordinate, le diverse tipologie e come investire in queste.
Approfondimenti
Che cosa sono le obbligazioni subordinate
Le obbligazioni subordinate, chiamate anche bond subordinati, non sempre hanno una scadenza predefinita. Grazie alle ultime cronache finanziarie, sono strumenti molto noti tra gli investitori e gli addetti ai lavori: rappresentano un credito che un soggetto ha fatto all’ente bancario in cui il rimborso è subordinato ad altri crediti principali. Il rendimento di questi strumenti è superiore rispetto ai classici bond poiché il rischio a cui gli investitori sono sottoposti è maggiore.
Come tutti gli strumenti finanziari, anche queste obbligazioni junior non sono esenti da rischi. Il rischio maggiore è rappresentato dal fatto che in caso di default l’investitore viene soddisfatto soltanto dopo gli altri creditori. Anche nel momento in cui la banca si trova in determinate difficoltà, il creditore può subire perdite più o meno ingenti. Per questo motivo il rischio di credito è molto alto: basti considerare che la perdita può raggiungere anche il totale del capitale investito.
Molti di questi bond non hanno una scadenza fissa: per questo motivo da parte dell’investitore è difficile comprendere il rendimento dell’investimento. L’altra difficoltà è legata alla scarsa liquidità che rende molto difficoltoso acquistarli e venderli.
Tuttavia, sul mercato ci sono diverse obbligazioni con interessi alti ed è proprio questo il motivo che spinge gli utenti ad investire in questo tipo di strumento finanziario. Inoltre, le obbligazioni possono essere convertibili in azioni, sebbene in questo caso aumenta ancora di più il rischio.
Inoltre, anche nel caso delle obbligazioni subordinate è previsto l’istituto dell’arbitrato per la risoluzione di eventuali controversie.
Le diverse tipologie di obbligazioni subordinate
Uno degli aspetti più importanti da considerare è diversificare il portafoglio includendovi anche, se ritenuto necessario, le obbligazioni subordinate. In circolazione ce ne sono di diverse tipologie legate alle diverse tipologie di rischio.
Le più rischiose sono le obbligazioni subordinate Tier 1. In caso di difficoltà da parte della banca una particolare cedola può essere addirittura cancellata con grosse perdite da parte dell’investitore. Dopo i Tier 1, i bond subordinati Upper Tier 2 (con durata minima di 10 anni) sono tra i più rischiosi. Per questa tipologia, però, in caso di difficoltà da parte della banca le cedole non vengono cancellate ma sospese e pagate in un secondo momento. Per il Tier 1 e Tier 2 il rischio è elevatissimo.
Tra i bond subordinati più comuni, invece, bisogna annoverare i Lower Tier 2: generalmente sono di durata decennale e possono essere a scadenza fissa. I bond meno remunerativi e anche i meno rischiosi si chiamano Tier 3 con scadenza dai 2 ai 4 anni.
In base al livello di rischio, cambia la priorità di rimborso in caso di fallimento da parte della banca. Ad esempio, gli investitori con Tier 1 saranno rimborsati dopo rispetto a chi ha un Tier 3.
I rischi delle obbligazioni subordinate
Come anticipato, i bond subordinati hanno una percentuale di rischio molto elevata. Di seguito i 5 aspetti da considerare prima di investire in questi strumenti:
- Strumenti difficili da comprendere. Per questo motivo è consigliabile investire in questi strumenti soltanto se si ha una conoscenza tecnica e approfondita. Ad esempio, serve leggere nel dettaglio la documentazione per valutare il livello di rischio.
- Rischio elevato. Rispetto ad altri strumenti finanziari, si tratta di bond con grandi possibilità di guadagno ma anche con grandi rischi di perdita di capitale (soprattutto per il Tier 1 e Tier 2).
- Non hanno una data di scadenza e quindi è difficile stimare il rendimento.
- Scarsa liquidità.
- La diversificazione, spesso, non basta. Con questa tipologia di obbligazione, spesso avere un portafoglio ben diversificato non è la soluzione per ridurre al minimo il rischio.
Dunque, l’investitore che vuole investire in questi bond deve analizzare bene la situazione per evitare grosse perdite. Serve ricordare, tuttavia, che al momento la situazione delle banche europee è migliorata rispetto al passato con un atteggiamento molto più prudente e, quindi, è minore la possibilità che si possa parlare di fallimento bancario.
Come investire in bond secondari
Poiché si tratta di obbligazioni, anche questa tipologia è negoziabile sul mercato secondario, sebbene, come visto, scarseggia la liquidità. Infatti, scarseggia sia la domanda e sia l’offerta ed è per questo motivo che è difficile acquistare e vendere bond secondari. In molti casi, gli investitori che volessero rivendere i loro bond potrebbero farlo a prezzi più bassi rispetto a quanto li hanno acquistati. Oppure, nel momento in cui il rischio è molto elevato, potrebbe essere davvero complicato, a tratti impossibile, vendere questi bond.