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Premi di produttività: la guida definitiva alla tassazione e ai vantaggi

Dipendenti di un'azienda

Non c’è dubbio che i premi di produttività siano un elemento di attrazione sia per i dipendenti che per i datori di lavoro. Questi strumenti, legati alla performance e all’efficienza dei lavoratori, non solo incentivano questi soggetti a impegnarsi, ma offrono anche opportunità di risparmio fiscale. In questa guida definitiva, analizzeremo cosa sono i premi di produttività, come vengono tassati e quali vantaggi comportano per le parti coinvolte.

Cosa sono i premi di produttività?

Ecco tutte le informazioni che devi assolutamente conoscere riguardo ad un argomento interessante come la tassazione sui bonus di produzione.
Un meeting in azienda

Ogni lavoratore dipendente assunto con un regolare contratto di lavoro accetta di operare per una certa azienda a fronte di un compenso al quale può, in alcuni casi, essere aggiunta una cifra più o meno rilevante.

Questa opzione è stata introdotta nel nostro Paese per la prima volta in assoluto negli anni Sessanta: in un primo momento, questi premi erano stati pensati come strumenti legati alla produttività aziendale, con l’obiettivo di consentire ai lavoratori di beneficiare dei risultati aziendali.

Tuttavia, nel giro di poco tempo, attraverso la contrattazione nazionale, i premi di produzione sono stati trasformati in compensi fissi. Di fatto, sono diventati un’integrazione stabile alla retribuzione base, con cadenza plurimensile, generalmente annuale.

La contrattazione interna alle aziende ha assunto fin dall’inizio un ruolo cruciale nella definizione di tali premi, stabilendone importi uguali e fissi per tutti i dipendenti. Inoltre, ne è stato previsto un aggiornamento periodico simile a quello degli aumenti salariali negoziati a livello nazionale.

Il calcolo

Sono due gli elementi da prendere in considerazione per poter calcolare il netto dei premi di produzione aziendali: da lato troviamo l’importo lordo del premio di risultato percepito, dall’altro le modalità di erogazione (possono infatti essere concessi direttamente in busta paga, o in alternativa come parte del welfare aziendale).

L’aliquota applicata sarà infatti diversa a seconda dei casi. Per esempio, se il lavoratore dovesse scegliere di ricevere l’intero importo in busta paga, quest’ultimo sarà soggetto a un’aliquota agevolata del 5%.

Per calcolare il netto di un premio di produzione di 1.500 euro con un’aliquota agevolata del 5%, per esempio, possiamo applicare questa formula:

Importo netto = Importo lordo – (Importo lordo × Aliquota)

  1. Calcolo dell’imposta:

1.500 euro×0,05= 75 euro

  1. Importo netto:

1.500 euro−75 euro= 1.425 euro

Quindi, il premio di produzione netto sarà di 1.425 euro.

Se invece puntasse al welfare aziendale, la somma finale destinata al welfare sarà totalmente esente da tassazione. Immaginiamo ad esempio che lo stesso lavoratore possa utilizzare una parte del premio, ad esempio 250 euro, per servizi di welfare aziendale: questa cifra non verrà tassata.

La parte restante, 1.250 euro, verrà invece versata in busta paga e sarà soggetta a una tassazione agevolata del 5%. Il netto in busta paga sarà quindi di 1.187,50 euro. Sommando i 250 euro destinati al welfare, il lavoratore avrà un totale di 1.437,50 euro come premio netto.

I vantaggi della conversione in welfare

Rispetto a quanto abbiamo appena evidenziato, risulta dunque evidente come convertire il premio di produttività in welfare garantisca il vantaggio di garantire al dipendente l’intero valore del premio, senza alcuna imposizione fiscale o contributiva, e questo principio vale tanto per il lavoratore come per il datore di lavoro.

Questo sistema consente all’azienda di ottenere un risparmio fiscale rispetto all’erogazione in busta paga, aumentando tra le altre cose, in parallelo, anche il potere d’acquisto del dipendente.

I benefici dei premi di produzione

Viene difficile pensare ad un dipendente infelice di ricevere un’integrazione di salario o un aiuto di qualsivoglia tipo nella propria vita quotidiana. Va da sé che tanti più incentivi un lavoratore riceve, tanto più sarà soddisfatto, e di conseguenza si sentirà più motivato a lavorare per la propria azienda.

C’è in questo caso un tema di circolo virtuoso da non sottovalutare: un lavoratore più contento sarà infatti allo stesso tempo anche un lavoratore più produttivo, fedele e dunque disposto a rimanere in azienda più a lungo, garantendo performance più elevate.

Come già anticipato, inoltre, poiché l’azienda può dedurre il premio come costo, ciò le assicurerà un vantaggio fiscale, perché si riuscirà in tal modo a ridurre l’imposta sul reddito.

La differenza con i bonus

I premi di produzione sono sempre molto ambiti dai dipendenti delle aziende: ecco tutto quello che è necessario sapere sulla loro tassazione.
Riunione in azienda

Attenzione a non confondere i due strumenti, perché tra bonus e premi di produzione sussistono una serie di importanti differenze.

Prima di tutto, il premio di produzione è legato al conseguimento di obiettivi specifici, mentre un bonus può essere assegnato senza alcuna condizione particolare.

In secondo luogo, un premio di produzione è determinato in base a criteri chiari e definiti, mentre il bonus può essere più discrezionale, variando a seconda delle circostanze o del dipendente.

Un terzo e ultimo punto è legato all’adattabilità del premio di produzione, che è una risorsa più flessibile e facilmente adattabile alle necessità aziendali. Il bonus, per contro, tende a essere fisso e stabilito nel contratto individuale, come nel caso dei fringe benefit.

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