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Brand journalism: rivoluzione o evoluzione del giornalismo tradizionale?

Alcuni loghi su un foglio

Con il termine brand journalism non si fa riferimento ad un giornalismo classico e tradizionale, quanto piuttosto ad un diverso tipo di trend – diventato molto in voga negli ultimi anni – e che prevede una creazione di contenuti che mira meno a generare vendite e più a raccontare storie, costruire relazioni e creare una voce distintiva per un marchio. Ecco una breve spiegazione delle sue caratteristiche e delle sue potenzialità.

Cos’è il brand journalism

Ecco tutte le curiosità sul brand journalism, un nuovo metodo che alcune aziende stanno utilizzando per farsi promozione tramite un loro canale interno.
Alcuni giornali su un tavolo

In una situazione classica, le aziende fanno riferimento ad esperti di comunicazione interni o esterni (come gli uffici stampa) per entrar in contatto con realtà editoriali interessate a parlare di loro. Questo processo però richiede tempo e risorse: per riuscire a convincere una testata a pubblicare un articolo su un brand è necessario creare dei contatti con i giornalisti e soprattutto trovare la giusta chiave per convincerli a lavorare ad un pezzo.

Ecco dunque che per rendere questo processo più fluido e meno oneroso, le aziende possono puntare sul brand journalism. Attraverso questa strategia PR, le aziende utilizzano i propri canali media per pubblicare articoli che sfruttano le best practices giornalistiche, coinvolgendo i lettori e aumentando la consapevolezza e l’autorità del marchio.

Il classico content marketing aziendale assume così caratteristiche proprie del giornalismo e, in questo modo, una realtà aziendale inizia a trattare i propri contenuti come farebbe una qualunque altra pubblicazione, cartacea o online.

Caratteristiche del brand journalism

Per capire se ci si trova di fronte al brand journalism, piuttosto che a del “semplice” content marketing, è necessario porsi una domanda (formulata dall’esperto Roberto Zarriello): “quanto sforzo giornalistico sto facendo per capire se la storia da pubblicare è notiziabile?”.

Per il resto, sebbene il marchio sia sempre al centro dell’attenzione, le storie correlate del brand journalism possono concentrarsi su aspetti salienti del settore, sulla leadership dell’azienda o su altri contenuti educativi. Immaginiamo, giusto per fare un esempio, se Ferrero decidesse di puntare sul brand journalism per parlare del suo nuovo prodotto di punta, la Nutella vegana: in questo caso potrebbe creare degli articoli che parlino di intolleranza al lattosio, sostenibilità, trend vegani, o ancora del suo posizionamento nel settore o nella storia della celebre crema spalmabile alla nocciola.

Qui di seguito riportiamo alcune delle caratteristiche salienti del brand journalism che lo differenziano in modo sostanziale dal content marketing:

  • Crea una maggior consapevolezza su un brand:
  • Stabilisce il tono (o tone of voice) per la comunicazione del marchio;
  • Racconta storie che mostrano l‘identità di un marchio;
  • Acquisisce pubblici rilevanti;
  • Illustra e conferisce autenticità alla personalità di un marchio.

Perché il brand journalism è importante?

Il brand journalism permette alle aziende di farsi promozione creando contenuti con un approccio giornalistico: ecco tutte le curiosità a riguardo.
La scritta “Diritto di scrivere” in inglese

In un’epoca dominata dai social, la cura dei contenuti deve essere una priorità per qualunque azienda che si rispetti. Con l’esplosione di piattaforme come Instagram e TikTok in modo particolare (ma anche grazie a Facebook, LinkedIn e X) i consumatori sono esposti a esperienze di contenuto sempre più sofisticate e personalizzate a un ritmo sempre più veloce e devono dunque trovare nel brand journalism quello di cui hanno bisogno, meglio se in tempi rapidi ed eventualmente con pochi e semplici click. C’è però anche il rovescio della medaglia. È infatti evidente che molti stanno affrontando una sorta di saturazione da contenuti, con oltre 1,8 miliardi di siti web disponibili e più di 70 milioni di post di blog su WordPress pubblicati ogni mese. Inoltre, i consumatori si mostrano sempre più scettici nei confronti dei venditori, delle pubblicità aggressive e delle reali intenzioni di un marchio specifico. C’è dunque necessità di muoversi con i piedi di piombo, se non si vuole rischiare di allontanare il proprio pubblico invece che avvicinarlo.

Questo è il motivo per cui i clienti delle aziende, reali o potenziali, manifestano un interesse crescente per narrazioni autentiche e contenuti meno invadenti; racccontare storie, in questo senso, permette di stabilire una connessione genuina con il proprio seguito.

La narrazione che l’azienda fa di sé con questo strumento mira a costruire la fiducia e la credibilità del marchio nei confronti dei clienti, contribuendo a un aumento dell’engagement e generando un numero maggiore di lead attraverso i contenuti prodotti.

Consigli per un brand journalism efficace

Ci sono tanti modi per costruire un brand journalism efficace. Rivoluzionare il modo con cui si presentano i contenuti, per esempio creando video brevi per i social, può essere un’idea interessante. Le clip possono riguardare la cultura aziendale, breaking news del proprio settore o la presentazione delle opinioni di un esperto.

Può essere molto utile anche creare grafiche in grado di presentare il marchio in una certa luce, che sia seria, giocosa o una via di mezzo. Anche gli articoli di opinione possono essere preziosi: pezzi simili permettono di esprimersi su questioni che non riguardano necessariamente ciò che si vende, ma che sono collegate al settore e possono essere legate a tendenze attuali e nuovi sviluppi.

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