Da non molto tempo sentiamo ormai parlare del termine inglese “Phishing”, derivato da “fishing”, la cui traduzione letterale in italiano coincide con il verbo “pescare”: difatti non siamo poi così lontani dal suo reale significato.
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Questa parola è stata non a caso traslata in termini di acquisti online per indicare tutte quelle trappole nonché truffe online di cui ognuno di noi, almeno per una volta, è stato vittima. Precisamente, si tratta di una tecnica di furto dei dati digitali e chi ne fa uso segue uno schema ben delineato, ma altrettanto semplice, per indurre il mal capitato ad “abboccare”.
Il meccanismo consiste nel simulare ed inoltrare mail di natura bancaria o postale a chiunque ne possieda un indirizzo, con l’intento di richiedere l’inserimento dei propri dati personali e finanziari all’interno di appositi sistemi di raccolta. Il tutto, ovviamente, viene mascherato da presunti acquisti online effettuati sui più svariati siti e-commerce oppure da false donazioni riferite a persone in difficoltà o, ancora, da eventuali ricompense in cambio di atti illeciti. Tuttavia, sebbene questo sistema di truffa sia abbastanza diffuso sul web e sia sempre più in crescita, non è poi così difficile non farsi ingannare. Gli esperti suggeriscono pertanto di non aprire tutte le mail che finiscono nella casella dello Spam e di non prestare attenzione ai contenuti di quelle che richiedono di esporre i propri dati sensibili poiché del tutto illegittimo e, inoltre, di denunciare l’accaduto se per caso ci si dovesse ritrovare a intercettare questo tipo di comunicazione fraudolenta.