Certificati di deposito, conviene investire? Questi strumenti sono poco noti al grande pubblico, ma chi ha un portafoglio di investimenti dovrebbe farci un pensiero. Infatti, sono soluzioni veloci, che offrono anche un buon rendimento, ma che non hanno le altalene tipiche di chi investe in azioni e in obbligazioni.
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Puoi ottenere un certificato di deposito partendo da 1000 euro con la certezza di ottenere un rendimento già dopo i primi 2 anni. Quali sono gli aspetti da considerare per scegliere gli strumenti giusti e procedere con lo svincolo delle somme in caso di emergenza? Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito per una scelta consapevole.
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Che cosa sono i certificati di deposito
I certificati di deposito sono degli strumenti finanziari che consentono di mettere da parte dei soldi per un periodo variabile dai 2 ai 5 anni, con un tasso di interesse da stabilire in base all’offerta della banca. Infatti, sono gli istituti di credito a mettere sul mercato questi titoli, che vanno poi inseriti nella dichiarazione dei redditi accanto alle loro plusvalenze per il calcolo delle tasse.
Questi strumenti sono facili da usare, perché non si rivolgono al mercato azionario, ma hanno dei pro e dei contro da valutare, come per qualsiasi investimento. Ecco quali sono i pro e i contro.
Quanto rendono i certificati di deposito oggi, i vantaggi
Quali sono i vantaggi dei certificati di deposito e quanto si può ottenere?
- Un buon certificato arriva fino al 5,50% di interesse lordo all’anno, così è leggermente di più rispetto a un titolo di Stato o a un conto deposito. Ricorda che la tassazione è diversa e può essere anche più alta rispetto al circuito postale o statale.
- Le banche ti consentono di scegliere il tasso di interesse da applicare. Questo tipo di strumento finanziario è molto versatile, così puoi scegliere se utilizzare il tasso fisso o no. Gli altri tassi disponibili sono il tasso variabile, il tasso misto e il tasso con premio finale.
- Le modalità di pagamento. Puoi scegliere se richiedere dei certificati di deposito dove gli interessi arrivano in un’unica soluzione alla fine, oppure dove ottieni periodicamente una piccola somma per combattere l’inflazione e affrontare le spese di ogni giorno.
Alcune banche consentono di ottenere anche dei certificati di deposito svincolabili, cioè da riscattare prima della scadenza stabilita per via di una necessità contingente. È importante ricordare che questa è una possibilità della banca nello specifico e che puoi rischiare di perdere parte della tua rendita (o per intero), se lo svincolo avviene prima di 2 anni da quando hai effettuato il deposito.
In ogni caso, lo strumento si presenta comodo per tutelare i risparmi dall’inflazione e per capire come ottenere un bene rifugio in caso di emergenza, a patto di scegliere una banca solida.
Quali sono i rischi dei certificati di deposito, i contro
Quali sono i rischi di strumenti finanziari come i certificati di deposito?
- Anche se accedono al Fondo Interbancario dei Depositi fino a 100 mila euro, i certificati non si possono definire sicuri al 100%. Se la banca fallisce e sei troppo esposto – cioè hai investito più di questa somma – allora rischi di perdere la quota capitale, mentre la rendita è certamente persa. In più, dovrai dimostrare di avere il certificato in quella banca e che l’investimento è ancora valido prima di poter avviare la procedura al Fondo, con i tempi che si allungano.
- Il tasso di interesse applicato dai certificati di deposito è fisso. Vuol dire che non potrai approfittare delle fluttuazioni di mercato. Parliamo di un prezzo da pagare per poter avere la certezza di non perdere il tuo investimento perché la banca non è abbastanza quotata in Borsa, oppure perde la sua competitività.
- I certificati di deposito hanno una scadenza. I certificati hanno una scadenza entro la quale l’intestatario deve recarsi allo sportello bancario e richiedere il denaro versato conn il certificato. Hai tempo fino a 10 anni per poter procedere in merito, ma ti consigliamo di agire subito per evitare che arrivino i tempi di prescrizione.
Ricordiamo che lo strumento appartiene a quelli che offrono rendimenti generali più bassi a fronte di una sicurezza maggiore e che su quanto si ottiene di più c’è una tassazione da non sottovalutare. Verifica anche se la banca che emette questi titoli ti inserisce delle spese accessorie collegate al tuo investimento.
Quanto sono tassati i certificati di deposito
I certificati di deposito hanno una tassazione sulle rendite pari al 26% di quanto ottenuto in più secondo il decreto legge 66/2014 art. 3. La normativa è un riferimento per tutte le plusvalenze o comunque le rendite che derivano da titoli o strumenti finanziari.
I certificati sono strumenti bancari e non rientrano in quegli investimenti nel Paese, come possono essere i titoli di Stato o i conti deposito. Per questi la tassazione si riduce proprio in virtù del fatto che si tratta di strumenti che aiutano il bilancio dello Stato.
I certificati di deposito sono versatili, facili da sottoscrivere e da chiudere in caso di necessità. Non serve un grande investimento per averne nel portafoglio investimenti e questi sono vantaggi non da poco. La tassazione e le conoscenze tecniche per poterli portare avanti sono comunque svantaggi da considerare, accanto a eventuali costi accessori imposti dalle banche.