
La successione legittima è un meccanismo giuridico che regola la distribuzione del patrimonio di una persona deceduta quando non esiste un testamento valido o in altre situazioni specifiche. In Italia, è disciplinata dal Codice Civile (artt. 565-586) e rappresenta una soluzione di default per garantire che i beni del defunto siano trasferiti agli eredi secondo un ordine prestabilito. Vediamo insieme tutto quello che dobbiamo sapere a riguardo.
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Cos’è la successione legittima

La successione legittima è il sistema previsto dalla legge per devolvere l’eredità agli eredi quando il defunto non ha lasciato un testamento o quando il testamento è invalido. Si basa su un ordine gerarchico di parentela, dando priorità ai familiari più vicini al deceduto, come nel caso del coniuge (se esistente e ancora in vita). L’obiettivo è assicurare un’equa distribuzione del patrimonio in assenza di volontà esplicita espressa dal defunto.
Quando si applica
La successione legittima si applica in tre casi principali:
- Assenza di testamento: se il defunto non ha lasciato un testamento, l’eredità viene distribuita secondo le regole del Codice Civile;
- Nullità o invalidità del testamento: un testamento può essere dichiarato nullo (ad esempio, per mancanza di forma scritta o per incapacità del testatore) o inefficace (ad esempio, perché revocato);
- Rinuncia all’eredità: se gli eredi designati rinunciano all’eredità, questa passa agli eredi successivi secondo l’ordine previsto dalla legge.
Inoltre, la successione legittima può applicarsi parzialmente quando un testamento dispone solo di una parte del patrimonio, lasciando il resto da dividere secondo le regole legali. È un sistema flessibile che si adatta a diverse circostanze, ma è in grado di garantire in ogni caso una distribuzione ordinata delle risorse economiche.
Differenze con legittima/legato
Approfondiamo a questo punto l’importante differenza che sussiste tra la successione legittima e altri concetti affini ma distinti, che potrebbero facilmente generare confusione tra i non esperti del settore:
- Legittima: la legittima è la quota di eredità riservata per legge a determinati eredi, chiamati “legittimari” (si pensi al coniuge, ai figli, o in alternativa anche agli ascendenti in mancanza di figli). Anche in presenza di un testamento, questi eredi hanno diritto a una porzione minima del patrimonio, che non può essere violata dalla volontà del defunto;
- Legato: il legato è una disposizione testamentaria con cui il defunto attribuisce un bene specifico o un diritto (ad esempio, una somma di denaro, un immobile o un gioiello di grande valore) a una persona, senza nominarla erede. A differenza dell’eredità, il legato non comporta l’assunzione dei debiti del defunto.
La successione legittima, invece, si applica solo in assenza di testamento o per la parte di patrimonio non regolata da esso, seguendo un ordine prestabilito di eredi.
Ordine degli eredi
Il Codice Civile stabilisce un ordine gerarchico chiaro per individuare gli eredi legittimi, che vi proponiamo qui di seguito:
- Figli (e loro discendenti, in caso di rappresentazione);
- Coniuge;
- Ascendenti (genitori e, in loro assenza, nonni);
- Fratelli e sorelle (e loro discendenti);
- Altri parenti fino al sesto grado di parentela;
- Stato, in mancanza di eredi entro il sesto grado.
Gli eredi di grado più vicino escludono quelli di grado successivo. Ad esempio, la presenza di figli esclude ascendenti e collaterali, mentre il coniuge prevale su fratelli e sorelle, ma non sui figli, con cui concorre.
Coniuge + 1 figlio
Se il defunto lascia un coniuge e un figlio, l’eredità verrà divisa in parti uguali: il 50% al coniuge e il 50% al figlio. Inoltre, il coniuge ha diritto al diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e all’uso dei mobili che la corredano, a condizione che fosse effettivamente la dimora coniugale. Questo diritto è particolarmente importante per garantire la continuità abitativa del coniuge superstite.
Coniuge + 2 o più figli
In presenza del marito o della moglie e di due o più figli, l’eredità è suddivisa come segue:
- 1/3 al coniuge;
- 2/3 ai figli, da dividere in parti uguali tra loro.
Anche in questo caso, il coniuge conserva il diritto di abitazione sulla casa coniugale e l’uso dei mobili, a tutela della sua stabilità economica e abitativa.
Solo ascendenti/collaterali
In assenza di coniuge e figli, l’eredità passa agli ascendenti (genitori o, in loro mancanza, nonni) o ai collaterali (fratelli e sorelle). Se vi sono solo i genitori, questi ereditano in parti uguali. In presenza di fratelli e sorelle, l’eredità è divisa equamente tra loro. Se non ci sono ascendenti né collaterali, si proseguirà con i parenti fino al sesto grado, seguendo l’ordine di prossimità. In ultima istanza, se non vi sono eredi entro il sesto grado, il patrimonio è devoluto allo Stato, che diventa l’erede universale.
Quote e casi particolari
Le quote ereditarie variano in base alla composizione degli eredi:
- Solo coniuge: eredita l’intero patrimonio;
- Solo figli: dividono l’eredità in parti uguali;
- Coniuge senza figli, con ascendenti o fratelli: Il coniuge riceve i 2/3, mentre ascendenti o fratelli si dividono il restante 1/3.
Casi particolari includono i figli adottivi, che hanno gli stessi diritti dei figli biologici, e situazioni di indegnità, in cui un erede può essere escluso per gravi motivi (ad esempio, violenza contro il defunto). Inoltre, se un erede è pretermesso (cioè non menzionato nel testamento), può far valere i suoi diritti di legittima in tribunale.
Separazione e unioni civili
Cosa accade, invece, se i due coniugi non stanno più insieme e hanno scelto di separarsi/divorziare?
Ebbene, in caso di separazione legale, il coniuge separato conserva i diritti successori, a meno che la separazione non gli sia stata addebitata per colpa. In caso di divorzio, invece, il coniuge perde ogni diritto ereditario, salvo il diritto a un assegno vitalizio se beneficiava di alimenti prima del decesso.
Le unioni civili tra persone dello stesso sesso o soggetti eterosessuali, introdotte dalla legge Cirinnà (L. 76/2016), equiparano il partner di un’unione civile al coniuge per i diritti successori. Questo significa che il partner unito civilmente ha diritto alle stesse quote ereditarie previste per il coniuge: ciò, com’è ovvio, garantisce parità di trattamento.
Rappresentazione e accrescimento
Analizziamo a questo punto altri due scenari specifici in materia di successione, vale a dire:
- La rappresentazione: se un erede non può o non vuole accettare l’eredità (per morte, rinuncia o indegnità), i suoi discendenti subentrano al suo posto, dividendo la sua quota. Ad esempio, se un figlio del defunto è deceduto, i suoi figli (nipoti del defunto) ereditano la sua parte;
- L’accrescimento: se un coerede rinuncia, la sua quota si divide proporzionalmente tra gli altri eredi della stessa classe, aumentando le loro porzioni.
Questi meccanismi garantiscono che l’eredità non resti vacante e venga distribuita secondo l’ordine legale.
5 casi concreti
Per chiarirvi meglio le idee nel merito della questione, proviamo a questo punto a proporvi alcune casistiche concrete che potrebbero effettivamente presentarsi:
- Anna, coniugata con due figli: Anna lascia un patrimonio di 300.000 euro. Il coniuge riceve 100.000 euro (1/3), e i due figli si dividono i restanti 200.000 euro (100.000 ciascuno);
- Luca, single senza figli né genitori: Luca muore lasciando due sorelle. L’eredità di 180.000 euro è divisa in parti uguali, con ciascuna sorella che riceve 90.000 euro;
- Mario, vedovo senza figli: Mario muore senza testamento, lasciando solo i genitori. L’eredità è divisa equamente tra i due, con ciascun genitore che riceve il 50%;
- Paolo, in unione civile: Paolo muore senza figli, lasciando il partner di un’unione civile e un fratello. Il partner riceve i 2/3 del patrimonio, mentre il fratello ottiene il restante 1/3;
- Giulia, separata con un figlio: Giulia, separata senza addebito, lascia un figlio. Il coniuge separato e il figlio si dividono l’eredità al 50%, con il coniuge che conserva il diritto di abitazione.
Errori frequenti
Non è affatto raro che nella gestione della successione legittima si commettano alcune sviste. Vediamo quali sono le più comuni:
- Mancata prova di parentela: gli eredi devono presentare certificati anagrafici per dimostrare il loro grado di parentela. La mancanza di documenti può facilmente rallentare o bloccare la successione;
- Tempi di dichiarazione: la dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dal decesso, pena sanzioni fiscali che possono arrivare fino al 30% dell’imposta dovuta;
- Essere del tutto inconsapevoli dei propri diritti: alcuni eredi non sono per nulla consapevoli di poter subentrare per rappresentazione o accrescimento: questo potrebbe far perdere loro la quota a cui hanno diritto;
- Mancata accettazione con beneficio d’inventario: accettare un’eredità senza verificare i debiti può esporre gli eredi a responsabilità economiche significative.
Successione legittima in 7 minuti

Ecco infine un contenuto riassuntivo dell’esperto Pierpaolo Farabegoli che ci spiega in modo semplice cosa accade quando si presenta uno scenario di successione legittima e quali sono gli step da seguire e le regole normative da conoscere.