In cosa consiste la tassa sugli extraprofitti? Cosa c’è da sapere? Ecco una pratica guida che fa al caso tuo.
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Nuova Imposta Bancaria: Cosa Cambia Con il Decreto Omnibus-bis
Il recente annuncio dell’imposizione del 40% sugli extraprofitti bancari, introdotto nel Decreto Omnibus-bis o Decreto Asset convertito in legge e pubblicato in Gazzetta lo scorso 9 ottobre, ha suscitato notevoli discussioni nei mercati finanziari.
Questa nuova norma, applicabile agli istituti di credito, prevede per il 2023 una tassa straordinaria sui margini di interesse, noti come extraprofitti, guadagnati dalle banche operanti in Italia. L’aliquota prevista è del 40% sul margine degli interessi.
Rispetto alla versione iniziale, presentata dopo il Consiglio dei Ministri dell’8 agosto, la tassa ha subito modifiche significative durante la conversione del Decreto Asset, introducendo diverse novità. La principale tra queste è contenuta nel nuovo comma 5-bis dell’articolo 26, che offre alle banche la possibilità di destinare, nell’ambito dell’approvazione del bilancio relativo all’anno precedente al 1° gennaio 2024, una riserva non distribuibile, con un importo pari a almeno due volte e mezzo l’importo dell’imposta.
Ma a cosa servirà questa tassa del 40% sugli extraprofitti bancari? Ecco come funzionerà il prelievo straordinario e cosa finanzierà.
Tassa al 40% sugli Extraprofitti delle Banche: A Cosa Serve
La tassa del 40% sugli extraprofitti bancari è stata inserita nell’articolo 26 del Decreto Asset, intitolato “Imposta straordinaria sull’incremento del margine di interesse”. Questa misura si applica nel 2023 agli intermediari finanziari, escludendo le società di gestione dei fondi comuni d’investimento e le società di intermediazione mobiliare, come previsto dal Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria.
L’imposta straordinaria consiste nel prelevare il 40% degli introiti aggiuntivi generati da banche e istituti di credito. In particolare, si calcola applicando l’aliquota del 40% sull’importo del margine degli interessi, che rientra nella voce 30 del conto economico conforme agli schemi approvati dalla Banca d’Italia. Questa imposta riguarda l’anno precedente al 1° gennaio 2024 e si applica solo se il margine supera del 10% il margine dell’anno precedente al 1° gennaio 2022.
L’importo di questa nuova imposta non può superare lo 0,26% dell‘importo complessivo delle esposizioni al rischio su base individuale, con riferimento alla data di chiusura dell’esercizio precedente al 1° gennaio 2023.
Tassa al 40% sugli Extraprofitti delle Banche: Le Novità
Come anticipato, l’articolo 26 del Decreto Asset convertito in legge ha apportato notevoli modifiche rispetto alla versione iniziale. Tra le novità principali contenute nel nuovo comma 5-bis dell’articolo 26, vi è la possibilità per le banche di destinare, nell’ambito dell’approvazione del bilancio relativo all’anno precedente al 1° gennaio 2024, una riserva non distribuibile con un importo di almeno due volte e mezzo l’importo dell’imposta.
Qualora questa riserva venisse utilizzata per distribuire utili, la banca dovrebbe pagare una sanzione, pari all’importo dell’imposta, aumentata di un tasso di interesse sugli depositi presso la Banca Centrale Europea.
Inoltre, il comma 6-bis dell’articolo 26 impone alle banche il divieto di trasferire agli imprenditori e ai clienti finali i costi derivanti da questa imposizione. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sarà responsabile di verificare il rispetto di questo divieto, potendo effettuare anche controlli a campione e dovrà rendere annualmente relazione alle Camere con un rapporto specifico.
Tassa al 40% sugli Extraprofitti delle Banche: A Cosa Serve
Il prelievo extra, noto come tassa del 40% sugli extraprofitti delle banche, ha lo scopo di finanziare misure di sostegno ai cittadini, principalmente nei settori dei mutui e delle tasse.
Il governo intende adottare due misure di sostegno che verranno finanziate da questa imposta sulle banche:
- Sostegno per le famiglie con mutui in difficoltà e rifinanziamento del fondo mutui sulla prima casa.
- Riduzione delle tasse per le famiglie e le imprese, compreso un nuovo taglio del cuneo fiscale.
Questo provvedimento punta a recuperare risorse finanziarie in vista dell’elaborazione del prossimo Bilancio. Come affermato dal governo Meloni, si tratta di una misura di equità, poiché il costo del denaro è aumentato per famiglie e imprese a causa dell’innalzamento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, mentre non si è verificato un adeguato aumento per i consumatori e i correntisti. Di conseguenza, questa tassa mira a prelevare il 40% degli extraprofitti miliardari delle banche, generando risorse significative per sostenere le famiglie e le imprese.