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Dispacciamento del gas: cosa significa e come funziona?

Fornelli

Il dispacciamento del gasr è un processo fondamentale all’interno del settore energetico che garantisce la fornitura continua e affidabile di gas naturale alle nostre case, alle industrie e alle aziende. Questo processo svolge un ruolo fondamentale nel garantire che il gas naturale, una fonte di energia fondamentale, venga distribuito in modo efficiente e sicuro, soddisfacendo le esigenze della popolazione.

In Italia il dispacciamento è gestito per quanto riguarda il gas dalla Snam Rete Gas (SRG), mentre l’elettricità dalla Terna-Rete elettrica nazionale S.p.a.. Nell’ambito del gas, dal proprio centro di dispacciamento la SRG si occupa principalmente di fornire disposizioni e coordinare l’utilizzo e l’esercizio degli impianti di coltivazione, di stoccaggio, della rete di trasporto e di distribuzione e dei servizi accessori. Tutte le operazioni di previsione, simulazione e di telecontrollo vengono svolte da tecnici specializzati.

Ma come funziona il dispacciamento dal lato pratico? Vediamolo insieme.

Cos’è il dispacciamento

Vediamo insieme cos'è e come funziona il dispacciamento di gas, l'attività che permette di equilibrare la domanda e l'offerta di questa risorsa in Italia.
Un fornello acceso

È evidente come la gestione dei flussi di energia sia essenziale per mantenere in equilibrio l’intero sistema di un Paese. Offerta e domanda di gas devono essere sempre bilanciate, per questo è necessario produrre in ogni singolo istante la quantità di gas richiesta dai consumatori e gestirne la trasmissione sulla rete nazionale. Il dispacciamento serve proprio per questi scopi.

Come riporta Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) nel corso del tempo nei testi normativi il termine dispacciamento è stato utilizzato con finalità e significati diversi. Il d. lgs. 164/200 definisce il dispacciamento di gas naturale come quella attività “diretta a impartire disposizioni per l’utilizzazione e l’esercizio coordinati degli impianti di coltivazione, di stoccaggio della rete di trasporto e di distribuzione, e dei servizi”. Ad ogni modo, la disciplina delle modalità di accesso e di utilizzo delle infrastrutture, ha attribuito al termine ‘dispacciamento’, in una prima fase, significati e ruoli diversi nei due settori. In riferimento nello specifico al settore del gas naturale e in maniera rispetto a quello dell’energia, il dispacciamento si è configurato almeno fino al 2008 come una mera attività interna dell’impresa che eroga il servizio di trasporto ed è stato “relegato in posizione di concetto marginale nel quadro dell’evoluzione della disciplina settoriale.

Arera sottolinea inoltre che nell’ambito del gas naturale è in corso una riforma organica della disciplina, con il concetto stesso di dispacciamento che sta iniziando ad assumere una nuova centralità. In questo rinnovato contesto si può parlare senza ombra di dubbio di un’operazione, ancora in atto, di ricostruzione orientata verso la convergenza e l’uniformità della normativa dei due settori energetici, quello del gas e quello dell’energia elettrica.

Come funziona il dispacciamento

In Italia il dispacciamento del gas è stato affidato per il 94% della rete nazionale al gestore Snam Rete Gas, che vanta una rete di metanodotti che dopo oltre 70 anni di lavoro ha superato i 30 mila kilometri.

Il dispacciamento di SNAM di San Donato Milanese è un’infrastruttura complessa e iper tecnologica in grado di telecontrollare e monitorare 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno 13 impianti di compressione, 9 di stoccaggio e 8 entry points dedicati a distribuire il gas nelle case degli italiani. All’interno della sala di controllo, sempre presidiata, gli operatori di SNAM si occupano di controllare i livelli di fornitura (provenienti da paesi come Russiae, Algeria e Azerbaijan) a partire da un enorme ledwall di 60 metri quadri che offre una visione completa sulla rete e su tutti gli impianti italiani connessi all’infrastruttura.

Come funziona la rete di gas in Italia

Il dispacciamento monitora i flussi di elettricità e gas sulla rete di trasporto, garantendo l'equilibrio tra domanda e offerta.: ecco come funziona.
Una fiamma

L’Italia è un paese che usa molto gas: basti pensare che di tutta l’energia che consumiamo il 40% viene proprio dal gas naturale. Ma che tipo di percorso fa questa risorsa prima di arrivare ai nostri fornelli e alle nostre caldaie?

L’Italia, come abbiamo anticipato, è costretta ad importare ben il 90% del gas naturale dall’estero, facendolo passare attraverso nove “porte”: sei di queste (Gorizia, Tarvizio, Mazara del Vallo, Passo Gries, Gela e Melendugno) permettono l’entrata di gas in stato aeriforme con i metanodotti, mentre nelle altre tre (Livorno, Panigaglia e Cavarzare) il gas entra allo stato liquido a – 160 gradi Celsius (è il GNL, o Gas Naturale Liquefatto). Una volta arrivato in Italia esso passa attraverso tubi (che in certi casi possono raggiungere un diametro di 142 centimetri) che compongono una fitta rete di trasporto nazionale che poi si sviluppa anche a livello regionale.

La gestione di tali flussi di gas è per l’appunto in mano al centro di dispacciamento di San Donato sopracitato. Per fare un esempio pratico, immaginiamo che in un determinato momento (come una gelida giornata invernale) ci sia una richiesta di gas maggiore: dopo una serie di verifiche e rigorosi controlli sarà proprio il centro ad assicurare un’eventuale fornitura extra di gas per soddisfare la domanda.

Il gas che arriva in Italia, infine, può anche essere stoccato all’interno di impianti dedicati nel caso in cui ci fossero interruzioni o riduzioni degli approvvigionamenti.

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