Con l’arrivo dei primi caldi, tra maggio e giugno, la tentazione di accendere immediatamente il condizionatore all’interno delle nostre case è tanta: si tratta dopo tutto di un dispositivo in grado di darci un sollievo pressoché immediato dall’afa ma soprattutto è molto più efficace nel suo obiettivo primario rispetto ad un ventilatore, che si occupa semplicemente di spostare l’aria regalandoci una sensazione di refrigerio in qualche modo solo apparente. In un caso o nell’altro si sta comunque parlando di dispositivi collegati ad una presa di corrente elettrica che, evidentemente, avranno un impatto sulla nostra bolletta a fine mese. Quale dei due scegliere, dunque, per riuscire a prendere due piccioni con una fava, rinfrescando casa ma al contempo risparmiando sui consumi?
Approfondimenti
Dal punto di vista energetico è più conveniente un condizionatore o un ventilatore?
Sgomberiamo da subito il campo da possibili dubbi di sorta: è matematicamente certo che a livello energetico sia molto più conveniente un ventilatore rispetto ad un condizionatore. Il primo elettrodomestico consuma infatti fino a 15 volte in meno di energia rispetto ad un condizionatore.
Esistono svariati modelli di ventilatore in commercio, dai più piccoli ai più grandi, da quelli a pale che possono essere fissati sul soffitto a quelli meno ingombranti e trasportabili a mano nelle varie stanze delle nostre case dove passeremo la maggior parte del tempo. Sono dunque essenzialmente tre i criteri che incidono sui consumi di un ventilatore: il modello, la modalità di utilizzo e la potenza assorbita. Pensiamo per esempio ai ventilatori fissati al soffitto, i cui consumi variano dai 15 ai 100 Watt in rapporto alla velocità impostata e/o alle caratteristiche dell’impianto installato. Troviamo poi ventilatori da tavolo, di dimensioni molto più contenute, il cui consumo energetico è minore e oscilla tra i 10 e i 25 Watt. Diverso è invece il discorso per quanto riguarda il ventilatore a pavimento, capace di consumare 100 o più Watt a seconda della velocità in cui viene impostato.
Ci sono a proposito due possibilità per tenere monitorati i consumi di un ventilatore: è per esempio possibile moltiplicare la potenza massima assorbita per il numero di ore in cui l’elettrodomestico è stato utilizzato; in alternativa, si può acquistare un misuratore di corrente, uno strumento che fornirà immediatamente le informazioni rispetto ai Kilowattora consumati.
Quanto consuma un condizionatore
Parlando invece dell’aria condizionata ci troviamo di fronte ad uno scenario completamente diverso. Anche in questo caso è comunque necessario distinguere fra modelli di condizionatori, con un particolare focus sulla loro relativa classe energetica, ma prendendo in considerazione in questa analisi anche altri due fattori, ovvero il costo medio dell’energia al momento del loro utilizzo e il tempo di utilizzo complessivo.
Le informazioni precise sui consumi dei condizionatori saranno sempre indicate nella scheda tecnica del relativo apparecchio. Solitamente all’interno della confezione troveremo dunque le indicazioni rispetto al range di potenza: per capire quanta energia consuma in kWh sarà necessario dividere tali cifre specificate nel range per 1000. Immaginiamo ad esempio di avere a nostra disposizione un apparecchio con un range di potenza di 500: l’energia elettrica consumata ogni ora sarà di conseguenza di 0,5 kWh.
In linea molto generale, i condizionatori di classe A sono molto più efficienti e consumano molto meno (e quindi ci permettono di spendere meno) rispetto a quelli di classe C o G. Fare delle stime precise rispetto al prezzo dell’energia che leggeremo in bolletta è difficile, proprio in considerazione del fatto che per una serie X di fattori il prezzo dell’energia può variare e di molto nel corso del tempo (basti pensare a quanto accaduto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina).
Alla luce di quanto detto fino a questo punto, risulta evidente come sia ormai fondamentale affidarsi solo a dispositivi di classi energetiche A o superiori (A+, A+++) se si vuole cercare di risparmiare un po’ e, in parallelo, limitare per quanto possibile la propria impronta ecologica.
I consigli utili per l’utilizzo di un condizionatore e il parere degli esperti
Il Ministero della Salute, a proposito dell’eterna sfida tra condizionatori e ventilatori, propende in modo deciso verso i primi, pur con tutte le controindicazioni a livello di costi già viste in precedenza. In un vademecum pubblicato nel 2014 sul sito della massima istituzione sanitaria italiana si legge quanto segue:
I ventilatori meccanici, invece, accelerano soltanto il movimento dell’aria. Non abbassano la temperatura ambientale. Diminuisce anche la temperatura percepita. Pur donando sollievo, i ventilatori stimolano la sudorazione e aumentano il rischio di disidratazione, se la persona esposta non assume contemporaneamente grandi quantità di liquidi.
Come muoversi, dunque, in quello che appare a tutti gli effetti un campo minato? Ci sono poche e semplici regole da seguire: si può infatti pensare di tenere il condizionatore acceso durante la notte, rigorosamente con le finestre chiuse, per rinfrescare gli ambienti di casa anche il giorno successivo; nulla vieta, inoltre, di evitare per quanto possibile l’entrata dei raggi solari nella propria abitazione chiudendo le tapparelle o utilizzando speciali tende con effetto schermante. A volte, inoltre, il senso di sollievo rispetto al caldo afoso percepito può essere alleviato attivando anche soltanto la funzione (ben più economica ed efficiente) del deumidificatore.