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Rottamazione stufe vecchie: guida al riciclo

Cucina distrutta

La rottamazione vecchie stufe non è affatto facile. Infatti, le vecchie cucine, oppure le stufe a legna o a pellet che hanno fatto il loro tempo sono considerate rifiuti speciali e il loro smaltimento è un po’ particolare. Per fortuna, oggi gli enti locali e il Governo hanno pensato a una serie di strategie utili per fronteggiare l’emergenza. Ecco di cosa si tratta e come sfruttare questi incentivi istituzionali per cambiare la vecchia stufa con una dotazione con un impatto energetico più basso. Tu avrai meno problemi nel gestire il riscaldamento, mentre l’ambiente ti ringrazierà per aver eseguito questa operazione nel modo giusto!

Come passare alla rottamazione vecchie stufe

Come passare alla rottamazione vecchie stufe
rottamazione vecchie stufe

La rottamazione vecchie stufe si può fare in diversi modi. Se hai una vecchia stufa che non è fissata al muro, puoi contattare il servizio di smaltimento della tua zona e richiederne il ritiro. Ci penserà poi l’ente di smaltimento a prendere in carico la vecchia stufa e a garantirti sull’operazione. Così non dovrai pagare multe e i materiali che si potranno riciclare saranno gestiti direttamente da chi se ne occupa per lavoro. Questa è la soluzione migliore se hai cambiato idea sulle stufe a legna o a pellet e hai scelto di utilizzare un sistema di riscaldamento diverso per la tua casa.

Infatti, questa soluzione non è il massimo se hai deciso di rottamare vecchie stufe per usare a casa tua una nuova stufa, che sia in grado di riscaldarti durante il prossimo inverno. Qualunque sia la tua decisione, sappi che per avere il numero dell’azienda pubblica che si occupa dei rifiuti dovrai rivolgerti al sito ufficiale del Comune dove abiti. Così non puoi sbagliare. Il rischio di contattare l’ente sbagliato c’è, perché ogni città ha la sua gestione dei rifiuti, con aziende dedicate solo a questo lavoro e con centri di smaltimento ben precisi.

C’è anche chi pensa di risolvere il problema portando in auto la stufa verso la discarica. Questa procedura è sbagliata per diversi motivi:

  • La tua auto potrebbe rompersi per via del peso eccessivo della stufa, facendoti restare in panne;
  • I costi di carburante, perché di solito le discariche sono lontane dai centri abitati;
  • La gestione in discarica impedisce di recuperare eventuali materiali che potrebbero avere una nuova vita con un buon riciclo.

Cosa fare, allora? Ecco quali sono le soluzioni per risolvere il problema.

Rottamazione vecchie stufe, il caso Trentino

Rottamazione vecchie stufe, il caso Trentino
rottamazione vecchie stufe

Una delle soluzioni è quella applicata in Trentino e in Veneto. In questi casi, le Regioni hanno varato dei piani per recuperare le vecchie stufe a legna o in pellet e per consentirne il corretto smaltimento: così non ci sono problemi, anzi. È l’ente pubblico a occuparsi di tutto, ma come funziona nei dettagli? Per quanto riguarda il Trentino Alto Adige, l’ente ha varato un bando dedicato alle vecchie stufe. Sono già arrivate 300 domande, ma altre ne arriveranno. I cittadini possono chiedere un bonus per rottamare stufe vecchie e procedere all’acquisto di stufe di nuova generazione.

In Veneto, invece, i cittadini possono chiedere tramite domanda di passare da una vecchia stufa a una pompa di calore moderna. L’obiettivo è di ridurre le emissioni inquinanti, ma anche di garantire un basso impatto energetico nel lungo periodo. Così si va a ridurre il consumo necessario sul territorio e si riduce anche il costo in bolletta. L’iniziativa è scaduta a luglio 2023, ma non è detto che l’ente non ci ripensi se vede che l’iniziativa prende piede sul territorio. In ogni caso, per maggiori informazioni si può contare su un numero di telefono dedicato.

I sistemi comuni di smaltimento: il Conto Termico per la rottamazione vecchie stufe

Rottamazione vecchie stufe come funziona il conto termico
Stufa vecchia

Il Conto termico è la soluzione migliore quando si vogliono rottamare vecchie stufe, ma si vogliono anche sostituire con impianti di riscaldamento più moderni e più rispettosi per l’ambiente. Per poter ottenere le agevolazioni previste dal conto termico, è importante che la vecchia stufa sia ad alimentazione: gasolio, olio combustibile, carbone, biomassa, legno o pellet. Infatti, se il metodo di riscaldamento è un po’ datato e a fare la richiesta è un privato e non un’azienda, la procedura può andare a buon fine. Le uniche eccezioni sono le imprese agricole o le attività forestali.

L’ente di riferimento per richiedere il conto termico è il Gestore dei Servizi Energetici. Per maggiori informazioni, puoi chiedere a chi ti sta installando la pompa di calore o il sistema di riscaldamento sostituitivo dopo la rottamazione della tua vecchia stufa di indicarti quali sono i documenti di cui ha bisogno e se hai diritto all’incentivo. Ogni caso è a sé e ci sono dei sistemi di riscaldamento che potrebbero non rientrare nell’incentivo. Vale comunque la pena di tentare, soprattutto se la stufa sta cominciando a dare problemi poco prima della stagione autunnale, in modo da organizzarsi per tempo.

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