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Cosa sono i PIR: investire nei piani individuali di risparmio

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I Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono strumenti di investimento introdotti in Italia con la Legge di Bilancio 2017, progettati per convogliare il risparmio privato verso le imprese nazionali, offrendo al contempo significativi vantaggi fiscali agli investitori. Ma cosa sono i PIR nello specifico e come funzionano? In questo articolo, approfondiremo le caratteristiche principali dei PIR, i benefici fiscali associati e le considerazioni da tenere a mente prima di investire.

Cosa sono i PIR?

I PIR sono strumenti di investimento a medio-lungo termine riservati alle persone fisiche residenti in Italia. L’obiettivo principale è incentivare gli investimenti nelle piccole e medie imprese italiane, sostenendo così l’economia nazionale. In cambio, gli investitori possono beneficiare di agevolazioni fiscali significative, a patto di rispettare determinate condizioni.

Un PIR può essere costituito attraverso diversi strumenti finanziari, come fondi comuni di investimento, polizze assicurative o gestioni patrimoniali. La normativa prevede che almeno il 70% del portafoglio sia investito in strumenti finanziari emessi da imprese italiane o europee con stabile organizzazione in Italia. Di questo 70%, almeno il 25% deve essere destinato a società non incluse nell’indice FTSE MIB, favorendo così le piccole e medie imprese.

Cosa sono i PIR? I PIR convogliano il risparmio privato verso le imprese italiane

Vantaggi fiscali dei PIR

Uno dei principali motivi per cui gli investitori considerano i PIR è rappresentato dai vantaggi fiscali offerti. Se l’investimento viene mantenuto per almeno cinque anni, i redditi generati sono esenti dalla tassazione sulle plusvalenze, che in Italia è generalmente del 26%. Inoltre, i PIR sono esenti dall’imposta di successione, rendendoli strumenti interessanti anche in ottica di pianificazione patrimoniale.

Mantenendo l’investimento per almeno cinque anni, si ottengono significativi vantaggi fiscali

Tipologie di PIR: ordinari e alternativi

Nel tempo, la normativa sui PIR si è evoluta, introducendo due categorie principali:

  • PIR ordinari: introdotti nel 2017, sono pensati per i piccoli e medi risparmiatori. Consentono di investire fino a 40.000 euro all’anno, con un limite massimo di 200.000 euro per individuo. Le regole di composizione del portafoglio prevedono che almeno il 70% sia investito in imprese italiane o europee con stabile organizzazione in Italia, di cui almeno il 25% in società non incluse nell’indice FTSE MIB.
  • PIR alternativi: introdotti nel 2021, sono destinati a investitori con maggiori disponibilità finanziarie. Permettono di investire fino a 300.000 euro all’anno, con un limite massimo di 1.500.000 euro per individuo. In questo caso, almeno il 70% del portafoglio deve essere investito in strumenti finanziari emessi da società italiane non incluse negli indici FTSE MIB e FTSE Mid Cap, offrendo così un sostegno ancora più diretto alle piccole e medie imprese.
Esistono due tipologie di PIR: ordinari e alternativi, ciascuno con specifiche caratteristiche

Investire in PIR

Prima di decidere di investire in un PIR, è fondamentale valutare attentamente alcuni aspetti:

  • Orizzonte temporale: i PIR sono strumenti pensati per un investimento a medio-lungo termine. Il mancato rispetto del periodo minimo di detenzione di cinque anni comporta la perdita dei benefici fiscali.
  • Rischio: investire in PIR significa allocare una parte significativa del proprio portafoglio in piccole e medie imprese italiane, che possono presentare un profilo di rischio più elevato rispetto alle grandi aziende.
  • Diversificazione: sebbene i PIR offrano vantaggi fiscali, è importante non concentrare eccessivamente gli investimenti in un unico strumento, ma mantenere una diversificazione adeguata del proprio portafoglio.

I PIR rappresentano un’opportunità interessante per i risparmiatori italiani che desiderano sostenere l’economia nazionale beneficiando di agevolazioni fiscali. Tuttavia, come per qualsiasi decisione di investimento, è essenziale valutare attentamente le proprie esigenze, l’orizzonte temporale e la propensione al rischio, eventualmente consultando un consulente finanziario per una scelta informata e consapevole.

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