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Regola del 4%: come stimare un tasso di prelievo sostenibile con esempi italiani

Regola del 4%

Quando si pianifica il proprio reddito in pensione o si valuta la sostenibilità del proprio portafoglio in disinvestimento, una questione cruciale è capire con quale tasso di prelievo (withdrawal rate) si possa vivere senza correre il rischio concreto di “mangiarsi il capitale” troppo presto. La Regola del 4% è diventata negli ultimi decenni un riferimento popolare per stimare un safe withdrawal rate (SWR). Tuttavia, applicarla nel contesto italiano richiede alcune cautele: inflazione nazionale, regime fiscale, performance dei mercati italiani ed europei fanno la differenza.

Cos’è la Regola del 4%

La Regola del 4% è una delle formule più note per stimare un tasso di prelievo sostenibile in fase di pensionamento o decumulo del capitale. Nata negli Stati Uniti negli anni ’90, da uno studio dell’ingegnere finanziario William Bengen, si basa sull’idea che, investendo un portafoglio bilanciato (spesso 50% azioni e 50% obbligazioni), si possa prelevare il 4% del capitale solo il primo anno, adeguando poi la cifra all’inflazione negli anni successivi. Questo modello mira a mantenere un reddito stabile per circa trent’anni senza esaurire il patrimonio.

In pratica, chi possiede, ad esempio, 300.000 € può ritirare 12.000 € il primo anno. Negli anni successivi, la somma prelevata viene rivalutata per tenere conto dell’aumento dei prezzi. Se l’inflazione è del 2%, il secondo anno si preleveranno 12.000×1.02=12.240€. Questo approccio, chiamato anche safe withdrawal rate (SWR) o tasso di prelievo sicuro, presuppone che i rendimenti medi del portafoglio, al netto dell’inflazione, compensino nel tempo i prelievi. È cruciale comprendere che la Regola del 4% è stata calibrata su dati storici robusti e molto generosi del mercato americano, caratterizzato da rendimenti azionari superiori e una diversa dinamica economica rispetto all’Europa. Applicarla in Italia, dunque, richiede prudenza e alcuni aggiustamenti fondamentali.

Regola del 4%
Il tasso di prelievo mira a bilanciare prelievi e rendimenti del portafoglio su un lungo orizzonte temporale

Come applicarla in Italia

Nel contesto italiano, la Regola del 4% può essere un punto di partenza utile, ma non è una legge universale. Per stimare un safe withdrawal rate Italia realistico bisogna considerare tre variabili chiave: tassazione, inflazione e rischi specifici e la composizione del portafoglio.

Sul piano fiscale, i rendimenti da strumenti finanziari sono soggetti a imposte che variano dal 12,5% (per i titoli di Stato) al 26% (per la maggior parte delle altre asset class, come azioni e ETF). Ciò significa che il rendimento netto effettivo può essere significativamente inferiore rispetto al dato lordo atteso. Un prelievo “lordo” del 4%, in realtà, potrebbe corrispondere a un 3% netto se il portafoglio è esposto a rendimenti tassati al 26%. Questo impatto fiscale è uno degli errori comuni da evitare quando si fanno calcoli teorici, e spinge molti consulenti finanziari a raccomandare un SWR più basso.

Anche la struttura dei mercati europei è meno dinamica di quella americana: minore peso dei titoli growth, rendimenti obbligazionari storicamente più bassi e una crescita generale più contenuta. Per questo, le simulazioni portafoglio pensione basate su dati italiani o europei tendono a suggerire tassi di prelievo inferiori, tra il 3% e il 3,5%, per mantenere margini di sicurezza più realistici a lungo termine.

Infine, la costruzione del portafoglio gioca un ruolo decisivo: una strategia che prevede una glidepath azioni-obbligazioni dinamica (che riduca gradualmente la quota azionaria nel tempo, o la aumenti in base alle circostanze) può migliorare la stabilità dei rendimenti e contenere il rischio di esaurimento anticipato del capitale. Una glidepath azioni-obbligazioni (letteralmente “traiettoria di discesa tra azioni e obbligazioni”) è una strategia di investimento dinamica che regola nel tempo la proporzione tra asset rischiosi (azioni) e più stabili (obbligazioni) all’interno di un portafoglio, in base all’età o alla fase di vita finanziaria dell’investitore.

In altre parole, la glidepath serve a ridurre gradualmente il rischio man mano che ci si avvicina alla pensione o alla fase di prelievo del capitale.

Regola del 4%
Applicare l’SWR in Italia richiede l’analisi di tassazione e dinamiche dei mercati europei

Differenze con il contesto americano

Negli Stati Uniti, la Regola del 4% è stata convalidata su dati storici che risalgono agli anni ’20 e includono periodi di forte espansione. I rendimenti reali medi dell’S&P 500 sono stati storicamente molto più elevati rispetto a quelli degli indici europei. Inoltre, la tassazione sugli investimenti e il sistema pensionistico sono profondamente diversi.

In Italia e in Europa, l’indice FTSE MIB ha avuto una performance reale notevolmente più bassa e cicli economici più instabili. Inoltre, la presenza di una pensione pubblica (anche se in riduzione per le nuove generazioni) riduce la necessità di prelevare sempre la stessa somma dal patrimonio privato. Per questo motivo, diversi studi internazionali hanno dimostrato che, nei mercati europei, la probabilità che la Regola del 4% mantenga il capitale per 30 anni è sensibilmente inferiore rispetto agli Stati Uniti. In alcuni scenari, soprattutto in periodi di alta inflazione e rischi geopolitici, il tasso di sicurezza scende persino al 3% o meno.

Regola del 4%
I rendimenti storici dei mercati europei sono stati inferiori a quelli statunitensi, riducendo l’affidabilità della Regola del 4%.

Tassazione e inflazione italiana

Due fattori cruciali per valutare la Regola del 4% nel contesto italiano sono la tassazione e l’inflazione, elementi che riducono il potere d’acquisto del prelievo.

La tassazione sui rendimenti finanziari, come specificato, agisce da freno sui rendimenti netti e può alterare i calcoli teorici di sostenibilità. Ad esempio, un portafoglio che genera il 5% lordo annuo, dopo le imposte, può produrre un rendimento netto del 3,7–3,8%. Questo è insufficiente per sostenere un prelievo costante del 4% indicizzato all’inflazione senza erodere rapidamente il capitale.

Anche l’inflazione gioca un ruolo determinante. Al momento, i dati più recenti sull’inflazione in Italia (settembre 2025) indicano un tasso di inflazione annuo intorno all’1,6%-1,7%, con un’inflazione di fondo (che esclude energia e alimentari freschi) stabile intorno al 2,1%. Pur essendo valori più contenuti rispetto ai picchi passati, l’indicizzazione del prelievo al 2% o più può erodere il capitale se i rendimenti reali del portafoglio non riescono a coprire sia la cifra prelevata che l’aumento dei prezzi.

Ecco perché uno degli errori comuni da evitare è applicare meccanicamente la Regola del 4% senza considerare scenari di inflazione e rischi sistemici o periodi prolungati di bassa crescita dei mercati europei.

Regola del 4%
L’inflazione e l’impatto della tassazione sui rendimenti netti modificano il calcolo del prelievo sicuro

Esempi pratici di prelievo e la gestione del rischio

Per comprendere meglio come la Regola del 4% si traduca in cifre reali, consideriamo tre casi semplificati per un potenziale safe withdrawal rate Italia. Supponiamo di disporre di portafogli da 100.000 €, 200.000 € e 500.000 €, con prelievi indicizzati a un’inflazione media del 2%.

Capitale inizialePrelievo annuo (4% il primo anno)Prelievo al 10° anno (con inflazione 2% cumulativa)
100.000 €4.000 €4.880 €
200.000 €8.000 €9.760 €
500.000 €20.000 €24.400 €

Questi valori rappresentano il prelievo lordo. In realtà, andrebbero corretti per tener conto di tasse, costi di gestione e i rendimenti effettivi.

Un aspetto critico, fondamentale nelle simulazioni portafoglio pensione, è il rischio di sequenza negativa: se nei primi anni di pensione il mercato subisce perdite significative, i prelievi costanti, pur se indicizzati, erodono il capitale in maniera amplificata. Le serie storiche dei mercati italiani ed europei mostrano che, in questi casi, l’applicazione rigida della Regola del 4% può portare a un esaurimento anticipato del patrimonio.

Regola del 4%
La diversificazione globale e un buffer di liquidità sono strumenti chiave per mitigare il rischio di sequenza negativa

Limiti e critiche alla Regola del 4%

La Regola del 4% resta una pietra miliare della pianificazione pensionistica, ma presenta limiti significativi. Oltre a essere storicamente vincolata al contesto americano, presuppone un prelievo rigido e in costante aumento. Nella realtà, la spesa varia: spesso si spende di più nei primi anni di pensione e meno successivamente.

Un altro problema è che non tiene pienamente conto di inflazioni e rischi locali: un aumento dei prezzi improvviso può rendere insostenibile il piano, soprattutto se il portafoglio è troppo conservativo o se non è ben gestita la glidepath azioni-obbligazioni. Gli esperti suggeriscono oggi di considerare versioni aggiornate e alternative SWR flessibile, che consentano di ridurre o aumentare i prelievi a seconda dell’andamento dei mercati, mitigando il rischio di liquidare asset a prezzi ribassati.

Regola del 4%
La principale critica alla Regola del 4% è la sua rigidità nell’adattarsi alla volatilità del mercato e ai cambiamenti di spesa

Alternative possibili (3%, dynamic spending, floor and upside)

Diverse strategie moderne offrono alternative SWR flessibile alla Regola del 4%, adattandosi meglio ai mercati europei e alla volatilità recente, rendendo il safe withdrawal rate Italia più realistico.

Una prima opzione semplice è abbassare il tasso di prelievo al 3% o 3,5%, scelta prudenziale che aumenta notevolmente la probabilità di sostenibilità a lungo termine. È l’alternativa più semplice da calcolare.

Un approccio più evoluto è il dynamic spending, o spesa dinamica, che adatta il prelievo in base alle performance reali del portafoglio: si spende di più negli anni positivi (spesso con un cap massimo) e meno in quelli negativi (con un floor minimo). Questo aiuta a prevenire il rischio di sequenza negativa, uno degli errori comuni da evitare con un SWR rigido.

Infine, il metodo floor and upside stabilisce un livello minimo di prelievo garantito (floor), spesso finanziato con una rendita o obbligazioni a basso rischio, aggiungendo un extra solo quando il portafoglio azionario cresce oltre una certa soglia (upside). Queste strategie rendono il piano di decumulo più resiliente rispetto alla rigidità della Regola del 4%.

In parallelo, gestire in modo dinamico il rapporto azioni-obbligazioni (attraverso una glidepath azioni-obbligazioni o altri meccanismi) può aiutare a proteggere il capitale nelle fasi finali del piano, soprattutto in presenza di inflazione e rischi elevati. Evitare gli errori comuni come l’assenza di revisione periodica e l’insufficiente diversificazione è la chiave per il successo a lungo termine.

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