I professionisti e gli autonomi che pensano di aprire, o hanno appena aperto una partita Iva sanno che il regime forfettario è considerato il più appropriato per la propria attività. Il forfettario si presenta come un regime fiscale agevolato, grazie all’aumento della soglia dei ricavi o dei compensi. Applicare tale regime non è sempre così “semplice” come si pensa, anche il forfettario nasconde delle insidie.
Approfondimenti
H2 A chi è rivolto il regime forfettario
Il regime forfettario può essere applicato da imprenditori, artisti, persone fisiche, imprenditori, lavoratori autonomi e professionisti e coloro che nell’anno precedente abbiano percepito compensi o conseguito ricavi non superiori alla cifra di €85.000, ragguagliati ad anno.
Chiunque avvii l’attività per la prima volta durante l’anno e voglia usufruire del nuovo regime forfettario deve comunicare di presumere la sussistenza dei requisiti richiesti ad inizio attività. Dovranno inoltre emettere fattura senza indicazione Iva e senza applicare ritenuta d’acconto, ciò esclude il diritto di godere della detrazione dell’IVA pagata sugli acquisti.
Come calcolare le tasse
La buona notizia, e il motivo per il quale tanti decidono di avvalersi del regime forfettario, è che non esistono obblighi di contabilità, non in senso stretto quantomeno. Le partite Iva forfettarie non sono tenute a tenere registri contabili. Questo però non esenta da errori nel calcolo delle tasse che accadono di frequente qualora si decida di non affidarsi ad un professionista, è un’operazione più elaborata di quanto si pensi.
Le partite Iva non pagano Irpef e Iva pagando una tassa unificata sui redditi, ovvero un’imposta sostitutiva, che corrisponde al 15% per i regimi forfettari semplici e 5% per i regimi forfettari startup. Ci sono poi i contributi Inps, differenti a seconda della cassa di riferimento. La gestione separata, con aliquota pari al 26,23%, si applica se la cassa relativa al proprio codice ATECO non esiste.La dichiarazione dei redditi risulta complessa nella compilazione dei campi ed ha due principali scadenze che, salvo eccezione, cadono in estate, al 30 giugno e 31 agosto. I pagamenti si effettuano con gli F24, un modulo da compilare in più campi.
Le caratteristiche positive del regime forfettario
Il regime forfettario è semplificato per poter incentivare nuove attività imprenditoriali e professionali, e per questo motivo l’imposta sostitutiva al 5% è ridotta per i primi 5 anni di attività, purché vengano rispettati i seguenti requisiti:
- Il contribuente non deve aver esercitato nei tre anni precedenti l’inizio dell’attività professionale, artistica o di impresa, in forma associata o familiare,
- la nuova attività non deve rappresentare la continuazione di attività precedenti, sia sotto forma di dipendente o autonomo, a meno che non si tratti di pratica obbligatoria,
- l’ammontare dei ricavi e compensi, accumulati nel periodo di imposta precedente, non deve superare il limite di €85.000
- l’esonero dall’applicazione degli Isa (Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale)
- l’esonero dalla registrazione e tenuta delle scritture contabili, benché è sempre consigliabile, oltre che necessario, conservare le fatture emesse e ricevute, numerarle, conservando tutti i documenti
- l’esonero dalle Fatture Elettroniche tra privati
I vantaggi del regime forfettario
Come già detto in precedenza, professionisti, start up e lavoratori autonomi hanno nel regime forfettario un punto di riferimento grazie alle note positive rispetto al vecchio regime dei minimi. Di seguito i principali vantaggi del regime forfettario:
- Comodità: il regime forfettario si caratterizza per una deduzione a forfait che si sottrae dal reddito imponibile secondo una percentuale calcolata in base al proprio codice Ateco che nella maggior parte dei casi è pari al 22%.
- Risparmio: il motivo per cui il regime forfettario viene suggerito per chi inizia la propria attività, oltre alla semplicità, sta nella sua validità dal punto di vista del risparmio tributario soprattutto per quanto riguarda le startup durante i primi cinque anni di attività. In media, per le startup la pressione fiscale è pari al 23-25% e sui forfettari semplici, compresi i contributi previdenziali, è pari al 33-35%.
- Sicurezza nei controlli: il forfettario subisce meno controlli fiscali rispetto alle forme societarie e ai regimi ordinari
- Accessibilità: come precedente detto, possono accedere al regime forfettario tutti i professionisti, artisti e autonomi che guadagnano fino a 85mila euro l’anno o chi produce redditi per una cifra inferiore ai 30mila euro l’anno o chi non ne produce affatto da dipendente
Le attività che non rientrano nel regime forfettario
Tuttavia, sono tante le attività che per legge devono sempre corrispondere l’IVA. Tra le categorie che non possono usufruire del regime forfettario bisogna quindi escludere le attività di vendita di sali e tabacchi, gestori di servizi di telefonia, agricoltura e pesca, attività di intrattenimento, agriturismo, vendite a domicilio, agenzia di vendite all’asta, attività di vendita di rottami, editoria, rivenditori di documenti per il trasporto pubblico, agenzie di viaggi, rivendita di beni usati.
H2 Il regime forfettario per i pensionatiTra le categorie che non possono accedere al regime forfettario ci sono i pensionati. I titolari di pensione oltre il limite di 30mila euro non possono accedere al regime forfettario, come dichiarato anche dalla Agenzia delle Entrate()risposta n. 311/2023), il reddito da pensione, assimilato al reddito di lavoro dipendente, assume rilevanza fondamentale per il raggiungimento del limite per accedere al forfettario. Così l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il reddito da pensione assume rilievo anche autonomo, per raggiungere la soglia per l’accesso al regime forfettario. Per cui le persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni che nell’anno precedente hanno ricevuto redditi di lavoro dipendente o redditi assimilati al lavoro dipendente eccedente l’importo di 30mila euro.