In un mondo dove la sorveglianza di massa e l’uso dei dati biometrici sono sempre più pervasivi, una startup italiana sta ridefinendo il ruolo della moda come strumento di difesa della privacy e del diritto all’anonimato. Cap_able, fondata da Rachele Didero e Federica Busani, è un esempio lampante di come design, tecnologia ed etica possano convergere per creare un impatto sociale positivo.
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Moda e tecnologia: un connubio per la privacy
Cap_able combina l’arte sartoriale italiana con le più avanzate tecnologie di apprendimento automatico, proponendo capi che proteggono chi li indossa dal riconoscimento biometrico. La collezione Manifesto è il primo progetto della startup e rappresenta un vero manifesto etico: gli indumenti non solo proteggono i dati biometrici di chi li indossa, ma sollevano anche un dibattito sul tema della sorveglianza di massa.
“Scegliere cosa indossare è il primo atto di comunicazione che compiamo ogni giorno—una scelta che può essere veicolo dei nostri valori”, spiega Rachele Didero, CEO di Cap_able. La collezione è realizzata con tessuti che integrano immagini “adversarial”, in grado di confondere le telecamere di sorveglianza, impedendo loro di identificare correttamente il volto della persona.
Com’è nata cap_able
L’esperienza di cap_able nasce a partire dal 2019, durante un programma di scambio al Fashion Institute of Technology di New York. Rachele Didero, ispirata da una conversazione con un ingegnere di UC Berkeley sui diritti umani e la privacy, ha iniziato a sviluppare un tessuto innovativo capace di ingannare i sistemi di riconoscimento facciale. Dopo mesi di ricerca tra design tessile, apprendimento automatico e studio dei volumi corporei, è nato il tessuto brevettato da Cap_able.
Federica Busani, co-fondatrice e responsabile strategica, si è unita al progetto dopo aver incontrato Didero in un programma di formazione imprenditoriale a Torino. “Condividevamo valori simili e l’interesse per la protezione dei diritti umani. Da lì è iniziato il nostro viaggio”, queste le parole di Busani a proposito
Una collezione che coniuga tecnologia e sostenibilità
La collezione Manifesto di cap_able (rigorosamente Made in Italy) è un esempio eccezionale di come la moda possa essere innovativa e sostenibile. I suoi capi etici sono prodotti con cotone egiziano al 100%, certificato dalla Better Cotton Initiative (BCI) e privo di sostanze chimiche pericolose.
L’innovazione tecnologica alla base del progetto consiste nell’uso di immagini avversarie integrate direttamente nei tessuti, capaci di ingannare i sistemi di riconoscimento facciale in tempo reale. Indossando un capo in cui è intessuta un’immagine avversaria, si possono proteggere i dati biometrici del proprio volto, che risulterà non rilevabile o associato a una categoria errata, come un animale invece di una persona.
Fino ad ora, tali immagini venivano solo stampate. Grazie al metodo brevettato da Cap_able, l’algoritmo è ora incorporato nella trama del tessuto, garantendo non solo una perfetta vestibilità dei capi ma anche mantenendo l’efficacia tecnologica e integrandosi armoniosamente con le forme del corpo.
“Indossando Cap_able, non sei riconosciuto dalle telecamere, ma sei molto riconoscibile per strada” sottolinea, con un pizzico di ironia, Busani.
Una nuova consapevolezza sulla privacy
“La più grande sfida nella protezione della privacy è la mancanza di consapevolezza. Solo quando saremo tutti consapevoli delle conseguenze della mancanza di privacy potremo agire”, ha affermato Busani. Con la sua collezione, Cap_able non si limita a offrire protezione fisica ma stimola anche una riflessione sul tema della sorveglianza di massa.
Un paradigma nuovo
Cap_able dimostra che la moda può essere molto più di un semplice capo d’abbigliamento. Può diventare un messaggio, una posizione e un invito al dialogo. Grazie a iniziative come questa, la moda italiana si evolve, abbracciando la sostenibilità e l’innovazione per affrontare questioni sociali urgenti.
Cap_able non solo sfida le norme del settore, ma invita le persone a ripensare il loro rapporto con i capi che indossano e con la tecnologia che li circonda. La domanda che questa startup pone è fondamentale: la moda è solo un vestito o può essere uno strumento per affermare i propri valori?
La collezione è legale?
Alla luce delle sue caratteristiche, a questo punto, qualcuno potrebbe chiedersi se questa collezione è o meno rispettosa della legislazione in vigore.
L’azienda assicura sul suo sito ufficiale che non solo la Collezione Manifesto rispetta la legge, ma è pienamente conforme alle normative GDPR sulla protezione della privacy, tutelando i diritti fondamentali dei cittadini dell’UE. Sul sito aziendale è inoltre possibile consultare la revisione legale del suo progetto, redatta da uno dei più autorevoli esperti italiani in materia di privacy.
Traguardi e prospettive del brand
Il futuro per cap_able sembra essere più roseo che mai, proprio alla luce della sua capacità di combinare innovazione, sostenibilità e sicurezza.
Nel 2023, per esempio, la prestigiosa rivista Forbes Italia ha riconosciuto le due cofondatrici inserendole nella lista dei 100 Future Leaders Under 30 in Italia, mentre l’azienda è stata ufficialmente trasformata in uno spin-off del Politecnico di Milano.
Nel frattempo, la cofondatrice Rachele Didero prosegue a spron battuto le sue ricerche su questo tema presso il Dipartimento di Design dell’ateneo, dove sta svolgendo un dottorato in “Textile and Machine Learning for Privacy”.