La fase di startup solitamente ha una durata di un quinquennio. Cinque anni che vedono il presentarsi di innumerevoli sfide, un tempo di crescita che al suo interno vede a sua volta articolarsi più fasi.
Approfondimenti
Tale margine temporale è valevole sia per le società di capitali, sia per le attività autonome in regime forfettario.
Fasi di una startup, linee guida
L’esistenza di una startup, sebbene solitamente circoscritta, è piuttosto polimorfa: si parte dal concetto di business, lo si valida, si corre a caccia di finanziamenti, si azzarda una crescita all’insegna della rapidità per poi concludere con l’Exit.
In sintesi, le fasi di vita di una startup sono così articolate:
- Bootstrap e Pre-seed;
- Seed;
- Early stage;
- Early growth;
- Growth.
Fasi di una startup, i perché e la fase embrionale
Una startup ha un ciclo di vita dal punto di vista temporale ben circoscritto. Per lo Stato italiano la fase di startup ha durata solamente quinquennale, oltrepassati i cinque anni la condizione beneficiante di startup innovativa viene revocata. Tante realtà dunque partono, poche arrivano allo step finale, si tratta di una sorta di imbuto.
La conoscenza delle fasi garantirà quindi di ridimensionare i rischi e una migliore comprensione di come e di quali fonti di finanziamento sia più opportuno prediligere.
Non tutti inizialmente possono finanziare la propria idea imprenditoriale. In questa fase embrionale le risorse a disposizione giungeranno specialmente da amici, parenti o visionari aventi il coraggio di scommettere in quel progetto. I più fortunati potrebbero rintracciare un business angel disposto a puntare sulle loro idee, oppure, chi dimostrasse di possedere le capacità, potrebbe avere accesso a un acceleratore di startup.
Normalmente in questa fase converrebbe prendere parte a programmi di incubazione al fine di maturare tutte quelle abilità e competenze che caratterizzano e differenziano una startup trionfante da una fallimentare.
Nelle fasi centrali e in quelle conclusive, invece, si potrà decidere se andare alla ricerca di grandi investitori per l’ascesa sul mercato, o anche optare e puntare su alleanze strategiche con altre imprese. Sempre avendo presente l’opportunità di chiamare a sé capitali per mezzo del crowdfunding in qualunque step del ciclo.
Fasi di una startup, bootstrap e pre-seed
Nella sua origine la startup è composta solamente da un’idea che comincia a prendere le forme di un progetto ordinato. Solitamente l’idea è figlia di una necessità dello startupper o dei familiari e/o amici.
Nel corso della fase di bootstrap si dovrà prendere coscienza della reale funzionalità del progetto, se risolve concretamente un’esigenza e se vi sia un mercato a cui rivolgersi. Consigli: spendere il giusto e lavorare con efficacia. Niente mercato, niente affari, startup da ripensare o chiudere. In questo frangente in pochi saranno disposti a finanziare.
Altro suggerimento, adoperarsi alla ricerca di un co-founder con cui condividere l’itinerario imprenditoriale. Messo insieme un buon quantitativo di indicazioni, raccolto un po’ di risorse e magari inglobato un socio, si potrà andare avanti.
Fasi di una startup, seed
Nella fase seed di una startup lo scopo verterà nel edificare una solida ossatura attorno all’idea così da accedere nel mercato di riferimento:
- Sviluppare i primi campioni del prodotto o servizio offerto per raggiungere i primi fruitori e per sperimentare la traction della startup;
- Collaudare il modello di business per rendere sostenibile il progetto e dare frutto a profitto. Occorrerà avvalersi di Business model Canvas o del Lean Canvas, alleati nella strutturazione di un business plan compatto.
- Entrano in scena i primi finanziatori, business angel, enti bancari, acceleratori e crowdfunding.
La startup è entrata nel mercato.
Fasi di una startup, early stage e early growth
Nella fase di early stage l’obiettivo sta nel riscuotere un feedback dal mercato e identificare l’idoneo product/market fit che garantirà il conseguimento dei primi introiti. Una fase cruciale per dare costanza e non chiudere bottega. Del resto, nella fase di early stage agiscono i fondi di investimenti da parte di Venture Capital o crowdfunding. La startup, nella migliori delle ipotesi, sta prendendo le sembianze di una vera e propria azienda. Con un’idea vincente, un mercato validato, un buon prodotto o servizio, l’utenza non tarderà ad arrivare.
Nella fase di early growth occorrerà alzare la posta in gioco e lavorare per trovare la chiave vincente che assicuri al progetto di scalare e crescere sul mercato, aumentando le entrate.
Fasi di una startup, growth ed exit
Fattore di misurazione essenziale è la traction, ossia la capacità della startup di attrarre a sé i clienti, stimare il progresso e il successo colto nel mercato per mezzo delle metriche come: numero di fruitori in ascesa, fatturato, viralità (quando si tratti di un’app o software di rete), media degli utenti che ritornano sul sito (quando si tratti di un e- commerce).
La traction è un elemento essenziale per il trionfo di una startup in quanto dà prova della validità del suo schema di business e del suo potenziale per svilupparsi e generare profitti. L’apporto qualitativo della traction sarà valutato come primo principio anche dai futuri investitori.
Growth rappresenta la fase per così dire matura della start-up. La fase di Exit è un fondamentale punto di svolta e avviene quando la startup viene assimilata da un’altra impresa o quando si prende la decisione di effettuare un’offerta pubblica iniziale (IPO) per divenire una società quotata in borsa.
In conclusione, la conoscenza del ciclo vitale di una startup è indispensabile per “avere una mappa” dell’itinerario imprenditoriale che si andrà a percorrere. Una visione d’insieme che aiuterà a concentrare le proprie energie e le abilità da mettere in campo e affinare di volta in volta.
E soprattutto si avrà una panoramica sui possibili finanziatori che potrebbero fornire la “benzina” nelle diverse tappe del percorso.