Vertenza sindacale, quali sono le strategie per trasformare questo strumento di difesa per i lavoratori senza rischiare di perdere il lavoro e di doversi ritrovare a richiedere la disoccupazione all’Inps? In questa guida per i dipendenti analizziamo gli aspetti di una vertenza sindacale per capire quando conviene e quali sono le opportunità per un lavoratore che vuole tutelarsi senza essere licenziato per giusta causa per via di un fraintendimento con l’azienda.
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Vertenza sindacale, cos’è
La vertenza sindacale si definisce anche vertenza di lavoro. Si può richiedere quando il datore di lavoro:
- non rispetta il contratto di lavoro nazionale o il contratto di lavoro specifico con quell’azienda;
- non paga lo stipendio al lavoratore, oppure versa meno di quanto previsto;
- il lavoratore non ha i giorni di preavviso richiesti;
- il TFR arriva di importo inferiore rispetto al previsto, oppure non arriva;
- le ore di straordinario non vengono contate o quantificate;
- le varie indennità – malattia, ferie, maternità – non sono riconosciute o vengono rifiutate dal datore di lavoro anche in presenza di certificati.
Ci possono essere anche altre circostanze che costringono il lavoratore a richiedere una vertenza sindacale, come condizioni di lavoro disagevoli, oppure dei casi di mobbing o di bullismo all’interno delle aziende.
La vertenza è difficile da fermare una volta partita ed è importante capire subito se ne vale la pena o no, anche perché può avere i suoi costi. In questa guida ne analizziamo ogni aspetto proprio per vedere se lo strumento messo a disposizione per legge fa al caso tuo.
Cosa succede in caso di vertenza sindacale
In caso di vertenza sindacale, il lavoratore deve tenere bene a mente i motivi che spingono alla vertenza. Infatti, se in corso d’opera si verifica l’assenza di reali problemi con il datore di lavoro, oppure queste difficoltà non sono dimostrabili, allora diventa difficile procedere, anzi. Il datore di lavoro può procedere a richiedere un risarcimento danni in tribunale perché si sente danneggiato.
Una volta verificato questo aspetto, come procedere? Ci sono diverse figure ed enti a cui rivolgerti per dare il via alla tua vertenza sindacale:
- sindacato;
- avvocato;
- commercialista;
- consulente del lavoro;
- conciliatore sindacale.
Ognuno di questi professionisti ti consiglierà in una prima fase di trovare un accordo con il datore di lavoro senza passare a una vertenza sindacale. Infatti, l’obiettivo di tutta questa procedura è risolvere il problema con una figura che ha una forza contrattuale superiore alla tua.
Pensa di rivolgerti a un sindacato dei lavoratori: in questo caso il sindacalista che si occupa della tua vertenza può contare sull’aiuto degli altri dipendenti e iscritti. In più, se le cose dovessero andare per le lunghe, un esperto del sindacato può darti una mano sulle norme vigenti sul lavoro, oppure rispondere al datore di lavoro con cognizione di causa.
Quanto tempo si ha per fare una vertenza sindacale
Se sei stato licenziato ingiustamente, oppure hai avuto un problema con il datore di lavoro tale da dover portare avanti una vertenza sindacale. La comunicazione si invia con raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure tramite PEC con ricevuta di consegna.
La lettera con l’indicazione dell’invio della vertenza sindacale deve arrivare al datore di lavoro entro 60 giorni dal fatto contestato, anche se il lavoratore ha ancora il contratto attivo con quell’azienda. Ricorda che la vertenza va anche in prescrizione. I tempi previsti sono:
- per le aziende con meno di 15 lavoratori: entro 5 anni dalla fine del contratto di lavoro in caso di licenziamento;
- per le aziende con più di 15 lavoratori: entro 5 anni dopo il giorno o il mese di maturazione della retribuzione richiesta.
In ogni caso una vertenza sindacale non è così dilatata nel tempo. Di solito questo tipo di questioni si risolve nel giro di 2 mesi con l’aiuto di un esperto e non serve nemmeno rivolgersi al tribunale.
Quanto costa fare una vertenza sindacale
Purtroppo, i costi relativi alla vertenza sindacali cambiano in base al riferimento. Se si parla a un consulente, a un avvocato o a un commercialista, allora devi chiedere un preventivo di spesa, che ti consenta di capire quali sono le spese da sostenere per la consulenza.
Invece, chi è iscritto al sindacato ha diritto a essere protetto, solo per il fatto di essere un tesserato. Oltre a questo, se non lo sei non hai nulla di cui preoccuparti. Infatti, il tesseramento si può fare anche poco prima di portare avanti la vertenza, oppure puoi informarti al sindacato.
In questo ultimo caso saranno loro a dirti come muoverti e a indicarti se è il caso di tesserarti o meno. I sindacati sono disponibili a livello aziendale, locale, regionale e nazionale. Ti consigliamo di rivolgerti al sindacato più numeroso nella tua azienda.
Infatti, così avrai la certezza di poter parlare a persone che conoscono già la realtà aziendale e il datore di lavoro e che possono trovare la strategia più efficace per trovare un compromesso.
Un avvocato e un consulente possono fare i tuoi interessi, ma possono non sapere tutto quello che avviene in azienda, così i tempi si allungano perché devi informare il tuo consulente su quanto sta succedendo e richiedere un preventivo prima di prendere una decisione su cosa fare.
Ricorda che durante la vertenza dovrai comunque continuare a lavorare, a meno che non vieni licenziato.