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Che documenti servono per richiedere la Naspi?

tasche vuote

Che documenti servono per richiedere la Naspi? Se aumentare la produttività non è bastato e hai perso il lavoro, sappi che non sei il solo. Infatti, la disoccupazione sta diminuendo secondo gli ultimi dati Istat in merito, ma ci sono molte persone che hanno dovuto fare i conti con la perdita del posto di lavoro durante la pandemia e ora fanno fatica a riconvertirsi. Se stai cercando un’occupazione, ma hai bisogno di un’entrata per riuscire ad affrontare le spese quotidiane, non basta mettere in standby la programmazione della prossima vacanza. Hai bisogno di un sussidio immediato che ti dia una mano almeno per i primi mesi. In questi casi interviene la Naspi, un sistema di ammortizzatori sociali che ti permette di ottenere un’entrata minima subito dopo aver perso il lavoro. Chi ne ha diritto e come procedere con la domanda? Quali sono i requisiti richiesti? In questa guida pratica vediamo di dare una risposta a questi dubbi.

I documenti richiesti per la Naspi

I documenti richiesti per la Naspi
la Naspi è una forma di sostegno per chi perde il lavoro

I documenti per richiedere la Naspi – Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego – si devono presentare entro 68 giorni dalla perdita del posto di lavoro e sono:

  • Copia carta d’identità e codice fiscale del richiedente;
  • Ultima busta paga;
  • Lettera di licenziamento;
  • Contratto di lavoro (se la richiesta di NASpI avviene a scadenza contratto tempo determinato);
  • Modello SR163 da compilare e allegare alla richiesta;
  • Modello SR156.

La modulistica si può scaricare sulla pagina dedicata dell’Inps, che ha messo a disposizione anche delle istruzioni su come procedere per la presentazione della domanda, che avviene in via telematica sul sito dell’Inps. In alternativa, si possono usare il numero verde 803164 (numero verde gratuito da rete fissa), oppure il numero 06.164.164 (numero da cellulare che si paga in base al piano tariffario). Ti consigliamo di avere a disposizione tutti i documenti richiesti in PDF, per caricare subito la documentazione sulla pagina dedicata del portale dell’Inps.

Quali sono i requisiti per la Naspi: gli esclusi

Quali sono i requisiti per la Naspi: gli esclusi
Non tutte le persone senza lavoro hanno diritto alla Naspi

Purtroppo, non tutte le persone che perdono il lavoro hanno diritto alla Naspi. Infatti:

  • i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni;
  • gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato;
  • i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa;
  • lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
  • lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, qualora non scelgano la Naspi;
  • i liberi professionisti e i titolari di partita Iva in genere

non hanno diritto alla Naspi. Invece, per accedere al sussidio, è importante appartenere alle seguenti categorie:

  • gli apprendisti;
  • i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato;
  • il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.
  • i dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni.

Per poter ottenere la Naspi, oltre al fatto di appartenere alle categorie riportate, è importante avere anche i seguenti requisiti:

  • Stato di disoccupazione involontaria. Non devi essere tu ad aver lasciato il lavoro per poter ottenere la Naspi, ma deve essere il datore di lavoro ad averti licenziato in forma scritta. In questo contesto ci sono una serie di casistiche: licenziamento disciplinare e non, scadenza del rapporto di lavoro, dimissioni entro un anno dalla nascita di un bambino, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale del rapporto di lavoro richiesta dal datore di lavoro presso l’Ispettorato Territoriale del lavoro, o risoluzione consensuale a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi presso la sede aziendale distante più di 50 chilometri dalla sua residenza e non facilmente raggiungibile in 80 minuti o più con i mezzi pubblici, oppure per un licenziamento frutto di un accordo tra datore di lavoro e sindacati (come è accaduto spesso con il caso Ilva di Taranto);
  • Contributi. Puoi chiedere la Naspi solo se hai contribuito per almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni con il versamento dei contributi previdenziali (verifica le ultime buste paga per vederci chiaro su questo punto);
  • Retribuzione imponibile previdenziale. Devi aver pagato i contributi per la pensione almeno per il minimo sindacale.

Hai diritto alla Naspi a partire dall’ottavo giorno dopo aver perso il lavoro, oppure entro il 38esimo giorno successivo al licenziamento per giusta causa (se presenti la domanda entro questo termine). Se sei in periodo di maternità, malattia, infortunio sul lavoro/malattia professionale o preavviso, allora l’ottavo giorno parte dal termine del periodo. Hai diritto a ottenere fino al 75% di quanto percepivi di stipendio quando lavoravi con la rivalutazione in base agli indici Istat per l’inflazione.

Cosa cambia con la Naspi nel 2023

Cosa cambia con la Naspi nel 2023
Disoccupato

A ottobre 2023 è arrivata la precompilata per richiedere la Naspi. Così si riesce a capire subito se i dati sono tutti in ordine e la procedura diventa più semplice. La precompilata è a disposizione del singolo cittadino – accedendo con lo Spid – o ai CAF abilitati. L’Inps inserisce in automatico tutti i dati che risultano già a disposizione per il tuo nominativo. Prima di caricare i documenti richiesti, però, ti consigliamo di dare un’occhiata al tutto per sicurezza. Nella prima fase di avviamento della precompilata, la persona che fa richiesta può anche procedere con la procedura standard, inviando tutti i dati richiesti sul sito dell’Inps.

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